La Germania chiude le frontiere, ma molti Stati europei protestano
La Germania opta per una chiusura parziale delle frontiere senza alcun confronto con l’Unione Europea
Sono ormai quattro giorni, da domenica 14, che è iniziata l’ulteriore stretta anti Covid da parte della Germania. Infatti, Berlino ha deciso di chiudere le frontiere con il Tirolo austriaco e con la Repubblica Ceca, posizionando un migliaio di agenti di polizia alle frontiere per effettuare i vari controlli e gestire il traffico. L’obiettivo della decisione è sicuramente tutelare la nazione tedesca dalla diffusione delle nuove varianti del Coronavirus. A causa di una mancata presa di posizione comune da parte degli Stati UE, Berlino ha applicato le sue regole senza chiedere alcun permesso. Nonostante la chiusura, resta consentito l’accesso ai residenti e lavoratori essenziali, previa presentazione di test negativo al virus. Però questa iniziativa di Berlino non è stata di certo apprezzata dalla Commissione europea e neppure dalle imprese italiane perché il passaggio del Brennero, è essenziale per l’esportazione. La scelta della Germania potrebbe sembrare ponderata data la situazione pandemica. Ma è pur sempre importate ricordare che la libera circolazione delle persone e delle merci è uno dei principi fondamentali dell’UE.
Il caos alle frontiere
È da domenica che ai confini con il Tirolo austriaco e con la Repubblica Ceca ci sono i funzionari di frontiera che gestiscono e filtrano il traffico. Per quel che riguarda i camionisti, loro possono attraversare il confine, ma solo esibendo un test negativo effettuato non prima di 48 ore. Quelli che non ce l’hanno possono fare il test direttamente al valico di frontiera. Purtroppo i cittadini europei, le imprese e i camionisti stanno pagando un prezzo pesante per le restrizioni incaute del Covid, e a dichiararlo è lo stesso Umberto de Pretto, segretario generale dell’IRU, Unione Internazionale Trasporti Stradali. De Pretto sostiene che il rischio di trasmissione del virus da parte degli autisti del trasporto merci è minimo, dato che trascorrono la maggior parte del loro tempo isolati nella cabina del loro camion. “Lasciare che gli autisti facciano il loro lavoro e continuare il loro viaggio attraverso il confine è la soluzione più sicura”, ha aggiunto. Tanta è anche l’indignazione dei lavoratori transfrontalieri cechi che sono impossibilitati ad andare a lavoro o tornare a casa quotidianamente. Perciò, stando alle nuove regole, solo i tedeschi o i residenti non tedeschi sono autorizzati a passare. Vi sono eccezioni per i lavoratori di alcuni settori come la sanità e i trasporti. Tuttavia, è sempre obbligatorio fornire un recente test negativo.
La preoccupazione dell’UE per la chiusura delle frontiere
L’Unione Europea mostra tutta la sua preoccupazione dopo la affrettata scelta della Germania, anche se non è la unica ad aver limitato i viaggi: anche il Belgio, da fine gennaio, ha deciso di limitare tutti i tragitti non essenziali da e per il paese. Oltre il disappunto per le decisioni del Belgio e della Germania, la Commissione europea rimarca la necessità di un “approccio comune” e di un “coordinamento” in questo periodo critico di alta diffusione del Coronavirus. Anche gli Stati membri erano intenzionati a creare il “coordinamento”, poiché avevano chiesto l’elaborazione di una mappa del rischio Covid. Bruxelles, attraverso l’Ecdc, il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha risposto positivamente alla richiesta degli Stati. Attraverso la mappa si voleva isolare le regioni più a rischio (colorandole di rosso scuro) e si voleva consentire gli spostamenti dove la situazione sanitaria non era così critica, magari evitando chiusure unilaterali come quella della Germania. Sono proprio le parole del Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakidou, a dimostrare la contrarietà di queste decisioni. “La verità è che il virus non si ferma con la chiusura delle frontiere. I vaccini e il rispetto delle precauzioni igienico-sanitarie sono le uniche cose che funzionano” ha dichiarato la Kyriakidou.
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