Salvatore Siciliano

«Con il Siciliano Contemporary Ballet facciamo qualcosa che a Berlino ancora non c’era»

«Io creo gli spettacoli. Io creo e assemblo gli elementi».

«Mi piace la tecnica, le linee, l’elasticità. Mi piace portare il corpo all’estremo». Sono queste le parole con cui Salvatore Siciliano, 28 anni, originario di Cosenza, ma a Berlino dal 2015, descrive l’approccio con cui costruisce le coreografie del suo balletto, l’eponimo Siciliano Contemporary Ballet fondato nel 2015. «La compagnia è nata qui, ma rappresenta una realtà a parte nel panorama della danza di Berlino. Non facciamo danze siciliane, il nome inganna. Nei miei spettacoli uso molto il nudo unito ad immagini provocatorie sia sessuali che religiose. Un’estetica pulita unita ad una gestualità provocatoria. La gente quasi si sorprende nel vedere qualcuno che si muove sul palco. Per questo motivo siamo fuori dalla scena berlinese e siamo a tutti gli effetti una realtà a parte. Ora siamo residenti in un teatro: il Pfefferberg, tra Mitte e Prenzlauer Berg, e questo da contribuendo a rafforzare il nome e la solidità della compagnia».

«Berlino è senza cornice, è più pura.»

«Ovunque sia andato ho principalmente studiato e lavorato come ballerino. Dopo essermi formato in un’accademia di Milano mi sono trasferito ad Atene. Dopo la Grecia, c’è stata Londra e dalla fine del 2013, Berlino. La città mi ha dato subito una sensazione di verità. È onesta, diretta. Londra è bellissima, ma ha più ghirigori, è come se avesse una cornice. Berlino è senza cornice, è più pura. Cruda, molto diretta, sia nelle cose belle sia nelle cose brutte. Andare via ogni tanto per un po’ fa bene, mi fa piacere tornare giù, ma dopo poco mi manca Berlino. Qui ho voglia di tornare perché mi sento a mio agio. Berlino la sento mia, anche Atene mi aveva dato delle sensazioni simili».

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Alle origini del Siciliano Contemporary Ballet

«All’inizio a Berlino ho fatto il ballerino, ma già avevo messo le impronte per fondare la compagnia. Nel 2015 nasce la Siciliano Contemporary Ballet. Produciamo mediamente due nuovi spettacoli all’anno e in tre anni abbiamo già molti pezzi nel repertorio. La composizione del lavoro è cambiata molto nell’ultimo anno così come la mia idea di coreografia.Tengo a curare maggiormente i dettagli, a fare un lavoro di pulizia. Ho direzionato le influenze esterne per far maturare qualcosa di completamente mio. Adesso sento che la gente mi riconosce. Per preparare un’ora di spettacolo, ci vogliono circa due mesi di lavoro.  L’audience nel corso del tempo è cambiato. Adesso abbiamo più pubblico che agli inizi e per questo ripetiamo anche degli spettacoli vecchi. Il nostro pubblico è vario: ci sono designer, professionisti della moda, artisti. Sono pochi invece ballerini che vengono ai nostri spettacoli. Non siamo molto connessi con la scena della danza a Berlino e io stesso non mi ci riconosco molto. Per quanto infatti la gente di questo mestiere dica di essere aperta e avanguardista, in realtà non lo è». E l’Italia? «Stiamo prendendo dei contatti per portare qualcosa in Italia e non direi di no se mi invitassero, anche se non credo che ci tornerò mai a vivere. Voglio che la compagnia rimanga qui a Berlino dove tutto è iniziato»

SIciliano Contemporary Ballet

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prossimo spettacolo

III by SCB

domenica 4 febbraio 2018 alle 18

presso il Pfefferberg Theater

Schönhauser Allee 176, 10119 Berlino

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Immagine di copertina: © Daniel Barth