Omofobia in Qatar, supermercati REWE non più sponsor della nazionale tedesca

La catena REWE ha dichiarato di voler interrompere la collaborazione con la DFB dopo che l’associazione calcistica ha rinunciato a far indossare al capitano della nazionale Manuel Neuer la fascia arcobaleno ai Mondiali

La grande catena di supermercati tedesca REWE pone immediatamente fine alla collaborazione con la federazione calcistica tedesca a causa della decisione della FIFA sulla fascia “One Love”. L’azienda vuole prendere le distanze dalla posizione dell’associazione mondiale FIFA e dalle dichiarazioni del suo presidente Gianni Infantino. Rinuncerà pertanto ai suoi diritti pubblicitari dal contratto esistente con la DFB, ha dichiarato martedì l’amministratore delegato del gruppo Lionel Souque.

Il divieto di FIFA

Nella mattinata di lunedì 21 novembre la FIFA ha imposto un divieto dell’ultimo minuto sulle fasce arcobaleno della campagna “One Love”, che da settembre alcune nazionali europee avevano dichiarato di voler indossare. Dopo le repliche di diversi capitani che volevano vestire ugualmente la fascia, la federazione internazionale ha messo in chiaro che chi avesse contravvenuto alle regole sarebbe stato sanzionato, con un’ammonizione o con l’esclusione dalla partita prima del fischio d’inizio. E davanti a ciò, tutti i giocatori e le federazioni nazionali hanno fatto un passo indietro. Tali sanzioni sportive si sono rivelate un argomento persuasivo molto efficace.

“Atteggiamento scandaloso della FIFA”

REWE in un comunicato stampa ha preso le distanze dalla posizione della FIFA. L’amministratore di REWE Lionel Souque, ha affermato:Siamo per la diversità, e anche il calcio è diversità”. Souque ha poi aggiunto: “Per me, come amministratore delegato di un’azienda diversificata e come tifoso di calcio, l’atteggiamento scandaloso della FIFA è assolutamente inaccettabile. La società aveva già informato la DFB ad ottobre che non voleva continuare l’accordo di partnership. Dopo le attuali decisioni della FIFA e le dichiarazioni del presidente Infantino, tuttavia, la società si sente chiamata a prendere le distanze in modo netto dalle loro posizioni e dai suoi diritti pubblicitari dal contratto con la DFB.

Qatar e diritti umani

Le leggi del Qatar contro l’omosessualità sono oggetto di una controversia da lungo tempo, soprattutto nell’ambito della preparazione dei Mondiali. Il Qatar è stato inoltre oggetto di continue critiche per i trattamenti relativi ai diritti umani, compreso quello riservato ai lavoratori stranieri. I dati raccolti da diversi gruppi per i diritti umani con missioni diplomatiche a Doha indicano che, in vista del torneo, migliaia di lavoratori stranieri sono morti nei cantieri o a causa di attività legate alla costruzione.

Notevole l’ipocrisia nelle parole del presidente di FIFA Infantino, che in una conferenza stampa alla vigilia della partenza dei mondiali ha dichiarato:

“Oggi mi sento qatarino. Oggi mi sento arabo. Oggi mi sento africano. Oggi mi sento gay. Oggi mi sento un lavoratore migrante.” A proposito delle critiche sui diritti umani e sulle discriminazioni ha inoltre detto: “So cosa vuol dire essere discriminato, molestato, in quanto straniero. Da bambino sono stato discriminato perché avevo i capelli rossi e le lentiggini: io ero italiano e parlavo male il tedesco”.

Ed è così che in un paese in cui l’omosessualità può essere punita con l’ergastolo, FIFA, coerentemente con le profonde parole di Infantino, ha vietato ai giocatori delle varie nazionali di poter esprimere la loro solidarietà.

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Foto di copertina: Screenshot da Youtube