Mario Draghi, screenshot preso da https://www.youtube.com/watch?v=x_q84OKXo7A&t=1083s

Per la tedesca RND Draghi sta smantellando le riforme populiste di Lega e 5stelle

Draghi mette fine alle riforme dei populisti. La testata tedesca RND ne parla e critica duramente le politiche del governo Conte I

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi sta smantellando le riforme volute da Lega e Movimento 5stelle quando erano insieme al governo tra il 2018 e il 2019. In particolare si tratta della riforma “Quota 100”, promossa dall’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha abbassato l’età pensionabile. L’altra manovra che ora Draghi vuole invertire è il Reddito di Cittadinanza, baluardo dell’agenda politica del Movimento 5stelle. Ne parla la testata tedesca RND, la quale non trattiene le critiche nei confronti di quelle che vengono chiamate “riforme populiste”. Il giornale le definisce “regali elettorali” e sottolinea che “sono costati allo Stato italiano – fortemente indebitato – più di 30 miliardi di euro”. Descritte da RND come misure che hanno pesato fortemente sul bilancio e sull’economia dell’Italia, l’articolo riporta la decisione dell’attuale Presidente del Consiglio di cambiare rotta. Tutto questo mentre Lega 5 e 5stelle fanno ancora parte del governo guidato da Draghi.

Cosa hanno comportato le “riforme populiste” per l’Italia

L’articolo di RND descrive le riforme volute dal “governo populista” come fondamentalmente disastrose. Non usa mezzi termini nel fare un bilancio dei loro effetti sull’economia e la qualità di vita in Italia. Prima di tutto sottolinea che “abbassamento dell’età pensionabile non ha aumentato l’occupazione in Italia, ma l’ha abbassata”. C’è una sostanziale differenza con quanto promesso da Salvini, il quale aveva promosso ‘Quota 100’ come una misura per aumentare l’occupazione giovanile. “In verità”, riporta il giornale tedesco, “è successo esattamente il contrario: solo un posto di lavoro su tre che si è reso vacante è stato sostituito da una nuova assunzione. Per la maggior parte delle aziende, ‘Quota 100’ si è rivelata un’opportunità gradita per i tagli e la razionalizzazione dei posti di lavoro.”

In merito al Reddito di Cittadinanza, invece, RND scrive che “non ha affatto ‘abolito la povertà’, come avevano strombazzato i ‘grillini’ il giorno in cui il provvedimento è stato approvato dal governo populista”. Esistono infatti grossi difetti in questa misura pensata per aiutare gli italiani che vivono sotto la soglia di povertà e per aumentare l’occupazione nel Paese. Il giornale evidenzia che “il reddito di cittadinanza non è stato concepito per aiutare i disoccupati a tornare al lavoro. Al contrario, ha incoraggiato il lavoro nero”. Nel complesso, lo Stato italiano ha investito 20 miliardi per il reddito di cittadinanza. Mentre invece per ‘Quota 100’, l’allora governo ne aveva spesi circa 11. In pieno stile populista, il giornale tedesco descrive le misure come “regali” rivolti alla base elettorale dei due partiti. Tutto questo a discapito dell’economia italiana, già fortemente danneggiata dalla crisi.

Le ripercussioni della scelta di Draghi a livello pratico e politico

Ora il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha deciso di smantellare le misure populiste. In questo modo risulta ancora più radicale la sua presa di distanza da un tipo di politiche che mira a fare breccia sulle paure e sui rancori condivisi da una buona parte della società italiana. Draghi piuttosto lascia alla razionalità il compito di guidare il suo governo. Così, ‘Quota 100’, misura che il governo Conte I aveva approvato per tre anni, non sarà rinnovata. Si torna dunque all’età pensionabile di 67 anni. Diversamente, il governo Draghi non abolirà il Reddito di Cittadinanza. Tuttavia, si opererà una riforma sostanziale. A livello politico, la decisione di Draghi avrà grosse ripercussioni sull’immagine della Lega e del Movimento 5stelle. Nonostante i due partiti siano infatti parte dell’attuale governo, il Presidente del Consiglio è deciso a portare avanti l’abolizione delle due più importanti misure populiste. RDN evidenzia che “sia la Lega che i Cinque Stelle rischiano una notevole perdita di faccia”.

 

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Immagine di copertina: Mario Draghi, screenshot preso da YouTube