Le donne che hanno cambiato la storia del Bauhaus
A poco più di 100 anni dalla fondazione del Bauhaus, la scuola che ha rivoluzionato l’arte del novecento, vi raccontiamo la genialità delle donne che ve ne hanno fatto parte.
Nota per essere la scuola d’avanguardia tedesca – Il Bauhaus (r)esistette per soli 14 anni: dal 1919 al 1933. Eppure le idee rivoluzionarie e innovative apportate, riecheggiano ancora oggi nei vari ambiti culturali. Fu la prima istituzione a unire architettura, design e arti (simbolicamente rappresentate dalle tre stelle presenti sulla torre dell’edificio, posto sul manifesto della scuola nel 1919). Chiusa e riaperta, per ragioni politiche, dapprima a Weimar e successivamente a Dessau e Berlino, fu diretta da Walter Gropius, Hannes Meyer e Ludwig Mies van der Rohe. L’obiettivo era ripensare il design, smettere di accettare le cose nel loro aspetto più banale e reinventare gli oggetti d’uso quotidiano. L’intento era quello di proporre l’idea di opera d’arte nella sua totalità. Gli ideali proposti dal Bauhaus si diffusero in tutto il mondo e influenzano ancora oggi l’arte e il design. Grandi artisti come Josef Albers, Paul Klee e Marcel Breuer, hanno rappresentato pienamente l’ ideologia proposta dalla scuola. Le grandi figure femminili che contribuirono e lasciarono un segno indelebile all’interno della scuola, sono state spesso messe in ombra. Tuttavia alcune donne sono riuscite ad affermarsi, tra cui Gertrud Arndt, Marianne Brandt, Anni Albers, Gunta Stölzl, e vogliamo raccontavi, in minima parte, le loro incredibili storie.
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Il ruolo delle donne all’interno del Bauhaus
«Vengono ammesse tutte le persone incensurate, senza riguardo all’età o al sesso. Nessun riguardo particolare per le donne, quando si tratta di lavoro siamo tutti artigiani […] assoluta parità di diritti, ma anche assoluta parità di doveri. Non ci deve essere differenza tra il sesso più bello e quello più forte.» Parole con cui Walter Gropius, fondatore e direttore del Bauhaus, volle esplicitare il programma dela scuola. Tra le novità apportate – tra cui il metodo di insegnamento utilizzato riassunto nello slogan “apprendere facendo” – troviamo anche l’ammissione delle donne senza limitazione di genere. Le donne all’interno della scuola, circa la metà rispetto agli uomini presenti, non erano ammesse a tutti i laboratori. Ad esempio fu loro precluso il corso di architettura, riservato esclusivamente agli uomini. Le donne venivano assegnate essenzialmente al laboratorio di tessitura, ceramica e rilegatura. Tuttavia non tutte accettarono l’orientamento a questi laboratori e alcune rappresentarono dei casi eccezionali, come Marianne Brandt, che prese parte al laboratorio di metalli, prettamente di dominio maschile. Inoltre le donne partecipavano all’allestimento per la realizzazione delle esperienze teatrali di Oskar Schlemmer.
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Gunta Stölzl
Tra le personalità più interessanti presenti al Bauhaus, fin dalla sua apertura, ricordiamo Gunta Stölzl. Essa prese parte al laboratorio di tessitura, che successivamente diresse. Il suo contributo al laboratorio fu di fondamentale importanza. A lei si devono le meravigliose tappezzerie e gli arazzi realizzati con decorazioni essenzialmente geometriche e astratte, dove vige l’accostamento tra forme e colori, spesso con l’utilizzo di diversi materiali.
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Tra i vari lavori, Stölzl realizzò i rivestimenti tessili per alcuni dei più famosi mobili progettati da Marcel Breuer.
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Marianne Brandt
Marianne entrò a far parte del Bauhaus nel 1924 e fu l’unica donna a portare a termine il diploma nel laboratorio di metalli. A lei si devono alcuni dei pezzi di design più iconici della scuola, destinati a divenire emblematici dello stile Bauhaus. Tra le sue realizzazioni vi sono vari tipi di apparecchi per l’illuminazione. Tra questi la “Kandem“, l’iconica lampada da comodino.
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Marianne ebbe la possibilità di implementare le sue esperienze, lavorando per lo studio di architettura di Gropius, con il compito di ispezionare il design e la fabbricazione di arredamenti, successivamente prodotti in serie. A questo proposito vanno ricordati i posacenere disegnati per Alessi nel 1924 e altri centinaia di oggetti caratterizzati da linee essenziali, minimali e rigide ma incredibilmente moderne e ancora attuali a distanza di quasi un secolo.
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Anni Alberts
La Alberts approdò al Bauhaus di Weimar nel 1922 e dopo aver frequentato un corso preliminare entrò nel laboratorio di tessitura, realizzando le sue produzioni artistiche al telaio. Albers dimostrò fin da subito la sua abilità e le sue sperimentazioni scientifiche si intensificarono, attraverso l’uso di nuovi materiali. Già dal 1925 creò un nuovo tipo di tessuto: fonoassorbente e luce riflettente in cotone e cellophane, installato nell’auditorium della scuola sindacale Hannes Meyer a Bernau, per migliorarne l’acustica. Nel 1930 venne stipulato un accordo con la Polytex, fabbrica tessile di Berlino, per la vendita su licenza di prodotti realizzati dal Bauhaus.
Lucia Schulz
Conosciuta come Lucia Moholy, moglie di László Moholy-Nagy, uno degli insegnanti più noti del Bauhaus e collaboratore di Walter Gropius. Lucia, riuscì a non rimanere nell’ombra del marito e fu una nota fotografa e redattrice. Le sue fotografie documentarono le architetture e i prodotti del Bauhaus nelle campagne pubblicitarie. All’interno nella scuola lavorò come tecnico della camera oscura e fu incaricata nel 1926 di documentare le fasi di costruzione del nuovo edificio del Bauhaus progettato da Gropius a Dessau. Gli scatti ritraggono vari soggetti, che spaziano dalle abitazioni degli insegnanti ai ritratti degli stessi o dei loro alunni.
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Alma Siedhoff-Buscher
La Buscher si iscrisse al Bauhaus nel 1922. Da subito si appassionò alle lezioni di Kandinskij, ma il suo campo fu quello della lavorazione del legno. In particolare si specializzò nella produzione di arredi, marionette e giocattoli per bambini del tutto moderni per l’epoca, dovuti ai suoi studi pedagogici. Di particolare successo fu la serie Costruzione di una barca del 1923, costituita da blocchi di legno colorati di forme diverse che potevano essere facilmente assemblati, con lo scopo di dare forma a diverse combinazioni di oggetti. Buscher ebbe inoltre un ruolo centrale nel primo progetto abitativo del 1923 la Haus am Horn. Si occupò principalmente dell’allestimento di alcune delle stanze, in particolare quelle destinate ai bambini.
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La lista delle donne del Bauhaus non termina certo qui, ma difficilmente si riuscirebbe a raccontare la storia e l’impatto che queste figure ebbero, sia all’interno della scuola ma più in generale nel campo dell’arte. Le donne ricoprirono un ruolo di fondamentale importanza e contribuirono attivamente alla diffusione e alla conoscenza della scuola, con tempi e modalità differenti. Purtroppo molte di esse non riuscirono a emergere, spesso messe in ombra e ingiustamente dimenticate.
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Immagine di copertina: Studentesse del Bauhaus da Wikimedia – Pubblico Dominio