La Germania si chiede se inviare truppe da 20 anni in Afghanistan sia ancora una buona idea

La missione più sanguinosa nella storia recente delle forze armate tedesche è iniziata 20 anni fa in Afghanistan: ora i media tedeschi si chiedono se ne valga davvero la pena

Nel 2001 la Germania mandò il suo primo contingente in Afghanistan. Da allora la presenza militare tedesca è stata continua. Sarebbe dovuta terminare a giugno, ma a fine marzo il Parlamento ha deciso di prolungare il presidio di ulteriori 10 mesi. La decisione è ora oggetto di giudizio da parte di media e opinione pubblica nazionale. Piuttosto scettica è Deutsche Welle,  peraltro legata a finanziamenti statali, che sottolinea come gli obiettivi un tempo prefissati o siano stati già raggiunti da tempo o si siano spostati verso altre problematiche non così oggettivamente importanti per la Germania. Secondo Sandra Petersmann e Nina Werkhäuser, autori del lungo reportage della testata giornalistica tedesca, nel 2001 l’obiettivo dell’invio delle forze armate del Bundeswehr in Afghanistan era stabilizzare un Paese devastato dalla guerra, nonché presunto nascondiglio di Osama bin Laden, insomma non una missione di combattimento. Tuttavia nel tempo la Germania si è trovata coinvolta nella parallela operazione della NATO per addestrare truppe afghane. Alla fine del 2018, l’operazione era già costata 16.4 miliardi di euro ai contribuenti tedeschi.

Successi e fallimenti dell’operazione militare in Afghanistan

L’inizio della presenza armata tedesca in Afghanistan ha quasi coinciso con la caduta del regime afghano, avvenuta nel dicembre del 2001. Da allora, oltre all’uccisione di bin Laden (in realtà avvenuta in Pakistan, anno 2011) il Paese ha. visto la formazione di una Repubblica con tanto di Presidente e parlamento democraticamente eletti. Le donne possono lavorare e andare a scuola, a Kabul sono state implementate connessioni internet e diffusi strumenti tecnologici moderni (come gli smartphone). Tuttavia, il conflitto in Afghanistan continua a essere tra i più sanguinosi nel mondo. Negli ultimi 10 anni si contano più di 32mila civili morti in attacchi terroristici ed oltre 60mila feriti. Il Paese rimane estremamente povero e necessita di aiuti finanziari internazionali. Più della metà della popolazione vive in condizioni di povertà. Il peso di questi traguardi e fallimenti continuo a far oscillare l’ago della bilancia. I Paesi NATO maggiormente coinvolti, specialmente gli Stati Uniti, spingono per evidenziarne i successi e sollecitano lo stazionamento delle truppe.

Pressioni trans-atlantiche e record spese militari

Le pressioni, da parte del neo-eletto Presidente statunitense Joe Biden, hanno certamente giocato un ruolo importante per la proroga della missione tedesca. Nel 2021 la Germania ha aumentato i finanziamenti militari del 3% rispetto l’anno passato, raggiungendo il proprio record di spese NATO per la difesa. Le decisioni sono arrivate a seguito delle esplicite dichiarazioni di Joe Biden riguardo la volontà di incrementare le capacità NATO. In base agli accordi stabiliti nel 2014 tra i Paesi membri, questi dovrebbero arrivare a impiegare il 2% del proprio PIL entro il 2024. A oggi, nonostante l’incremento record dell’anno corrente, la Germania non ha raggiunto la quota prestabilita. E qualcuno in Patria, come si vede, non ne é deluso.

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Immagine di copertina: patrouille-60776_1280.jpg / ©Pixabay / CC0