Femminile, il festival di Berlino dedicato al miglior cinema con protagoniste donne
Il festival “Femminile, plurale” presenta un programma profondo ed emozionante con 11 film di registe italiane. Ecco il programma completo
Ad eccezione di grandi registe come Liliana Cavani e Lina Wertmüller, nel cinema italiano non c’erano registe donne. Ora il panorama sta cambiando grazie ad una scena più ricca e inclusiva che vede come protagoniste registe come Elisa Amoruso, Laura Bispuri, Giorgia Cecere e tante altre ancora. Con 11 film “Femminile, plurale“, offre uno scorcio del cinema femminile nell’Italia contemporanea. Con la sua selezione, il festival vuole presentare questo piacevole sviluppo ad un pubblico sempre più ampio e vario. Femminile, plurale è presentato da Cinecittà, sostenuto dall’Istituto Italiano di Cultura di Berlino. Con la sua prima edizione a Berlino, il 7 aprile 2022 nel cinema “Kant Kino” presenzierà anche l’ambasciatore italiano Armando Varricchio che ha già dichiarato: “La rassegna ‘Femminile, Plurale’ riprende e fa vivere lo spirito della Berlinale. Ritengo che uno sguardo femminile sul mondo sia quanto mai necessario e opportuno in questo momento storico. L’arte, la cultura, il cinema, la creatività hanno il potere di aiutare a comprendere la realtà di oggi e a immaginare – e plasmare – quella di domani.”
Il festival si sposterà poi in Inghilterra a Londra e a Tel Aviv, Israele. “Femminile, plurale” presenterà una panoramica multistrato ed emozionante attraverso i film di registe italiane contemporanee di successo che stanno rivoluzionando il cinema italiano. Qui vi presentiamo i lungometraggi e le rispettive registe.
Film d’apertura: Vergine Giurata (Sworn Virgin)
Regia: Laura Bispuri, Spielfilm, ITA/CH/D/AL 2015, 90 minuti
Il pluripremiato lungometraggio drammatico Vergine Giurata (2015) (in inglese, SWORN VIRGIN) di Laura Bispuri apre il festival. Oltre all’attrice protagonista Alba Rohrwacher, anche la regista è attesa a Berlino per la proiezione. Schaubühne Lars Eidinger, la star tedesca, può essere vista in un piccolo ruolo.
Hana è un’orfana albanese, che vive con un montanaro sposato e con una figlia di nome Lila, sua coetanea. Visto il contesto nel quale vive Hana è costretta a seguire le rigide regole del Kanun, un codice di diritto consuetudinario albanese. Le regole di questo codice impongono alla donna di autoproclamarsi uomo in mancanza di figli maschi e Hana si trova costretta a diventare Mark, condurrà così una vita simile a quella di un uomo. Molti anni dopo arriverà in Italia, il contatto con una cultura diversa le consentirà di riscoprire la Hana sepolta da un ruolo tanto duro quanto fragile.
Dopo aver studiato cinema all’Università La Sapienza di Roma, la regista Laura Bispuri ha realizzato dapprima due lungometraggi e diversi cortometraggi. “Passing Time” ha ricevuto il Premio David di Donatello per il miglior cortometraggio. Nel 2011, ha vinto il Nastro d’Argento come talento emergente dell’anno grazie al cortometraggio Biondina.
Il suo primo lungometraggio “Vergine Giurata” è stato presentato in anteprima nel 2015 in concorso alla Berlinale e successivamente è stato proiettato in oltre 80 festival e ha vinto altri numerosi premi.
Miss Marx
Regia: Susanna Nicchiarelli, Spielfilm, IT/BE 2020, 107 minuti
Eleanor, detta Tussy, è “la più coraggiosa” delle tre figlie del filosofo e teorico politico tedesco Karl Marx. È lei che ne porta avanti l’eredità, anche perché una sorella, Jenny, è morta poco prima del padre, e l’altra, Laura, si è trasferita in Francia. Ma sono soprattutto l’intelligenza e l’indole combattiva di Eleanor a fare di lei la persona più adatta a tenere viva la fiamma del pensiero paterno. Dunque è lei a battersi per i diritti dei lavoratori, le pari opportunità nell’ambito dell’istruzione e il suffragio universale, nonché contro il lavoro minorile. Ma nella vita privata Eleanor non è così lucida e determinata: il suo compagno di vita, Edward, è infatti uno spendaccione fedifrago di cui lei non sa liberarsi.
La regista Susanna Nicchiarelli, nata a Roma nel 1975, ha completato i suoi studi cinematografici al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma nel 2004. La sua carriera è iniziata grazie ad una collaborazione con Nanni Moretti e i suoi primi lavori di sceneggiatura e regia in documentari e cortometraggi. Grazie al suo primo lungometraggio Cosmonauta (2009) vince il Premio Controcampo alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Ha partecipato alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con un film sugli ultimi anni della cantante Christa Päffgen, in arte Nico. La pellicola, molto apprezzata dalla critica, ha vinto il premio Miglior Film nella sezione Orizzonti ed è uscita nelle sale italiane il 12 ottobre 2017.
Corpo Celeste (Für den Himmel Bestimmt)
Regia: Alice Rohrwacher, Spielfilm, ITA/CH/FR 2011, 100 minuti
Dopo 10 anni in Svizzera, la tredicenne Marta torna nel sud Italia con la sua famiglia. Una Reggio Calabria di cui Marta non conserva più alcun ricordo la mette alla prova senza sosta. Oltre una città straniera e i suoi confini anche la realtà del catechismo si presenta come una realtà di degrado umano e sociale.
La regista e sceneggiatrice italiana Alice Rohrwacher fa il suo esordio come regista nel 2006 con la direzione de “La Fiumara”, episodio del documentario collettivo “Checosamanca”, prodotto da Carlo Cresto-Dina. Nel 2011 presenta il film Corpo Celeste che le vale il conferimento del Nastro d’argento al miglior regista esordiente.
Euforia
Regia: Valeria Golino, Spielfilm, IT 2018, 110 minuti
Il lungometraggio ci presenta due fratelli estremamente diversi tra loro: Matteo ed Ettore. Il primo è un imprenditore carismatico e apertamente omosessuale, mentre il secondo è un uomo pacato che vive ancora nella piccola città di provincia dove entrambi sono nati e cresciuti. La scoperta della malattia di Ettore permette ai due fratelli di avvicinarsi e conoscersi veramente.
Valeria Golino è un’attrice, regista e ex modella italiana. Nel corso della sua carriera di attrice cinematografica ha inoltre vinto 3 David di Donatello, 4 Nastri d’argento, 3 Globi d’oro e 3 Ciak d’oro. Per ben due volte è stata premiata con la Coppa Volpi alla migliore attrice nel corso della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Maternal
Regia: Maura Delpero, Spielfilm, IT/ARG, 2019, 91 minuti
Ambientato in un hogar, convento di suore italo-argentine che accoglie ragazze adolescenti madri, a Buneos Aires, il lungometraggio vede come protagoniste tre giovani donne molto diverse tra loro. Suor Paola (Lidiya Liberman) è una giovane suora che arriva dall’Italia per terminare il suo periodo di formazione e prendere i voti perpetui. Lu (Agustina Malale) e Fati (Denise Carrizo) sono invece due madri minorenni, la cui vita è stata radicalmente trasformata. Il convento sarà il luogo di un forte corto circuito emotivo.
Maura Delpero è una regista, sceneggiatrice e insegnante italiana, nota per aver diretto il documentario Signori professori.
Dopo aver studiato letteratura a Bologna e Parigi, ha studiato drammaturgia e sceneggiatura a Buenos Aires. Nei suoi documentari esplora i confini della finzione. Ha vinto numerosi premi per il suo lavoro ai festival in tutto il mondo.
Il film Maternal è stato presentato nella Competizione Internazionale del ’72. Locarno Film Festival, dove ha vinto quattro premi.
Piccolo Corpo (Small Body)
Regia: Laura Samani, Spielfilm, ITA/FR/ SI 2021, 89 minuti
Agli inizi del 900, in un’isoletta del Nordest, Agata partorisce una bambina nata morta e il prete della comunità di pescatori cui appartiene si rifiuta di battezzarla. La giovane donna non accetta che sua figlia resti senza nome e un uomo le indica un posto in Val Dolais, fra le montagne innevate dell’estremo nord, dove c’è una chiesa in cui risvegliano i bambini nati morti. Agata intraprenderà il viaggio verso quel santuario a metà fra il religioso e il pagano.
Laura Samani è nata a Trieste nel 1989. Dopo la laurea in filosofia e letteratura all’Università di Pisa, ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma. Il suo cortometraggio di laurea “THE SLEEPING SAINT” è stato presentato in anteprima alla Cinéfondation di Cannes nel 2016. Da allora, ha ricevuto riconoscimenti e premi internazionali in diversi festival internazionali.
Il corpo della sposa (Flesh out)
Regia: Michela Occhipinti, Spielfilm, ITA 2019, 95 minuti
Verida, una ragazza della Mauritania, viene svegliata dalla mamma una mattina con una comunicazione speciale: è stato trovato il suo futuro marito, e ora inizia la pratica del gavage, secondo cui una futura sposa deve ingrassare decine di chili prima del ‘sì’ per soddisfare i criteri estetici degli uomini del luogo.
Michaela Occhipinti è nata a Roma nel 1968. Ha trascorso la sua infanzia tra Roma, Hong Kong, Ginevra e Marocco. A Londra ha iniziato a lavorare come ricercatrice e assistente di produzione. Dal 1995 vive a Roma, dove ha lavorato a vari progetti nazionali e internazionali. Il suo film “Il corpo della sposa” è stato presentato in anteprima mondiale nel 2019 alla Berlinale.
Fiore gemello (Twin Flower)
Regia: Laura Lucchetti, Spielfilm, ITA 2018, 93 minuti
Anna è una giovane donna in fuga dal trafficante di esseri umani che ha ucciso suo padre, mentre Basim è un ragazzo scappato dalla Costa d’Avorio nella speranza di una vita migliore. I due si incontrano in Sardegna.
La regista e sceneggiatrice Laura Lucchetti inizia la sua carriera nel 2009 due segmenti del film Feisbum. Nel 2018 scrive e dirige il film Fiore Gemello, presentato al Toronto International Film Festival nel 2018, dove ha ricevuto una menzione d’onore dalla giuria del Premio “Discovery FIPRESCI”, vincendo anche il titolo di miglior film al Metropolitan Film Festival di New York.
Normal
Regia: Adele Tulli, Dokumentarfilm, IT/SWE 2019, 67 minuti
Il documentario cinematografico di Adele Tulli, formalmente semplice ed esteticamente convincente, riguarda rigidi ruoli di genere e la sottomissione ai dettami della (etero)normatività. La regista concentra la telecamera su azioni, rituali e scene quotidiane e fa apparire alcune situazioni stranianti attraverso un montaggio contrapposto di immagini e suoni.
Adele Tulli ha fatto ricerche sull’estetica cinematografica sovversiva in contesti queer e femministi. È interessata alle forme documentarie sperimentali, così come agli studi di genere e all’antropologia visiva. I suoi film sono stati proiettati in numerosi festival e hanno vinto premi in tutto il mondo.
Dove cadono le ombre (Where the Shadows Fall)
Regia: Valentina Pedicini, Spielfilm, IT 2017, 104 minuti
Anna, infermiera di un vecchio istituto per anziani, è tra quelli che stanno provando a dimenticare e a ricostruire un rifugio accogliente sulle ceneri dell’ex orfanotrofio in cui è cresciuta. Ma quando dal passato riappare Gertrud, una vecchia signora dai modi gentili, tutto precipita e il nastro dell’orrore si riavvolge.
La regista e sceneggiatrice italiana Valentina Pedicini si è diplomata nel 2010 alla ZeLIG International School of Documentary, e nel 2013 vince il premio Solinas per il miglior documentario con il suo Dal profondo, presentato alla Festa del cinema di Roma del 2013. Il suo unico lungometraggio di fiction “Dove cadono le ombre” fu presentato in concorso alla Giornata degli Autori della 74ª Mostra del cinema di Venezia.
Fuoristrada (Off Road)
Regia: Elisa Amoruso, Dokumentarfilm, IT 2013, 70 minuti
Il meccanico d’auto Pino vuole diventare una donna. Come transessuale chiamato Beatrice, incontra l’infermiera Marianne e i due si innamorano. Il film documenta il loro amore e i problemi sociali che i due amanti incontrano quando vogliono sposarsi a Roma.
Laureata in lettere all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, la sceneggiatrice e regista italiana Elisa Amoruso, ottiene il diploma in sceneggiatura al Centro sperimentale di cinematografia, esordendo come regista nel 2020 con Maledetta primavera. Vince al Festival internazionale del film di Roma 2013 con la menzione speciale nella sezione “Prospettive” per il film documentario “Fuoristrada”.
I Basilischi (Die Basilisken)
Regia: Lina Wertmüller, IT 1963, 85 minuti
Francesco, Sergio e Antonio sono tre giovani privilegiati che vivono in un tipico paesino di provincia, situato tra la Puglia e la Basilicata: il film è il ritratto della loro vita, ormai troppo intrisa di apatia, per poter far loro desiderare davvero di spiccare il volo verso mete più stimolanti.
Lina Wertmüller, sceneggiatrice, regista e scrittrice italiana, è stata la prima donna ad essere candidata agli oscar come miglior regista per il film Pasqualino Settebellezze. Nel 2020 le è stato assegnato il premio Oscar onorario.
Fantasia ‘e surdate (Die Phantasie Des Soldaten)
Regia e sceneggiatura: Elvira Notari, IT 1927, 40 minuti
Fantasia ‘e surdate è un film che contiene elementi ricorrenti della produzione cinematografica della Notari. L’amore, la gelosia, il tradimento, la famiglia distrutta, la mala femmina e l’onore conquistato in battaglia. Giggi viene sedotto da una bella venditrice di fiori per poi essere lasciato. Si innamora di nuovo di Rosa, donna esperta e scostumata ma non viene ricambiato. Giggi, che aveva rubato alla madre i gioielli e il denaro dal fratello guadagnato lavorando duramente, si suicida per la vergogna e la disperazione, lasciando all’amata Rosa una lettera in cui le chiede di restituire i gioielli alla madre.
Elvira Notari è stata una regista cinematografica italiana la prima in assoluto in Italia e una delle prime della storia del cinema mondiale. Si è lasciata alle spalle una produzione che, tra il 1906 e il 1929, conta oltre 60 titoli di lungometraggi e centinaia tra cortometraggi e documentari.
Femminile, plurale
Da giovedì 7 a domenica 10 aprile 2022
Oltre alla proiezione al cinema sarò possibile visionare i lungometraggi anche su Internet. Tutti i film saranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in tedesco.
Per i link di visualizzazione e le interviste, si prega di contattare l’agenzia di stampa supervisore ZOOM Medienfabrik.
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Immagine di copertina: Screenshot da Youtube