Germania, Parlamento approva le nuove restrizioni

Il Bundestag ha approvato il nuovo disegno di legge con le nuove restrizioni da adottare nelle prossime settimane

Nella mattina di giovedì 18 novembre il Bundestag – il Parlamento tedesco – si è riunito per decidere le nuove restrizioni da adottare per cercare di contenere la quarta ondata di contagi che sta colpendo duramente la Germania nelle ultime settimane. Dopo una riunione caratterizzata da toni molto accesi – con alcuni esponenti del partito sovranista AfD che sono intervenuti dagli spalti esterni del Parlamento perchè non vaccinati o guariti – è stata approvata la proposta di legge della nuova coalizione di Governo (Socialdemocratici, Verdi e Liberali) con 398 sì, 254 no – tra cui CDU e CSU e AfD – e 36 astenuti del partito di sinistra Die Linke. Tra le restrizioni più importanti che verranno introdotte un implemento del modello 2G in molte attività e l’accesso a mezzi pubblici e luoghi di lavoro solo se vaccinati, guariti o testati negativi.

Adesso la legge deve essere votata anche dal Bundesrat, il Parlamento degli Stati federali. Molte critiche da parte dell’Union (CDU/CSU)

Dopo l’approvazione da parte dei parlamentari del Bundestag il disegno di legge deve essere approvato anche dal Bundesrat, il Consiglio con i rappresentanti dei Länder. Se approvato anche da quest’ultimo la legge dovrebbe entrare in vigore già da questo fine settimana. Oltre alle nuove restrizioni, la legge conferma anche la volontà di far terminare lo stato di emergenza nazionale il 25 novembre impedendo, di fatto, la possibilità – per i singoli Stati – di decidere la chiusura generale di scuole, negozi, ristoranti o impianti sportivi. Quest’ultimo aspetto è stato fortemente criticato dell’Union (CSU/CDU) che avrebbero voluto un protrarsi dello stato di emergenza e che ha portato i due partiti di centrodestra a votare contro la legge. Un’intenzione di voto che verrà portata avanti anche dai rappresentanti al Bundesrat dell’Union.

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Immagine di copertina: Bundestag Germania  © Tobias Nordhausen da Flickr CC2.0