Germania, presto con il booster nessun tampone anche se richiesto

In discussione la possibilità, per coloro che riceveranno la terza dose, di essere esenti dai tamponi rapidi dove si applica la regola 2-G plus

In una bozza ministeriale discussa martedì 14 dicembre dal neo Ministro della Salute Karl Lauterbach (SPD) con gli omologhi degli Stati federali, si propone un alleggerimento delle misure per coloro che hanno ricevuto la terza dose di vaccino. La proposta prevede, infatti, che i cittadini che riceveranno la terza dose di richiamo potranno avere libero accesso nei luoghi e negli eventi dove si applica la regola del 2-G plus, senza necessità di presentare l’esito di un tampone negativo. Secondo quanto scrive il quotidiano tedesco “Suddeutsche Zeitung”, Lauterbach avrebbe sottolineato durante l’incontro in videoconferenza che questa possibilità, fornirà un incentivo per rendere questa fase della campagna vaccinale “ancora più attraente di quanto non sia già”. Nelle case di cura e negli ospedali, tuttavia, l’obbligo del test rimane in vigore anche per le persone che hanno ricevuto la dose di richiamo, ha spiegato Lauterbach. In alcuni Stati, come in Bassa Sassonia e in Renania-Palatinato, si applica già questa variazione della regola 2-G plus.

Per chi torna a viaggiare, invece, saranno inaspriti gli obblighi sul tampone in modo da rallentare la diffusione della variante Omicron nel Paese.

Lo scetticismo sulla proposta

La proposta avanzata da Lauterbach ha sollevato diversi dubbi. Ute Teichert, il presidente dell’Associazione federale dei medici del servizio sanitario pubblico, ha affermato che si tratta di una scelta troppo affrettata. “Sarebbe più saggio aspettare e vedere come si svilupperà la pandemia nelle prossime settimane”. Anche la virologa di Francoforte Sandra Ciesek, alla luce della situazione attuale e dell’incognita rappresentata dalla variante Omikron, parla di “idea folle” riguardo all’abolizione dei test per coloro che hanno ricevuto una terza dose. I test sono un’importante risorsa per mappare la situazione contagi, rilevando i casi di positività e tracciando le catene di infezioni e, un maggior utilizzo di test, permette un campionamento più ampio e affidabile. La proposta è notevolmente influenzata dal tentativo di spingere più persone a ricevere la terza dose di vaccino, come d’altronde affermato da Lauterbach. Tuttavia rischia di essere una scelta più politica che sanitaria, che necessiterebbe, al contrario, una maggiore cautela.

Il Bundestag ha approvato la legge proposta dalla nuova coalizione al Governo. Arriva l’obbligo di vaccinazione per i dipendenti delle strutture sanitarie

Riguardo alla campagna vaccinale il nuovo Governo di Olaf Scholz aveva già ottenuto un’importante vittoria in Parlamento venerdì 10 dicembre. I membri del Bundestag avevano infatti votato a favore dell’introduzione dell’obbligo di vaccinazione per i dipendenti di cliniche e case di cura. A sostegno della proposta di legge di Spd, Verdi e Fdp avevano votato 571 membri del Bundestag. Si erano dichiarati contrari 80 parlamentari e 38 si erano astenuti. I dipendenti delle strutture sanitarie dovranno vaccinarsi entro il 15 marzo 2022. L’approvazione, di fatto, ha spianato la strada all’introduzione dell’obbligo di vaccinazione per tutta la popolazione che dovrebbe essere discusso e votato dal Bundestag nelle prossime settimane.

Maggiori libertà per gli Stati federali

Un’altra decisione è stata quella di ampliare il margine decisionale ai singoli Stati federali per quanto riguarda le restrizioni da attuare per contenere il contagio. In questo modo i legislatori di ogni Land potranno attuare e reagire con delle misure più appropriate rispetto allo specifico contesto pandemico di ogni Stato. Sarà, ad esempio, concesso agli Stati federali di limitare il numero di persone che partecipano a riunioni private o contatti sociali, non solo per coloro che non sono stati vaccinati, ma anche, se necessario, per coloro che sono stati vaccinati e per coloro che sono guariti. In caso di pandemia critica, i paesi possono nuovamente chiudere temporaneamente ristoranti, club, discoteche, fiere e congressi.

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