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La Tesla voleva aprire il primo luglio l’impianto fuori Berlino, ma sfortuna e ritardi sono quotidiani

Altri ritardi nella realizzazione di Gigafactory, il primo impianto Tesla in Germania: il progetto rischia di fallire.

Gigafactory è il nome scelto per la prima sede di Tesla in Germania. L’impianto automobilistico doveva aprire il 1° luglio 2021 a Grünheide, nel Brandeburgo. A causa delle difficoltà degli ultimi mesi, tuttavia, si guarda ormai con scarso ottimismo all’ultimazione dei lavori. Sono molti, infatti, i cavilli burocratici ed etici che ostacolano la realizzazione dello stabilimento e Tesla potrebbe essere costretta a modificare i propri progetti. Fondata in California nel 2003, Tesla conta numerose sedi negli Stati Uniti, in Canada e in Asia. L’azienda, specializzata nella produzione di auto elettriche e di pannelli fotovoltaici, negli ultimi anni ha visto calare le proprie entrate a causa della concorrenza crescente nel settore automobilistico. Molte delle firme più famose, come Volkswagen, BMW e Mercedes-Benz, hanno recentemente iniziato a realizzare auto elettriche a prezzi più accessibili delle vetture Tesla. Si è reso quindi indispensabile per la catena statunitense allargare il proprio mercato in Europa.

La tensione è alta con l’autorità di Brandeburgo.

Molti dei rallentamenti nella realizzazione dell’impianto sono di natura burocratica. A causa delle incomprensioni con il governo del Brandeburgo, Tesla ha infatti dovuto interrompere i lavori diverse volte: la prima a dicembre 2020, dopo che l’azienda non era riuscita a pagare un acconto di 100 milioni di euro. Successivamente, a giugno, il governo aveva posto un nuovo fermo a causa della mancata consegna di moduli specifici per la produzione di batterie. Brandeburgo, che non ha ancora approvato ufficialmente il progetto, ha comunicato che Tesla avrà tempo fino al 16 agosto per risolvere i disguidi, pena l’obbligo di smantellare l’impianto. Il magnate americano ha risposto con irritazione: già lo scorso aprile, Tesla aveva inviato una lettera al governo di Brandeburgo lamentando la lentezza dei lavori.

Anche gli ambientalisti si oppongono a Gigafactory.

Oltre alle difficoltà tecniche, a ostacolare la costruzione di Gigafactory sono anche gli ambientalisti, preoccupati dell’impatto che lo stabilimento avrà sull’ambiente e sulla fauna locale. Nello specifico, il sito è habitat naturale di lucertole e rettili; in aggiunta, parte dello stabilimento si estenderà, da progetto, in un’area di tutela dell’acqua potabile. Da mesi gli attivisti organizzano manifestazioni per opporsi alla realizzazione dell’impianto, muovendosi allo stesso tempo per vie legali. Lo scorso febbraio la corte ha imposto che Tesla interrompesse temporaneamente la deforestazione dell’area per esaminare le obiezioni mosse dai Verdi.

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In copertina: Foto di capital street fx da Pixabay, CC 0