La siccità a Berlino è tale che il fiume Sprea ora va in senso contrario

Siccità e aridità prendono il sopravvento: ecco come il fiume Sprea devia il suo corso e scorre al contrario in mancanza di pioggia

Lo scorso martedì il ministero dell’Ambiente del Brandeburgo ha approvato nuove normative proposte da esperti transnazionali a sostegno dei bacini idrici, vista l’ostentata siccità che da settimane colpisce il fiume Sprea e l’Elster Nera, altro corso d’acqua che scorre nei Länder della Sassonia, del Brandeburgo e della Sassonia-Anhalt. A luglio la diga di Spremberg che funge da supporto alla Sprea ha liberato una quantità d’acqua pari a 9,2 metri cubi al secondo nella zona centrale del corso. Tuttavia, a uno strato inferiore d’uscita collocato nella Spreewald, il cosiddetto Leibsch, i livelli di scarico sono diminuiti in maniera considerevole rispetto alle prime settimane di luglio.  Ciò ha contribuito alla deviazione del corso del fiume, che ora sembra scorrere in senso contrario

Si necessitano misure efficienti

La perpetua condizione di siccità e la drammatica situazione dei due fiumi rendono sempre più necessarie misure volte a ristabilire gli equilibri idrici. Già da lunedì scorso in alcune aree sono in vigore alcune normative finalizzate a ridurre le perdite d’acqua e, di conseguenza, innalzare nuovamente i livelli di scarico nel mese di agosto. Queste ultime fanno parte dei tentativi volti a riconvertire il corso contrario del fiume Sprea e contrastare la siccità. Per ora, le regolamentazioni interessano soprattutto le aree adiacenti al fiume Schwarzen Elster, ma non si escludono restrizioni anche nella zona della Spreewald.

Pescatori: “È già troppo tardi”

Se a luglio Lars Dettman, direttore generale dell’Associazione Statale per la Pesca, affermava che l’attività non era ancora a rischio nelle acque correnti nonostante il caldo in aumento, a distanza di un solo mese si trova a riconsiderare le sue dichiarazioni. Di recente ha insistito sul fatto che la pesca sta diventando problematica non solo nei fiumi, ma anche negli stagni. “In acque poco profonde, i pesci sono facili bersagli per cormorani e aironi”, ha dichiarato, aggiungendo che possibili conversioni e mutazioni in una situazione di emergenza stresserebbero ancora di più gli animali. Il problema, inoltre, non riguarda soltanto la pesca, ma anche l’estrazione di lignite a cielo aperto. Ora come ora, l’attività mineraria comporterebbe una perdita di due terzi dell’acqua di pozzo che si accumula nel fiume Sprea.

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Immagine in evidenza: foto di foto di diaan11 da Pixabay