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Germania, al via un progetto pilota per abortire più facilmente tramite una videochiamata

Abortire in Germania non è semplice, e sempre più medici si rifiutano di eseguire interruzioni di gravidanza: a facilitarne l’accesso è però un nuovo progetto pilota di telemedicina, che fornisce alle pazienti i farmaci necessari per l’aborto, senza recarsi in clinica

In Germania le possibilità di abortire sembrano diventare sempre più limitate, soprattutto negli Stati federali cattolici del sud. Ad ostacolare il diritto all’autodeterminazione riproduttiva è il numero elevato di medici obiettori in tutto il Paese e di cliniche che si rifiutano di eseguire interruzioni di gravidanza, insieme ad una legislazione che vede ancora l’aborto come illegale. Dal 2003, infatti, il numero di cliniche che li forniscono si è dimezzato, e quelle che le forniscono sono ripetutamente prese di mira da manifestanti anti-aborto.  Secondo il paragrafo 218 del codice penale tedesco, inoltre, l’aborto è ancora illegale, comportando una pena fino a tre anni di prigione, con delle eccezioni per le vittime di stupro e per gravidanze che mettono in pericolo la salute della donna. Secondo la legislazione sarebbe inoltre legale abortire per chiunque voglia interrompere la gravidanza entro i primi tre mesi, dopo essersi però sottoposti ad una consulenza obbligatoria.

Un nuovo progetto pilota di telemedicina potrebbe però facilitare l’accesso all’aborto per tante donne che hanno difficoltà nel trovare un medico non obiettore o una clinica abbastanza vicina. Coloro che partecipano al progetto hanno infatti la possibilità di consultarsi con un ginecologo via video chat, e successivamente ricevere i farmaci per l’aborto a casa, per posta. Gestito dal centro di consulenza berlinese Pro Familia, dal centro di pianificazione familiare Balance e dall’organizzazione Doctors for Choice, il progetto è il primo in Germania, e si assicura di fornire una procedura sicura e guidata, come se fosse fatta di persona.

Il progetto nel dettaglio, dalla consulenza alla fornitura dei farmici, in totale sicurezza

Il progetto nasce con lo scopo di facilitare ed aumentare le possibilità di abortire, in un paese in cui gli ostacoli, legislativi e non, sono tanti. La pandemia e la quarantena, inoltre, hanno reso necessario ed urgente effettuare consultazioni virtuali sull’aborto, ed è proprio da questa necessità che il progetto ha preso vita. A spiegarlo è stata la dottoressa Jana Maeffert, uno dei quattro ginecologi che guidano il progetto. Il programma consiste in una procedura guidata ed assistita all’aborto tramite farmaci. Attraverso consulenze via video chat le pazienti sono seguite ed aiutate come di persona, in totale sicurezza. “La sicurezza con la telemedicina non è assolutamente diversa dall’essere di persona.” ha specificato la dottoressa, che esegue circa 100 aborti nella sua clinica ogni anno.

Prima di proseguire con l’assunzione dei farmaci le pazienti devono discutere con un’infermiera le loro motivazioni e gli aspetti pratici della procedura a casa. Se si decide di procedere, viene richiesto di caricare una serie di documenti, tra cui un’ecografia. Solo dopo la sessione di consulenza richiesta dalla legge la paziente riceve per posta due pillole e antidolorifici. Sotto la supervisione di un ginecologo via video chat, la paziente prende la prima pillola, mentre la seconda viene assunta due giorni dopo per scatenare l’emorragia, preferibilmente in compagnia del partner o di un’altra persona di fiducia che possano fornire il supporto emotivo necessario. Due settimane e mezzo dopo, la paziente farà un test di gravidanza per confermare che non è più incinta. In caso di complicazioni, la paziente andrebbe all’ospedale più vicino per un trattamento di emergenza.

Le numerose difficoltà per accedere all’interruzione di gravidanza in Germania

In Germania ogni anno sono eseguiti circa 100.000 aborti, ma non senza difficoltà. Oltre agli ostacoli legislativi, che considerano ancora l’aborto illegale, esistono anche difficoltà nel trovare medici non obiettori, e una forte mancanza di formazione. Il numero di ginecologi che eseguono aborti, infatti, è diminuito drammaticamente negli ultimi due decenni. “I medici che sono stati formati alla fine degli anni ’60 e che erano più propensi ad eseguire aborti stanno lentamente andando in pensione”, ha detto la dottoressa Jana Maeffert. Molti di quella generazione, ha aggiunto, facevano parte del movimento studentesco che rifiutava l’autorità e metteva in discussione la visione tradizionale della politica e della società, credendo fortemente nella libertà sessuale e nell’autodeterminazione. “La generazione più giovane di medici, invece, semplicemente non ha imparato a eseguire la procedura a causa dei tabù che ancora circondano l’argomento nell’insegnamento.” ha aggiunto.

 

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