Germania, lo scandalo dei passaporti vaccinali falsi continua

La polizia tedesca ha istituito una squadra speciale per combattere il crescente mercato di passaporti vaccinali contraffatti.

Continuano ad aumentare i casi di passaporti vaccinali contraffatti. Il passaporto vaccinale è uno dei documenti più necessari in questo periodo, non solo per viaggiare in Europa, ma anche per semplici attività sociali come l’ingresso a cinema e ristoranti senza presentare un tampone o altri documenti. Nonostante le numerose riaperture di servizi e attività, il mercato nero dei passaporti vaccinali falsi è in continua espansione. Numerosi, infatti, i casi di contraffazione scoperti a Berlino lo scorso mese. I passaporti vaccinali falsi vengono venduti per via telefonica, e anche quelli digitali riescono ad essere abilmente falsificati. Telegram è un canale di diffusione privilegiato per questo tipo di truffe. A questo proposito, una squadra della polizia di Colonia sta mettendo a punto un sistema più efficace per l’individuazione e il controllo delle falsificazioni.

Mercato digitale di passaporti vaccinali falsi: il caso di Telegram

Secondo quanto riferito dalla squadra polizia di Colonia all’emittente televisiva ARD, il mercato delle falsificazioni dei passaporti vaccinali si sta espandendo sul servizio di messaggistica Telegram, tramite un sistema crittografato che rende molto difficili i tentativi di indagine. Questo tipo di frode coinvolge sia il traffico reale di certificati falsi sia le offerte false che inducono le persone a pagare somme di denaro (circa 100 euro) per ottenere un passaporto vaccinale che, chiaramente, non viene mai consegnato. Come metodo di pagamento, spesso viene utilizzata la criptovaluta, come nei mercati droghe e armi diffusi nel deepweb. Un’offerta di Telegram recitava: «L’ordine con timbro – già disponibile – richiede 1-3 giorni. Ti forniremo un certificato, timbro, adesivo BioNTech o Astra. Due certificati costano € 150».

L’attività della squadra di polizia di Colonia

La squadra della polizia di Colonia al momento sta indagando su sei sospetti truffatori, ha detto la portavoce Nicole Gentner. Il procuratore di stato Juliane Grotz ha inoltre affermato che i certificati in bianco possono essere ordinati facilmente su Internet e che anche i timbri dei medici sono facili da ottenere online. I profili dei social media – come Facebook – essendo molto spesso pubblici, sono ambienti favorevoli per i truffatori che vogliono approfittarsi di dati personali. Grotz ha infatti riferito come i alcuni di loro trovino i numeri di vaccinazione individuali nelle foto pubblicate dalle persone vaccinate sui vari profili social, appropriandosene per creare nuovi certificati falsi.

Oltre alla squadra di Colonia, altri sistemi di controllo arrivano dall’UE

L’UE ha recentemente affermato che solo il suo certificato digitale di vaccinazione è sicuro, perché i dati sono contenuti in un codice QR che deve essere scansionato. L’identità del proprietario del certificato viene quindi verificata elettronicamente in una banca dati centrale. Un regolamento UE sul certificato entrerà in vigore il 1° luglio, il che significa che tutti i 27 Stati membri inizieranno a utilizzare questo sistema. L’obiettivo è che i cittadini dell’UE viaggino senza dover fare ripetuti test Covid o andare in quarantena, in un momento fondamentale – quello estivo – per aiutare il settore turistico, uno dei più colpiti dalla pandemia. Ad oggi, sette paesi hanno iniziato a rilasciare i certificati UE, a partire dal 1° giugno: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Grecia e Polonia.

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Immagine di copertina: CC0 Pixabay