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Lucia Moholy, la donna chiave del Bauhaus cancellata dai libri di storia

Lucia Moholy fu una fotografa, rappresentante della Nuova Oggettività tedesca. Con i suoi capolavori contribuì alla fama della Bauhaus, ma non le fu attribuito alcun merito

Andare oltre le apparenze è una frase ormai tanto inflazionata da aver perso buona parte del suo potere. Eppure, se andassimo al di là della sua sonorità familiare e ne comprendessimo il vero significato, potremmo scoprire dei tesori inaspettati. Un esempio? L’iconico scatto del Bauhaus. Sebbene sembri la classica e forse banale rappresentazione di un edificio, in realtà nasconde in sé una serie di effetti ottici. Andando oltre le apparenze infatti, il ritratto, come per premiarci, si rivela a noi osservatori con una serie di tecniche che l’hanno reso eterno. Ma allora perché nessuno, o quasi, conosce l’autrice?

La Bauhaus

La Bauhaus fu una scuola d’arte che riscosse un’immediata fama nella Germania pre-nazista. Pubblica, mista, luogo di lavoro, di studio e abitazione degli artisti, il suo concetto di arte si estendeva fino all’urbanistica. Espressione del Movimento Moderno, divenne immortale anche grazie agli scatti di Lucia Moholy. Il più famoso tra questi fu esposto, senza il consenso dell’autrice, all’esposizione del Bauhaus a New York nel 1938. In seguito al primo conflitto armato, la necessità di nuovi punti di riferimento trovò risposta nell’arte. L’Art Nouveau (Jugendstil in Germania) aveva cambiato inesorabilmente la concezione dell’arte, vissuta non più come appannaggio dei musei, ma come un qualcosa da vivere nelle proprie abitazioni e nell’urbanistica. La corrente, ormai al capolinea, aveva spianato però la strada al razionalismo tedesco. Con l’obiettivo di unire arte ed industria, questo raggiunse il suo apice con il Bauhaus (‘casa del costruire’), scuola d’arte fondata da Walter Gropius a Weimar nel 1919. Sebbene abbia avuto due precedenti sedi, quella definitiva fu costruita a Dessau e assunse l’aspetto di scatola cristallina, allegoria di chiarezza degli intenti dei suoi rappresentanti.

Lucia Moholy e il Bauhaus

Nel 1923, László Moholy-Nagy, pittore e fotografo di origini ungheresi vi si trasferì con sua moglie Lucia per lavorarvi come insegnante. La Moholy, con i suoi capolavori di grafica, contribuì ampiamente alle opere della Bauhaus. Purtroppo però, in seguito alla chiusura della scuola, bollata dai nazisti come ‘arte degenerata’, la fotografa fuggì in Inghilterra, affidando i suoi preziosismi negativi all’ormai ex marito, che a sua volta li passò a Gropius.

I negativi delle fotografie

Il fondatore della scuola si trasferì invece negli Stati Uniti, dove nel 1937 organizzò poi una mostra sul Bauhaus a New York, in cui non esitò a spacciare come propri i negativi della Moholy. Intanto la donna, che viveva ormai a Londra in condizioni estremamente modeste, si imbatté in una copia del catalogo dell’esposizione al MoMa. Convinta che il suo tesoro fosse andato perso, lo ritrovò invece in una serie di fotografie stampate sul catalogo, senza alcun riconoscimento a lei. Contattò allora dapprima l’ex marito ed in seguito lo stesso Gropius, che le scrisse che non avrebbe potuto restituirgliele, poiché ne faceva assiduo utilizzo. Fu solo allora che comprese il tranello in cui era caduta. Iniziò quindi una battaglia legale, che le fece ottenere la restituzione solo di alcuni dei negativi, ma ormai il danno era stato ampiamente perpetrato. Alla sua morte, nel 1989, i negativi furono donati all’archivio Bauhaus sito in Berlino.

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