This Much I Know To Be True alla Berlinale il film sul ‘povero diavolo’ Nick Cave. La nostra recensione

Nick Cave e le canzoni dei suoi ultimi album, Ghosteen e Carnage, sono i protagonisti assoluti del nuovo documentario di Andrew Dominik, This Much I Know To Be True presentato alla Berlinale 2022

Sicuramente This Much I Know To Be True era una delle pellicole più attese alla Berlinale, almeno dal sottoscritto. Il film, diretto da Andrew Dominik, segue la realizzazione degli ultimi due album realizzati da Nick Cave Ghosteen e Carnage. This Much I Know To Be True è l’ideale seguito di One More Time With Feeling, film documentario sempre diretto da Dominik, che invece seguiva il musicista australiano durante la realizzazione di Skeleton Tee il disco realizzato dopo la tragica morte del figlio di Cave, Arthur. La pellicola è stata presentato alla Berlinale 2022 nella sezione Special.

Con This Much I Know To Be True Nick Cave tira le somme della sua vita da ‘povero diavolo’

Il film si apre con un inedito Nick Cave nelle vesti di ceramista. Sì, avete capito proprio bene: ceramista. L’artista spiega come, durante il lockdown, si sia appassionato a questa tecnica artigianale tanto da produrre ninnoli e statuette in ceramica di pregevole fattura. Ma, come ammette lo stesso regista, l’attenzione è stata subito catturata da una particolare serie di manufatti realizzati da Cave e che raccontano la storia di un personaggio molto particolare: il diavolo. Dalla sua nascita al primo innamoramento, dall’andata in guerra al suo ritorno dalle battaglie fino ad arrivare al sacrificio del suo stesso figlio. E appare subito chiaro perché Dominik abbia iniziato This Much I Know To Be True con queste immagini. La sensazione è infatti che quel ‘povero diavolo’ non sia altro che Nick Cave stesso, un aspetto che mi viene confermato da Dominik in persona. Se One More Time With Feeling era una catarsi che serviva a Cave per affrontare ed esorcizzare il dolore derivato dalla morte del figlio, questa ‘seconda parte’ si pone come il superamento di quel dolore, una sorta di sua accettazione arrivata attraverso un lavoro introspettivo scaturito dall’arte in svariate forme. Questo ‘punto di arrivo’ è sottolineato da Dominik dalla scelta di girare This Much I Know To Be True interamente a colori, rispetto al precedente che era interamente in bianco e nero. Di certo, al di là del lavoro da ceramista, è la musica il medium artistico che più ha aiutato Cave a interiorizzare e incanalare il suo dolore.

Nick Cave e Warren Ellis in una scena di This Much I Know To Be True ©Bad Seed Ltd.

Nick Cave e Warren Ellis in una scena di This Much I Know To Be True ©Bad Seed Ltd.

Il film racconta anche del rapporto tra Nick Cave e Warren Ellis con l’apparizione di una guest star molto speciale

This Much I Know To Be True, però, è anche la storia di un profondo legame artistico e umano, quello di Cave con Warren Ellis, quest’ultimo membro di lunga data dei Bad Seed, la band che accompagna il musicista australiano in studio e dal vivo sin dagli inizi della sua carriera solista nel 1983 e che ha visto tra i suoi fondatori il musicista berlinese Blixa Bargeld. Ma Ellis è diventato, nel corso degli anni, il più stretto collaboratore di Cave, tanto da incarnare lui stesso i Bad Seed fino a registrare Carnage (uno dei due album presenti nel film) pubblicato solo con il nome dei due musicisti. Ed è Ellis uno dei due co-protagonisti della pellicola, con Dominik che lo segue fino al suo (disordinatissimo) appartamento londinese spiegandoci come le canzoni di Ghosteen e Carnage siano nate da un caos interiore che si è poi canalizzato in melodia. Il regista ci porta poi dentro il rapporto che si è instaurato tra i due artisti, una relazione che non si limita al piano professionale ma che si è traslata anche su quello umano. Ma uno dei momenti più toccanti del film è la comparsa di una guest star molto speciale, la cantante Marianne Faithfull che recita una breve poesia inserita poi in un brano di Cave. L’artista si presenta in tutta la sua fragilità derivata dalla malattia, costantemente attaccata a una macchina per l’ossigeno. Alla domanda di Dominik se volesse essere comunque essere ripresa Faithfull risponde: “Dovete ricordarvi quanto malata ero”. È una frase che racchiude in sé tutto il senso di This Much I Know To Be True, una pellicola che, comunque, non è solo indirizzata ai fan di Nick Cave.

 

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Immagine di copertina: Nick Cave in This Much I Know To Be True di Andrew Dominik © Bad Seed Ltd.