La scia di suicidi che costrinsero Goethe a riscrivere il finale de “I dolori del giovane Werther”

Nel 1774 il poeta tedesco Goethe scrisse “I dolori del giovane Werther”, molti giovani decisero di emulare il gesto di disperazione finale compiuto dal protagonista e diedero avvio ad una scia di suicidi

Tutti hanno sentito almeno una volta nominare il celebre romanzo di Goethe. La grande popolarità raggiunta dal romanzo, tuttavia, ebbe però anche degli effetti negativi. Diversi giovani, a loro volta sofferenti per amore, iniziarono a suicidarsi ispirandosi all’eroe goethiano. Queste morti divennero un fenomeno mediatico internazionale, finché il libro non venne addirittura censurato in alcuni paesi. Molto spesso i suicidi seguivano lo stesso modus operandi del romanzo. Alcune volte le persone si vestivano addirittura come il protagonista per immedesimarsi sempre di più nel personaggio. Alla fine Goethe, dispiaciuto dalla situazione che si era venuta a creare a causa del suo romanzo, pubblicò una nuova versione rivisitata della sua opera, aggiungendo un’incitazione per coloro che condividevano il dolore del protagonista: «Sii uomo e non seguire il mio esempio».

Per indicare il fenomeno imitativo della condotta suicida, ancora oggi alcuni studiosi parlano di “effetto Werther”, teorizzato per la prima volta dal sociologo David P. Phillips. Dopo aver analizzato il numero di suicidi in Gran Bretagna e negli Stati Uniti tra il 1947 e il 1968, lo studioso notò come la quantità di giovani decisi a togliersi la vita fosse aumentato di molto dopo la pubblicazione da parte dei media di alcuni casi di suicidi importanti. Tuttavia, secondo altri esperti, furono i periodici dell’epoca ad esagerare e ingigantire la vicenda per creare scalpore.

La trama de “I dolori del giovane Werther”

Il breve romanzo epistolare narra la storia di Werther, un giovane proveniente da una buona famiglia, che si innamora di Charlotte, ragazza bellissima che ricambia l’affetto per il giovane. Tuttavia, Charlotte è già stata promessa in sposa in sposa al funzionario Albert. La ragazza suggerisce a Werther di rimanere solamente amici, vedendo quanto questo amore non corrisposto lo stesse consumando. Werther, tuttavia, non riesce a liberarsi dall’ossessione per Charlotte e finisce per baciarla contro la sua volontà, approfittando dell’assenza di Albert. Nonostante si intuisca che provi qualcosa per Werther, la fanciulla decide di rispettare la promessa di matrimonio con Albert e ordina a Werther di andarsene. Immerso nella più completa disperazione dopo aver rovinato il rapporto con Charlotte, il protagonista decide di suicidarsi sparandosi alla tempia con una pistola che gli aveva prestato lo stesso Albert.

Il simbolo di un’epoca

Quest’opera è considerata dalla critica letteraria come il romanzo per eccellenza appartenente al movimento dello Sturm und Drang che si sviluppò in Germania tra il 1770 e il 1785. Quest’ultimo pone l’attenzione sulla soggettività dell’individuo, sui sentimenti e sulla bellezza della natura. Ovviamente l’amore divenne il punto focale di moltissimi romanzi dell’epoca, segnando uno strappo netto con l’oggettività e il rigore scientifico che aveva caratterizzato l’Illuminismo.

Il sentimento romantico di questo periodo può essere paragonato alla definizione di “Affinità elettive”, termine coniato dallo stesso Goethe. Questo concetto indica l’affinità di anime e di intelletto: solamente la persona oggetto del nostro amore può comprendere la nostra anima e il nostro cuore. In questo romanzo Goethe osserva gli effetti dell’amore sull’uomo, seguendo il mutamento e la capacità di essere sia motivo e stimolo di vita, sia causa di rovina e miseria.

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