Angela Merkel condanna la legge ungherese anti-LGBTQ+

La Cancelliera tedesca, durante un suo intervento al Bundestag, ha condannato duramente la legge approvata in Ungheria che vieta di proporre ai minori ‘contenuti LGBTQ+’

Con un intervento davanti al Parlamento tedesco nel pomeriggio di mercoledì 23 giugno, la Cancelliera Angela Merkel ha criticato la legge anti-Lgbtq+ recentemente approvata in Ungheria. “Considero questa legge come sbagliata e incompatibile con la mia concezione di politica” ha risposto Merkel a una domanda postale da un parlamentare di estrema destra. Le critiche della Cancelliera sono solo le ultime, in ordine di tempo, provenienti non solo dal mondo politico tedesco, ma europeo. Intanto Viktor Orbàn – Primo Ministro ungherese – ha dichiarato di aver annullato la sua trasferta a Monaco per assistere di persona alla partita Germania – Ungheria.

Molti politici tedeschi hanno criticato la legge, così come la decisione della Uefa di vietare l’illuminazione arcobaleno dell’Allianz Arena di Monaco in segno di solidarietà verso la comunità LGBTQ+ ungherese

Prima di Merkel, altri politici tedeschi hanno espresso la loro disapprovazione rispetto alla legge approvata dal Governo guidato dal Primo Ministro Viktor Orbàn. Inoltre è stata criticata la decisione della Uefa di vietare l’illuminazione arcobaleno dell’Allianz Arena di Monaco in segno di solidarietà verso la comunità LGBTQ+ ungherese. Heiko Maas, Ministro degli esteri federale, ha duramente criticato la decisione della Uefa di vietare l’illuminazione arcobaleno dell’Allianz Arena in occasione del match Germania-Monaco in solidarietà con la comunità Lgbtq+ in Ungheria. “È vero, il campo da gioco non è il luogo dove fare politica. Ma qui si tratta delle persone, dell’uguaglianza di diritti e della tolleranza. Con la sua decisione la Uefa sta mandando un segnale sbagliato” ha scritto Maas su Twitter.

Il sindaco di Monaco Dieter Reiter – da cui era partita la proposta poi bocciata dalla Uefa – ha dichiarato che illuminare l’Allianz Arena con i colori arcobaleno significava dare “un segnale per supportare l’inclusività e la diversità” verso una comunità che, in Ungheria, è sempre più discriminata. Reiter, supportato dagli attivisti Lgbtq+, ha poi continuato dichiarando: “È vergognoso che la Uefa ci abbia vietato di dimostrare tolleranza, rispetto e solidarietà”. Michael Roth, Ministro federale per l’Europa, ha dichiarato che “le minoranze, anche le minoranze sessuali, devono essere trattate con rispetto” aggiungendo che “l’Unione europea è una comunità di valori e questi valori ci legano a tutti”. La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha definito la legge ungherese “vergognosa” e in pieno conflitto con i valori dell’Unione europea.

 

La condanna della legge discriminatoria contro la comunità Lgbtq+ ungherese arriva anche dal mondo politico europeo

La legge recentemente approvata si pone come una ‘protezione dell’infanzia’. Di fatto viene vietato ai minorenni di assistere alla “rappresentazione e promozione dell’identità di genere diversa dal sesso alla nascita, il cambio di sesso e l’omosessualità”. A seguito della ratifica della legge contro la comunità anti-Lgbtq+, molti Stati dell’Unione europea hanno espresso la loro preoccupazione firmando una dichiarazione congiunta. I firmatari sono stati: Germania, Danimarca, Irlanda, Francia, Estonia, Finlandia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Lettonia. L’Italia, in un primo momento, non aveva supportato la dichiarazione, salvo poi firmarla nella serata di martedì 22 giugno. Nella dichiarazione si può leggere come ci sia una profonda preoccupazione dato che i membri della comunità Lgbtq+ vengono pesantemente discriminati e viene di fatto violato “il diritto alla libertà di espressione con il pretesto di proteggere i bambini”.

Vengono violati i diritti fondamentali degli individui e ciò si scontra con i principi propugnati dall’Ue. “Stigmatizzare le persone Lgbtq+ costituisce una palese violazione del loro diritto fondamentale alla dignità, così come sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue e dal diritto internazionale. L’inclusione, la dignità umana e l’uguaglianza sono valori fondamentali della nostra Unione europea, e non possiamo fare compromessi su questi principi” si legge nella dichiarazione. Dal canto suo Orban continua a sostenere che la legge “non è in conflitto con nessun alto ideale o legge europea”. Adesso si dovrà aspettare il parere della Commissione europea.

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