Cos’è il ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia, e cosa ne pensano i tedeschi

Fa discutere anche in Germania il ddl Zan, il disegno di legge contro l’omofobia emendato da pochi giorni dal Senato italiano

A differenza di gran parte dei paesi europei, in Italia non esiste ancora una legge che condanni esplicitamente le discriminazioni omofobiche e transfobiche. L’intento del ddl Zan è quello di colmare questo vuoto legislativo. Il disegno di legge mette infatti in atto “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”. Dalla sua formulazione, questo disegno di legge ha suscitato un ampio dibattito, che ha attirato l’attenzione anche della stampa tedesca. In particolare, diversi quotidiani tedeschi hanno dato rilevanza alle polemiche suscitate dal processo di approvazione della legge: sia quelle che vedono coinvolti i partiti di destra (Lega Nord e Fratelli d’Italia), che quelle riguardanti l’ingerenza del Vaticano.

Di cosa parliamo quando diciamo ddl Zan

Il disegno di legge, che prende il nome dal deputato del Partito Democratico Alessandro Zan, primo firmatario del testo, mette in atto delle misure che condannano esplicitamente le discriminazioni e i discorsi d’odio basati sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Se approvato, il ddl andrebbe ad ampliare la legge Mancino del 1993, che tutela le persone discriminate per motivi etnici, razziali, religiosi o nazionali. Attualmente il ddl è in discussione al Senato. Qui, il 20 luglio, sono stati presentati più di mille emendamenti. Fattore che porta a temere che il voto finale sul ddl Zan possa slittare a settembre, quando riapriranno le Camere dopo la chiusura estiva.

Cosa ne pensa la stampa tedesca

  • Deutsche Welle,  in un articolo dal titolo «Opinione: la battaglia della chiesa cattolica contro la libertà e la modernità», critica aspramente l’ingerenza del Vaticano nel processo di approvazione del ddl Zan. Con parole dure Alexander Görlach, autore del testo, accusa la chiesa cattolica di sostenere una visione del mondo ormai antiquata, che “contraddice i valori delle società libere” . Questo perché, secondo l’autore, per la chiesa cattolica “uomini e donne non sono la stessa cosa. E le  persone non eterosessuali valgono meno di quelle che procreano nel nome del Signore”.
  • Taz, quotidiano di sinistra, dedica invece un articolo alla polemica suscitata dal rapper Fedez che al Concerto del Primo maggio ha attaccato la Lega, criticando le dichiarazioni omofobe fatte da diversi suoi esponenti. L’articolo pone l’attenzione sull’influenza  politica esercitata da Fedez, il cui discorso è stato condiviso anche dall’ex premier Giuseppe Conte e dal segretario del Partito Democratico Enrico Letta.
  • Anche il quotidiano Tagesspiegel, in un articolo dal titolo «La chiesa cattolica teme “l’ideologia gender”» cita le parole pronunciate da Fedez sul palco del Primo maggio. Dopodiché l’articolo riporta le notizie riguardanti lo scontro tra forze politiche suscitato dal processo di approvazione del ddl. Vengono menzionate anche le notizie concernenti il Vaticano, che critica “la distinzione tra sesso biologico (sesso) e sesso sociale (genere)”.
  • Tagespost, settimanale cattolico, si schiera invece a fianco del Vaticano parlando del processo di approvazione del ddl Zan come di una “battaglia per la libertà della chiesa e per i diritti dei cristiani”.

La legislazione contro l’omotransfobia in Germania

Nel parlare della situazione in Germania è necessario distinguere tra due piani: quello federale e quello statale. Sul piano federale, il reato di discriminazione per orientamento sessuale non è menzionato esplicitamente dal Codice penale tedesco. Nonostante ciò, i report di diverse associazioni mostrano che le sentenze nei casi di omotransfobia risultano più severe, considerando un’aggravante le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. A livello giurisprudenziale, quindi, esiste una tutela delle persone lgbtq. A livello statale, invece, sono numerosi i Länder tedeschi che prevedono, nella loro legislazione, sanzioni per le discriminazioni per orientamento sessuale. Tra questi Berlino, Brandeburgo, Turinga e Saarland.

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Immagine di copertina: foto di Anete Lusina da Pexels