In Germania è iniziato il processo all’uomo che si è lanciato con l’auto contro dei passanti a Treviri

É iniziato il processo all’uomo che aveva seminato il panico lungo la zona commerciale di Trevieri

Lo scorso dicembre una vicenda aveva sconvolto la città di Trevieri e l’intera Germania: un 51enne alla guida di un SUV aveva intrapreso una corsa folle mirando volontariamente ad alcuni passanti. Dalle prime indagini sembrava non sussistere alcuna motivazione valida a giustificare tale gesto, se non uno stato di frustrazione personale. La polizia aveva sin da subito escluso ragioni politiche, terroristiche o religiose. Giovedì scorso è iniziato il processo al colpevole, durante il quale è emerso un disturbo psichiatrico dell’uomo che potrebbe motivare l’atto estremo. La prossima udienza, durante la quale il giudice ascolterà sia il perito che i testimoni, si terrà il prossimo 3 settembre. Secondo le previsioni, il processo andrà avanti fino a gennaio 2022.

L’accaduto del 1 dicembre 2020: 5 vittime e 32 feriti

La tragedia si era consumata il 1 dicembre 2020 nell’isola pedonale di Trevieri, nella Renania-Palatinato. Un uomo di 51 anni alla guida di un SUV si era fiondato alla velocità di 80km/h sui passanti della zona, con l’intento di uccidere o ferire quante più persone possibili. Il bilancio delle vittime è stato drammatico. Cinque persone sono morte: una bambina di sole nove settimane e il padre 45enne, un’anziana di 73 anni, un ciclista 52enne e uno studente di 25 anni. Dopo l’accaduto la polizia aveva arrestato immediatamente il colpevole. Ora L’uomo dovrà rispondere di 18 capi d’accusa per tentato omicidio e altri 14 per lesioni gravi.

Durante il processo è emerso  un disturbo psichiatrico

Alla prima udienza, tenutasi giovedì, al cospetto del giudice erano presenti sia l’accusato che la parte civile, costituita dai sopravvissuti e dalle famiglie delle vittime. Dopo aver elencato la lunga lista dei capi di imputazione il giudice si è rivolto direttamente al 51enne, il quale non ha rilasciato dichiarazioni né circa il movente né sulla guida in stato d’ebrezza. Le analisi del sangue  avevano infatti segnalato un tasso alcolemico del 1,12% nell’accusato. Nel corso dell’udienza il giudice ha posto in una luce la fragilità dello stato mentale del 51enne. «Era evidentemente frustrato da circostanze personali» – si legge nella valutazione che rileva la presenza di un disturbo psichiatrico nel soggetto. L’uomo avrebbe sviluppato «una misantropia generale» scaturita da «un’antipatia nei confronti di avvocati e notai». Resta ancora sconosciuto quale problema abbia avuto con la giustizia e come si sia generato quest’odio. Sarà compito del giudice stabilire se l’uomo sia totalmente responsabile dell’accaduto oppure solamente in parte, a causa della patologia da cui è affetto.

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In copertina: Trevieri da Pixabay, CC0