Il primo tour europeo di Venerus: “Voglio scoprire cosa c’è fuori, sperimentandolo sulla mia pelle”
“Piano soltanto”, un viaggio tra l’intimo e lo strumentale per la prima data del tour europeo di Venerus a Berlino
Dopo la conclusione dell’incantevole tour estivo “Estasi degli angeli”, il cantautore, polistrumentista e produttore Venerus annuncia il suo primo tour europeo con un nuovo format: Piano soltanto. Per questa tournée europea Venerus si esibirà in versione solista accompagnato solo da pianoforte e sintetizzatori. Con Piano Soltanto Venerus si mette in gioco ricercando una dimensione intima e profonda col pubblico, che permette di valorizzare al massimo la componente emozionale. Il primo appuntamento sarà a Berlino il 30 novembre al Privatclub e per l’occasione ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con questo artista poliedrico.
Biografia
Venerus è il progetto di Andrea Venerus, cantautore e produttore nato a Milano nel 1992. A 18 anni si trasferisce a Londra per approfondire le sue conoscenze musicali e inizia a lavorare ai suoi progetti personali. Terminato il periodo inglese, dopo 5 anni torna in Italia dove comincia a lavorare al suo progetto solista. Nel 2018 esce il suo EP d’esordio “A che punto è la notte”, grazie al quale riscuote molto successo e inizia le prime collaborazioni. Il 19 febbraio 2021 esce il suo primo album, “Magica Musica”, pubblicato da Asian Fake e coprodotto da Mace, che ottiene ottime recensioni dai critici.
Berlino come prima data del tour europeo
Come prima domanda la mia curiosità verte sulla scelta delle città della tournée. Mi sono chiesta in particolare se Venerus avesse un rapporto speciale con Berlino, prima città europea del tour.
«In realtà ci sono stato solo una volta, non so se posso sentirmi di dire, rispetto ad altri posti, di avere un legame particolarmente stretto con questa città. Ci sono stato quando avevo 19 anni e la maggior parte delle situazioni che poi mi sarebbero interessate non le ho vissute. Per qualche motivo non ci sono più tornato, semplicemente perché non mi è capitato di tornare, ma ovviamente come tutti ho un sacco di amici che sono lì. Sicuramente è uno dei nomi di questo tour dove c’è una cultura della musica più interessante. Per quanto io stesso non abbia passato molto tempo lì è sicuramente una meta molto importante per me.»
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L’importanza dell’esperienza londinese
Per la formazione musicale di Venerus il periodo inglese è stato fondamentale, permettendogli di tuffarsi in una realtà a lui molto affine, essenziale per il suo percorso artistico.
«Sono sempre stato un po’ un outsider, il fatto di andarmene ha amplificato questa cosa perché ero un outsider anche là e lo sono stato ancora di più quando sono tornato. Ieri stavo guardando un documentario di musica, a un certo punto c’era Elton John che fa questo intervento in cui dice che per lui è stato importantissimo andare in America perché la sua musica viene da lì, anche se lui è inglese. L’ho trovato interessante perché quando sono stato in Inghilterra ho sentito una sensazione simile. La musica che faccio io viene da lì, molto più che dall’Italia. Dunque per me è stato fondamentale andare ad immergermi in quella sorta di fonte.»
La percezione estera della produzione musicale italiana
Per gli artisti italiani non è così comune fare una tournée a livello internazionale, dunque desideravo sapere quale fosse l’opinione di Venerus riguardo al panorama musicale italiano al giorno d’oggi. Come viene percepita la produzione italiana all’estero? C’è maggiore internazionalizzazione rispetto al passato?
«Sicuramente c’è una maggiore internazionalizzazione. Parlare di industria musicale mi fa schifo, ma il sistema musicale italiano ha imparato – sempre con grande ritardo – a seguire di più i giovani. E i giovani sono molto più attenti, hanno molti meno interessi economici e sono più interessati semplicemente a ciò che gli piace. Penso quindi che adesso la discografia in Italia sia un pochino più ricettiva.
Per come venga percepita all’estero sinceramente non ne ho la più pallida idea ed è un po’ il motivo per cui faccio questo tour. Per me il live è un po’ il cuore di quello che faccio, la “miniera”, sia a livello energetico per me, sia per il mio progetto. Suonare sempre in Italia è un po’ limitante, devi capire come ampliare il bacino d’utenza. Sinceramente penso che tanto quanto io mi ascolto molta musica straniera, di cui magari non mi arriva immediatamente la lingua, lo stesso possa succedere con l’italiano. Ovviamente il live è l’ambito dove questa cosa ha più senso: è chiaro che uno si può ascoltare un disco di un qualsiasi paese del mondo, però se un artista ha delle qualità dal vivo può facilmente scavalcare anche la barriera della lingua. Ci sono tanti artisti che ho visto che inizialmente non conoscevo e ora seguo perché li ho visti dal vivo e mi hanno colpito. Io comunque cerco di ragionare col mio metro, non cerco di immedesimarmi troppo negli altri, non ne sarei neanche capace; non sono rappresentativo di nessuno.»
In Magica Musica Venerus vanta molte collaborazioni. Inoltre il suo background musicale viene dall’Inghilterra, cosa che mi ha spinta a chiedere se avesse in programma delle collaborazioni con artisti internazionali.
«A dire il vero ho “chiuso il rubinetto” delle collaborazioni. A me piace fare musica seguendo il mio flusso e ovviamente se fai qualcosa con gli altri non è scontato che si riesca ad innescare questo meccanismo, quindi cerco di non pianificarle. Poi naturalmente se entro in contatto con qualcuno che mi piace un sacco ed esce qualcosa ben venga, ma ho smesso di pianificarle queste cose, è più bello e anche più romantico se succede in modo spontaneo.»
Luoghi: ispirazione artistica ed opportunità
Molto spesso il luogo fisico e l’ambiente sono fattori molto importanti a livello di influenza per scelte e crescita artistica; anche per le opportunità lavorative però il luogo fa la differenza. Venerus è nato e cresciuto a Milano, una città italiana che offre diverse occasioni nell’ambito musicale. Ma quanta rilevanza ha avuto l’ambiente per la formazione di Venerus?
«Parlo sicuramente da un punto di vista di una persona cresciuta in città: nato e cresciuto a Milano, mi sono spostato a Londra e sono tornato a Milano. Non posso sicuramente darti la prospettiva di una persona nata da un’altra parte. Da un certo punto di vista credo che il luogo sia molto più importante all’inizio che in seguito, nel senso che quando cominci e vuoi spuntare, essere in un posto dove succedono le cose è fondamentale, perché è più semplice che si creino le situazioni adatte. Credo poi che sia sempre fondamentale, non dico mantenere la propria posizione, però essere rilevanti; sicuramente però è molto più importante all’inizio.
Io ora vivo a Milano, ho il mio studio che è un luogo che quando entro potrei essere ovunque. È totalmente in periferia, non è in nessun luogo tattico, non c’è veramente nessuno attorno. Ogni tanto infatti esco da lì e penso “potrei essere in un posto più bello”. Dipende però un po’ da qual è la tua ispirazione: quando ero più piccolo ero anche molto più frenetico e avevo bisogno di essere in mille situazioni, mentre adesso sono un po’ più calmo. L’idea di essere in natura o in un posto più bello non mi dispiacerebbe, ma al momento non è una mia priorità. La mia priorità è scrivere, partire, viaggiare, suonare, sono felice di dove sono.
Non saprei dirti quanto mi influenza l’ambiente, probabilmente tanto però credo che non sia una cosa che riguarda solo la musica. Qualunque persona cresciuta in periferia quando ha 18 anni vuole spostarsi in città perché è lì che succede tutto. Una cosa molto bella delle città che non c’è molto in Italia sono le scene. A Milano per quanto mi riguarda non c’è una scena. Magari esistono delle microscene di alcune cose un po’ più di nicchia, che conosco in parte o non conosco nemmeno, ma a livello di numeri un po’ più grossi per me non esistono delle scene al momento nelle città italiane. È successo magari un po’ a Roma, è successo un po’ con la musica elettronica a Torino, ma a mio parere la scena è un po’ più di quello che c’è qua. È anche ciò che mi piace dell’estero: ad esempio a Londra, Berlino, in un sacco di città inglesi esistono tante scene di tanti generi musicali e quello sarebbe un buon motivo per essere in una città.»
I progetti dopo Magica Musica
L’album d’esordio di Venerus – Magica Musica – è uscito a febbraio 2021. Nel frattempo l’artista sta lavorando a nuovi progetti e ha intenzione di fare uscire musica molto presto.
«Al momento non ho date di scadenza perché non ho neanche un lavoro compiuto, ma sto sicuramente lavorando tanto in questo periodo, anche per capire qual è il passo successivo a livello di sound – che poi in realtà succede un po’ in automatico, non è che lo pianifico troppo. Però sicuramente vorrei far uscire un po’ di musica entro l’estate, mi piacerebbe fare un percorso ricco di uscite. Mi sono preso una pausa dopo Magica Musica, vorrei riprendere il ritmo.»
Piano soltanto
Mi sono infine chiesta se ci fosse un motivo in particolare che avesse spinto Venerus ad utilizzare questo format – Piano soltanto – per un traguardo importante come la prima tournée fuori dall’Italia. Nell’ultimo tour nazionale, Estasi degli angeli, il cantautore infatti era accompagnato dalla band.
«Ci sono prevalentemente 2 motivi: il primo è quello più logico. Quando suono in Italia siamo in 8 sul palco, aggiungici vario personale che lavora, alla fine giriamo in circa 13/14 persone. È una scelta mia, ma ovviamente è anche un investimento, cosa che ora all’estero per il tipo di artista che sono non posso ancora completamente permettermi di fare. Piuttosto che fare le cose male, avendo la possibilità – suonando io tanti strumenti – è un’occasione per provarci da solo.
Questo è il motivo logistico, ma al di là di questo è anche un po’ una sfida: a me l’idea di fare concerti da solo piace molto perché si crea una dimensione speciale. Da un certo punto di vista quello che sto cercando di fare io all’estero è andare a scoprire che cosa c’è fuori, sperimentandolo sulla mia pelle. Quindi l’idea di farlo da solo, quasi ricominciando da zero, non dando per scontato che in Italia ormai ho un seguito e posso permettermi di fare certe cose, è molto stimolante a livello artistico. È una sfida per non avere scuse e dover veramente dare tutto.»
Venerus: Piano Soltanto
30/11/2022 – apertura porte 19:00, inizio concerto 21:00
Privatclub, Skalitzer Str. 85-86, 10997 Berlin
Biglietti 20,50€, acquistabili qui
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Immagine di copertina: Screenshot da YouTube