processo 96enne, © Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve - Film

Germania, in fuga 96enne a processo per il suo passato nazista

Era la segretaria del direttore del campo di concentramento di Stutthof. Ora ha 96 anni, ed è in fuga per evitare il processo in cui è accusata di complicità per l’omicidio di 11.000 persone.

Irmgard F., 96 anni, è accusata di complicità per l’omicidio di 11.000 detenuti del campo di concentramento di Stutthof. La donna ha lavorato come segretaria del direttore del campo Paul-Werner Hoppe dal 1943 al 1945, quando aveva solo 18-19 anni. L’accusa è arrivata dal tribunale distrettuale di Itzehoe, nello Schleswig-Holstein, a luglio 2021, e il processo era stato fissato per oggi, 30 settembre. Ma, nella sorpresa generale, l’anziana risulta latitante. Dopo circa un quarto d’ora dall’inizio del processo, i presenti in tribunale hanno appreso che la donna è in fuga. È stato riferito che ha lasciato la casa di riposo in cui viveva a Quickborn, nel circondario di Pinneberg, in mattinata, per poi recarsi in taxi ad una stazione della metropolitana di Norderstedt. Da lì si sono perse le sue tracce. Il giudice che presiede il processo, Dominik Groß, ha emesso un mandato d’arresto per la donna. Se riusciranno a trovarla, sarà portata in tribunale oggi stesso: le leggeranno il mandato di arresto e determineranno se le sue condizioni la rendono idonea per essere processata.

Le accuse della 96enne

A 76 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, continuano i processi per i crimini nazisti. Circa un anno dopo la condanna di una ex-guardia del campo di concentramento di Stutthof di 93 anni, condannato a due anni di libertà vigilata, è arrivata l’accusa del tribunale di Itzehoe contro l’ex-segretaria ormai 96enne. I pubblici ministeri di Itzehoe affermano che “nella sua funzione di stenografa e dattilografa nell’ufficio del direttore del campo di concentramento di Stutthof tra il giugno 1943 e l’aprile 1945 ha assistito i responsabili del campo nell’omicidio sistematico dei prigionieri”. Irmgard F. ha già testimoniato due volte sul suo ruolo nel campo. Nel 1954 raccontò che Hoppe le dettava quotidianamente lettere e messaggi radio. Ma afferma di non sapere nulla delle macchine della morte naziste che, nelle immediate vicinanze del suo posto di lavoro, venivano utilizzata per uccidere decine di migliaia di persone.

Le dichiarazioni dell’avvocato della donna prima del processo

Ha senso continuare a processare, dopo tutto questo tempo, coloro che hanno avuto una parte nelle attività naziste? L’avvocato Onur Özata, che rappresenta diverse vittime e parenti dei detenuti uccisi nel campo di Stutthof, sostiene di sì. Le persone, dice, non prendono parte a un processo come questo perché bramano vendetta. I sopravvissuti vogliono solo che la loro sofferenza non venga dimenticata. Desiderano testimoniare in tribunale per raccontare la propria storia, e per questo non è troppo tardi.

L’avvocato di Irmgard F., Wolf Molkentin, in una situazione in cui potrebbe definirsi “l’avvocato del diavolo”, in realtà la pensa allo stesso modo. Crede che sia importante andare avanti con questi processi, per garantire giustizia alle vittime. Afferma inoltre che non adotterà un approccio conflittuale durante il processo, non avendo nessuna intenzione di attaccare le testimonianze dei sopravvissuti. “Al contrario, voglio essere parte di un processo che assicuri un contesto adeguato per esplorare i fatti.”

Se il processo avrà luogo, potrebbe essere uno degli ultimi in assoluto.

 

In copertina: © Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve – Film

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