La storia di Kafka e delle lettere firmate da una bambola per una bambina del parco di Steglitz, Berlino
Dal 1923 fino alla sua morte, Kafka visse a Berlino. C’era già stato per un lungo periodo nel 1914. Tra le tante avventure, il suo soggiorno in città ha dato vita anche a una leggenda che – vera o no – è ormai parte stessa della storia della capitale tedesca
di Gerhard Schneider*
Il 3 agosto 1923, a 40 anni Franz Kafka, che non si è mai sposato e non aveva figli, passeggiava per lo Stadtpark Steglitz, il parco dell’omonimo quartiere di Berlino, quando incontrò una bambina di nome Elsi che piangeva perché aveva perso Brigida, la sua bambola preferita.
Lei e Kafka cercarono a lungo la bambola senza successo.
Kafka allora le disse di incontrarsi sempre lì il giorno dopo, che avrebbero ripreso a cercarla.
Il giorno dopo si rincontrarono, ma mentre la ricerca si prolungava senza successo, Kafka diede alla bambina una lettera “scritta” dalla bambola che diceva: “per favore non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure.”
Così iniziò una storia di lettere della bambola alla bambina che proseguì quasi fino alla morte di Kafka, avvenuta solo un anno dopo, il 3 giugno 1924.
Durante i loro incontri Kafka leggeva alla bambina le lettere della bambola Brigida accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la piccola Elsi trovava adorabili.
Un giorno Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) dicendole che Brigida era tornata a Berlino.
“Non assomiglia affatto alla mia bambola”, disse la bambina.
Kafka allora le consegnò un’altra lettera in cui la bambola scriveva: “i miei viaggi, mi hanno cambiato”. La bambina abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa.
Un anno dopo Kafka morì.
Molti anni dopo, Elsi ormai adulta trovò una letterina dentro la bambola.
Nella minuscola lettera firmata da Kafka c‘era scritto:
“Tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l’amore tornerà in un altro modo”.
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L’autore del racconto: Gerhard Schneider
*Gerhard Schneider è un medico di 73 anni originario di Dusseldorf che ha vissuto alcuni anni con la moglie in Italia, al Lido di Venezia. “La lingua italiana è diventata qualcosa di simile alla mia seconda madrelingua – e a causa della nostalgia siamo di nuovo al Lido come turisti. Ho letto Berlino Magazine perché a volte offre una visione “esterna” sulla Germania. Questo è importante per me come europeo”.
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