Germania, la guerra paralizza l’industria automobilistica tedesca
Con lo scoppio della guerra, Leoni chiude gli stabilimenti in Ucraina e l’industria automobilistica tedesca si paralizza: ne risentono BMW e Volkswagen
I diversi effetti e conseguenze dello scoppio della guerra russo-ucraina si fanno sempre più tangibili e rilevanti. Essendo ad esempio quello dei sistemi di cablaggio uno dei più importanti settori dell’industria automobilistica tedesca (ha un costante bisogno di rifornimento personalizzato e immediato) la chiusura degli stabilimenti in Ucraina di Leoni, produttore primario tedesco di fili e cavi elettrici e sistemi di cablaggio per l’automotive, ha bloccato la produzione di industrie quali BMW e Volkswagen. Come si legge in un recente articolo del sito tedesco “InFranken.de” circa 7000 dipendenti delle due sedi nelle città ucraine di Stryji e Kolomyja, infatti, sono stati mandati a casa per ovvi motivi di sicurezza dovuti allo scoppio della guerra contro la Russia. Ma il marchio bianco-blu non si arrende. Come riporta a tal proposito il quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine”, il portavoce dell’azienda BMW ha dichiarato che: “I dipartimenti specializzati responsabili sono in intensi colloqui con i fornitori per assicurare le forniture attraverso luoghi di produzione alternativi e per riavviare la produzione il più rapidamente possibile”. Leggermente più difficile è invece la situazione per la Volkswagen, il cui stabilimento principale di Wolfsburg avrà una produzione limitata a partire dalla prossima settimana. Nella settimana successiva, si prevede che la produzione si fermerà completamente. VW si aspetta anche l’interruzione della produzione nello stabilimento di veicoli commerciali di Hannover a partire dalla prossima settimana. Anche il sito di Emden sarà probabilmente interessato, anche se la pianificazione non è ancora stata completata. Ciononostante, la loro task force pare continui a lavorare per trovare soluzioni.
La delicata procedura dei sistemi di cablaggio per auto
Le auto di oggi, con tutti i loro sistemi di assistenza alla guida, hanno bisogno di sistemi di cablaggio più intelligenti che mai. Questo rende il processo di produzione ancora più complesso. Sono necessari innumerevoli cavi, che vengono avvolti insieme in un’imbracatura che pesa circa 60 chilogrammi per poi essere inseriti nelle auto. Si parla di un’installazione di quattro o cinque metri di cablaggio per veicolo. Ogni parte, per lo più fatta a mano, è unica ed è una delle componenti più costose dell’autovettura. Si consideri, inoltre, che gli impiegati di Leoni sono quasi 100.000, in 30 paesi diversi. Lo specialista di cavi e sistemi di cablaggio altamente svantaggiato dall’attuale conflitto è in piena riqualificazione. Dalle sue fabbriche, l’azienda fornisce sistemi di cablaggio a Volkswagen, BMW & Co. Ogni giorno, i camion trasportano i pesanti cablaggi attraverso le frontiere. È un processo che non può essere facilmente sostituito. Per rimpiazzare queste capacità produttive, sarà necessario spostare la produzione in un altro paese, processo che, secondo l’industria, richiede almeno dai tre ai sei mesi.
Minacce di crisi a BMW e VW: nulla di nuovo
Le maggiori industrie tedesche di automobili erano già state multate o penalizzate altre volte nel corso degli ultimi anni. A luglio 2021, giusto per citarne una, la loro sanzione prevedeva un pagamento di 875 milioni di euro per comportamento collusivo. In poche parole, esse impedivano lo sviluppo della tecnologia “AdBlue” atta a diminuire le emissioni dei gas di scarico in accordo con la normativa europea. Al di là di ciò, comunque, in Germania l’industria automobilistica sembra non volersi fermare mai nonostante le gravi e numerose minacce e ostacoli, nemmeno per cause di forza maggiore.
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Foto di copertina BMW ©pexels da Pixabay