«Vivere la gravidanza in Germania è stato meglio che in Italia: qui più servizi e assistenza»

Zaira Lucariello Maietta, napoletana trasferitasi a Berlino dopo la laurea, racconta come ha vissuto la sua gravidanza in Germania

«Mi sono trasferita a Spandau circa quattro anni fa, subito dopo essermi laureata in lingue perchè mio marito lavorava già da un anno a Berlino come musicista. Qui ho vissuto la mia prima gravidanza qualche anno dopo, ma non ho sentito la necessità di cercare un ginecologo italiano, né ho mai pensato di tornare in Italia per partorire. Credo che scegliere volontariamente di trasferirsi in un paese differente dal proprio implichi la sottoscrizione di una sorta di patto di fiducia e accettazione. Dal punto di vista medico non credo che i dottori italiani abbiano qualcosa da invidiare ai quelli tedeschi, ma nemmeno il contrario. Penso che nei paesi dell’Unione Europea si ricevano cure mediche ugualmente valide . La mia vita e il mio lavoro sono qui, per questo forse non ho sentito la necessità di rientrare in Italia per partorire. Naturalmente prima ho fatto delle indagini tra amici e conoscenti che avevano già partorito in Germania, ma è qualcosa che avrei fatto anche in Italia, probabilmente. Il ginecologo che ho trovato è stato eccezionale, sia dal punto di vista umano che medico. Rispondeva alle mie e-mail persino la domenica. Non posso fare un paragone diretto tra una gravidanza in Italia e una in Germania, ma da quanto è emerso dal confronto con donne incinte in Italia nel mio stesso periodo, posso dire che qui i controlli ginecologici sono molti di più e più frequenti. A partire dal sesto mese le visite ginecologiche comprendono anche il Ctg che viene effettuato nello stesso studio medico. Durante la gravidanza poi si può contare sul supporto dell’Hebamme (l’ostetrica) che aiuta soprattutto dal punto di vista psicologico. Tutte queste visite sono coperte dalla Krankenkasse ad eccezione della translucenza nucale con il bi-test e le analisi aggiuntive che vengono eventualmente richieste dalla paziente. Durante la mia gravidanza qui in Germania posso dire di essermi sentita costantemente seguita, rassicurata e aiutata in tutti i modi possibili.»

[adrotate banner=”34″]

Cosa offrano le strutture tedesche rispetto a quelle italiane

«Ho partorito all’Evangelisches Waldkrankenhaus di Spandau e seppure straniera non ho dovuto seguire alcun iter particolare. Ho potuto reperire tutte le informazioni utili sul sito web dell’ospedale, dai corsi di preparazione al parto alla lista delle cose da portare nella borsa per la degenza. L’ospedale dove partorire è la prima cosa da scegliere se si intende partorire a Berlino,  perchè molti ospedali richiedono un’Anmeldung entro il terzo-quarto mese di gravidanza. La registrazione può avvenire online o telefonicamente, il tutto viene poi formalizzato intorno alla 30sima settimana di gravidanza, quando la coppia è invitata a presentarsi in ospedale nei giorni e negli orari adibiti alla registrazione ufficiale della partoriente. Durante il colloquio vengono richiesti dati anagrafici ed eventuali preferenze sia per quanto riguarda il parto che la degenza in ospedale. Io ho richiesto la possibilità di avere un Familienzimmer, una serie di camere a numero limitato del costo di circa 80€ al giorno, quota comprensiva del vitto anche per la persona che soggiorna con la paziente. Sia la stanza condivisa che la familiare sono estremamente pulite e offrono gli stessi servizi, ma la familiare garantisce privacy e qualche comodità in più, come il bagno privato, la televisione, un letto matrimoniale e delle poltrone reclinabili ottime per l’allattamento. Mi è stata consigliata questa struttura per la sua fama di ospedale dal calore familiare ed è stato quello che ho effettivamente trovato. Dopo il parto sono rimasta in ospedale tre giorni. Sia io che mia figlia siamo state monitorate più volte, lei in particolare ha avuto controlli frequenti durante la degenza e due controlli extra dopo le dimissioni a causa di un ittero neonatale, che so essere gestito in modo diverso rispetto all’Italia. Qua in Germania ai neonati viene anche effettuato uno screening neonatale per malattie rare, un primo controllo pediatrico delle anche, analisi del sangue e, nel caso sia necessario, analisi aggiuntive nel reparto Tin. Le ostetriche sono sempre state disponibili e tempestive. Nel reparto maternità ho ricevuto ogni giorno tre pasti. La colazione e il pranzo erano completi, mentre per la cena l’Abendbrot tedesco comprendeva pane, salumi, formaggi e verdure di contorno. Inoltre, nelle aree comuni del reparto erano disponibili bottiglie d’acqua, cioccolatini, acqua calda, caffè e infusi per tisane e té. Come forme di consulenza ho ricevuto anche la visita di un ginecologo per parlare delle future visite mediche e della contraccezione. In un secondo colloquio con un rappresentante dello Jugendamt invece si è parlato dei primi mesi del bambino e dei primi passi come genitori.»

Il rooming-in, l’usanza tutta tedesca che non abbiamo in Italia

«A Berlino ho riscontrato un fortissimo ideale di libertà e indipendenza in tutte le diverse situazioni della quotidianità e così è stato anche per quanto riguarda la gravidanza. La maggior parte degli ospedali, contrariamente a quelli italiani, non hanno un nido, ma promuovono il “rooming-in” che consiste nel tenere il neonato in camera con la mamma 24 ore su 24 fin dalle prime ore dopo il parto. Da un lato, trovo fantastica questa continuità sia per il legame madre-figlio, sia perché permette ai genitori di impratichirsi nell’accudimento del piccolo in maniera efficace e sicura, riducendo l’effetto un po’ traumatico del passaggio dall’ospedale a casa. Dall’altro lato, dopo aver avuto un parto lungo e complicato, non avere la possibilità di staccarsi dal figlio neanche la notte successiva è abbastanza estenuante, soprattutto se non si condivide la stanza con qualcuno che possa dare una mano. Ci vorrebbe una via di mezzo, favorire il rooming-in, ma dare comunque la possibilità del nido alle mamme che lo richiedono.»

Qual è il sistema medico migliore ?

«Io ho avuto un parto naturale molto complicato, mi ha dovuto seguire un team di più di quattro ostetriche nel corso della notte e grazie alla loro guida sono riuscita a evitare un cesareo potenzialmente pericoloso per le condizioni in cui eravamo io e mia figlia. Lo staff medico ha fatto ciò che ha ritenuto meglio per il bene mio e di mia figlia, che nonostante le difficoltà del parto è nata in salute. Posso  quindi dirmi soddisfatta dell’assistenza che ho ricevuto. Le principali differenze che ho riscontrato tra il sistema italiano e quello tedesco sono, per quanto riguarda l’Italia, l’assenza del rooming-in e, spesso, di strutture confortevoli e belle come quelle che ho visto qui.Per quel che riguarda Berlino, in seguito alla mia esperienza, posso dire che forse ci vorrebbe una maggiore tempestività nell’agire, in modo da evitare il prolungarsi di situazioni che potrebbero sfociare in complicazioni.Sono entrambi buoni sistemi, ognuno con qualcosa da aggiungere, da eliminare o da cambiare. Una via di mezzo tra i due sistemi sarebbe forse l’ ideale ma ma per quanto riguarda l’iter ginecologico nello specifico, penso che quello tedesco sia migliore perchè più accessibile e con molti più servizi.»

Leggi anche: «Noi, tre ostetriche italiane, finite nello stesso ospedale a due passi da Berlino: qui siamo soddisfatte»

[adrotate banner=”39″]
Berlino Schule tedesco a Berlino

SEGUI TUTTE LE NEWS SU BERLINO, SEGUI BERLINO MAGAZINE SU FACEBOOK

[adrotate banner=”34″]

Immagine di copertina:© Zaira Lucariello Maietta