Il nuovo direttore della HKW, celebre casa della cultura di Berlino, è un camerunense di 44 anni

Bonaventure Ndikung è il futuro direttore della HKW di Berlino e questo potrebbe portare ad un cambio radicale nell’interpretazione dell’arte Occidentale.

A partire dal 1° gennaio 2023, Bonaventure Soh Bejeng Ndikung diventerà il nuovo direttore della HKW, Casa della Cultura di Berlino. Monika Grütters, Ministro tedesco della cultura e dei media, definisce il nuovo direttore come un vero e proprio “colpo di fortuna” e molte sono le aspettative riposte in Ndikung. Il quarantaquattrenne camerunense ritiene che l’arte sia “la più alta forma di politica” esistente. Ndikung sostiene inoltre che l’arte è riconciliazione. Quest’ultimo è un tema comune in varie esposizioni in cui è curatore, come il Festival dell’Arte di Sonsbeek, in Olanda, nato dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale. Anche il concetto di restituzione rappresenta un tema fondamentale, soprattutto in relazione a quanto avvenuto con i Bronzi del Benin. Ndikung si concentra principalmente sull’epoca coloniale e sull’appropriazione dei beni delle colonie. La restituzione non può limitarsi alla riconsegna di oggetti, se coloro che ricevono questi oggetti non sono in grado di soddisfare i bisogni più essenziali. Ed è proprio questo che lo ha spinto a creare SAVVY Contemporary, uno spazio espositivo nel distretto Wedding di Berlino.

L’arte usata come arma politica

Ndikung attraverso l’arte propone un modo per curare le ferite causate dal colonialismo. Il suo approccio consiste nell’affrontare e denunciare l’epoca coloniale. Allo stesso tempo Ndikung si propone di ampliare l’idea di Africa prendendo come esempi personaggi storici ripudiati dalla tradizione colonialista europea, come il professore di filosofia e legge Anton Wilhelm Amo a cui Ndikung ha recentemente dedicato un’esibizione. Amo era uno schiavo Africano donato agli inizi del XVIII secolo ad una famiglia nobile tedesca a cui fu permesso di ricevere un’istruzione. I suoi studi furono presto eliminati dalla storiografia a causa dei nazionalismi. Con questo Ndikung non solo vuole diffondere una nuova idea di Africa, ma anche denunciare il divario tra il Nord e il Sud del mondo, cresciuto di recente in maniera esponenziale a causa della pandemia. La pandemia ha infatti inasprito la nazionalizzazione, portando ogni nazione a garantire vaccini per la propria popolazione piuttosto che ad un livello più globale.

Una vita dedicata all’arte

Bonaventure Soh Bejeng Ndikung, nato a Yaoundé in Cameroon, lascia la sua terra natia quando ancora ragazzo per studiare biochimica all’università di Kiel in Germania. Durante la sua carriera accademica si avvicina al mondo dell’arte e compie i primi passi nell’organizzazione di mostre ed esibizioni. Di particolare impatto sulla sua formazione fu l’assegnazione del ruolo di direttore della celebre mostra d’arte contemporanea Documenta 2002 a Okwui Enwezor, primo Africano a guidare la mostra. Negli ultimi vent’anni Ndikung ha lavorato come curatore per numerosi eventi, tra cui Documenta14, la Biennale internazionale di Riga e il Museo Internazionale delle Arti del XXI secolo di Roma. Infine, Ndikung è attualmente professore di Strategie Spaziali all’Accademia di Arte Weissensee di Berlino.

 

 

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Immagine di copertina: ©Olaf Kosinsky, CC BY-SA 3.0 DE, Wikimedia Commons