Germania, si discute l’estensione dell’attività delle centrali nucleari

La crisi energetica e il rischio di un inasprimento della situazione, dovuto ad un possibile ulteriore taglio delle forniture di gas da Mosca nei confronti della Germania, ha accesso il dibattito sulle centrali nucleari

Sull’orlo di una “gravissima crisi economica” – come affermato dal Ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP) – a causa della crisi energetica che sta colpendo la Germania, ogni fonte energetica nazionale, compreso il nucleare, è messa al vaglio. Il governo tedesco teme, infatti, che la Russia possa avvalersi della manutenzione annuale del principale gasdotto di esportazione verso la Germania per tagliare integralmente le forniture di gas al Paese. La dipendenza energetica della più grande economia europea è ancora profondamente legata a Mosca, e ulteriori ridimensionamenti dei flussi di gas aumentano esponenzialmente il rischio di una crisi energetica, e con essa economica, già alle porte. Il tentativo di scongiurare la recessione ha indotto il governo a valutare le varie strade percorribili, seppur non garanti di una vera risoluzione ma alternative emergenziali. Oltre alla possibile riapertura delle centrali elettriche a carbone, alcuni membri del governo hanno chiesto di posticipare il phaseout dell’energia nucleare in Germania.

La situazione attuale e la discussione sul posticipo della chiusura delle centrali nucleari

La decisione della chiusura delle centrali nucleari è stato un impegno del governo dell’ex Cancelliera Angela Merkel a seguito del disastro nucleare di Fukushima del 2011. Lo scorso anno, nel 2021, tre delle sei centrali nucleari ancora attive in Germania erano state chiuse, e i leader dei servizi pubblici si sono preparati per la chiusura dei tre reattori rimanenti entro la fine del 2022.

Pochi giorni fa, la Russia ha tagliato circa il 60% del flusso di gas proveniente attraverso il Nord Stream 1 e il condotto, principale fonte di approvvigionamento per la Germania e l’Europa, sarà chiuso per circa due settimane da metà luglio per i lavori estivi annuali su di esso, rendendo ancora più instabile la già vacillante fornitura di gas. Carsten Rolle della BDI – La Bundesverband der Deutschen Industrie, è la confederazione di parte datoriale che raggruppa tutte le federazioni di settore dell’industria tedesca – ha affermato che nei precedenti periodi di manutenzione programmata su NS1 Gazprom, il colosso energetico russo, aveva compensato il deficit inviando alla Germania più gas attraverso l’Ucraina o tramite il gasdotto Yamal-Europa attraverso la Polonia. “Ma c’è la preoccupazione che quest’anno non lo faranno”. “Hanno già tagliato i flussi attraverso NS1 del 60% e non hanno compensato con un aumento dei flussi attraverso altri gasdotti” ha commentato. Molte autorità e vertici della politica sospettano, infatti, che la manovra di Mosca sia una strategia politica, un risposta alle sanzioni dell’UE. “La conclusione che resta è che si tratta di un atto ostile”, ha affermato Timm Kehler, capo dell’ente commerciale Zukunft Gas.

Il Ministro delle Finanze Christian Lindner, a tal proposito, ha avvertito questa settimana che il Paese è sull’orlo di una “gravissima crisi economica” e che il governo deve esplorare tutte le strade per colmare le lacune nell’approvvigionamento energetico della nazione. Alcuni membri del governo e dell’opposizione, alla luce dell’emergenziale situazione attuale, hanno chiesto il posticipo della chiusura delle centrali nucleari ancora in funzione, le quali forniscono l’11% dell’elettricità del Paese. Il leader della CDU Friedrich Merz si è espresso durante l’Industry Day a Berlino a favore del posticipo della phaseout dell’energia nucleare. “Dovremmo assolutamente considerare di lasciare funzionare più a lungo le tre centrali nucleari rimanenti in Germania”, ha affermato. “Sappiamo che questo è sia tecnicamente possibile che legalmente giustificabile”.

La posizione del Cancelliere Olaf Scholz (SPD) e degli operatori delle centrali nucleari

Olaf Scholz si è espresso contrariamente all’estensione dell’attività delle centrali. Ha dichiarato che secondo l’opinione degli esperti sarebbe troppo complesso reperire le barre di combustibile per i restanti reattori nucleari e che, al momento “nessuno mi ha fornito un piano concretamente realizzabile”. Posizione al momento condivisa dal Ministro dell’Economia Robert Habeck e il Ministro dell’Ambiente Steffi Lemke (entrambi verdi), i quali hanno dichiarato che i rischi economici, legali e di sicurezza sono troppo elevati.

I tre gestori delle centrali nucleari ancora in funzione in Germania hanno rifiutato le proroghe della loro durata.  Martedì, il CEO di RWE, compagnia elettrica tedesca, Markus Krebber ha dichiarato all’agenzia di stampa tedesca (Dpa): “La nostra centrale elettrica di Emsland è orientata verso l’eliminazione graduale entro la fine dell’anno, coincidendo con il termine del carburante. Il funzionamento continuato oltre il 31 dicembre 2022 si scontrerebbe con problemi di natura tecnica, più che relativamente ai permessi”.

Tuttavia il dibattito è ancora aperto. Sono molte le posizioni di politici ed esperti del settore che, nonostante in tempi normali non sarebbe vantaggioso incorrere negli ostacoli da dover affrontare in caso del mantenimento delle attività delle centrali, sostengono che data la situazione emergenziale e l’importanza di attingere a ogni fonte di energetica disponibile, sono problemi che sono concretamente sormontabili.

L’attuale stoccaggio di gas in Germania

La riduzione dei flussi al momento sta avendo un impatto decisamente meno gravoso rispetto alle ripercussioni che avrà nel periodo invernale – i consumi di gas, infatti, durante l’estate sono circa un quinto del volume utilizzato durante l’inverno. Tuttavia il suo effetto è già rilevante sugli sforzi del governo tedesco di riempire gli impianti di stoccaggio del gas prima della stagione invernale. Lo stoccaggio è attualmente al 58%, l’obiettivo è fissato al 90% entro il 1° novembre. A causa delle fluttuazioni a ribasso del NS1, gli importatori sono costretti ad acquistare i volumi mancanti sul mercato a prezzi molto più elevati.

“Se non riusciremo a riempire lo stoccaggio del gas entro l’autunno, cominceremo rapidamente a subire carenze di gas”, ha affermato Jörg Rothermel, responsabile dell’energia presso l’Associazione dell’industria chimica tedesca. “E il Bundesnetzagentur – regolatore federale dell’energia – dovrà iniziare a emettere ordini alle aziende per ridurre il consumo di gas o addirittura spegnere alcuni impianti di produzione”. “La Russia sembra voler mostrare all’Europa che non riuscirà a riempire il suo deposito di gas”, ha affermato Kehler. “La mia sensazione è che stia cercando di silurare l’obiettivo dell’Europa di portare i livelli di stoccaggio del gas al 90% entro il 1° novembre, e quindi indebolire politicamente l’Europa”. Un portavoce del ministero dell’Economia tedesco ha affermato che il governo è “in stretto contatto con i commercianti di gas che si stanno preparando per questa data”, riferendosi all’inizio dei lavori di manutenzione su NS1 l’11 luglio. Ha affermato che anche la Germania “stava in stretto contatto con i nostri partner europei perché sappiamo che anche le forniture di gas a Francia, Italia e Austria sono state ridotte”.

Leggi anche: Germania: saranno riaperte centrali a carbone a causa della crisi energetica

Studia tedesco a Berlino o via Zoom con lezioni di gruppo o collettive, corsi da 48 ore a 192 €. Scrivi a info@berlinoschule.com o clicca sul banner per maggior informazioni

Non perderti foto, video o biglietti in palio per concerti, mostre o party: segui Berlino Magazine anche su Facebook, Instagram e Twitter

Foto di mhollaen da Pixabay