Come la Germania si sta impegnando per evitare i matrimoni di minori in Namibia
L’ambasciata tedesca e la Namibia intendono eliminare i matrimoni minorili, pratica diffusa nel paese, ma rigettata dalle stesse comunità.
L’ambasciatore tedesco in Namibia, Herbert Beck, ha siglato nella giornata di martedì 30 marzo un accordo con l’organizzazione Ombetja Yehinga per promuovere un progetto finalizzato a fermare i matrimoni minorili oltre a incoraggiare l’educazione delle ragazze nella regione del Kavango. L’organizzazione Ombetja Yehinga riceverà circa 1,3 milioni di dollari dal governo tedesco per finanziare “Ragazza a scuole” progetto che rientra nella tutela dei diritti umani. L’obiettivo è di incoraggiare le ragazze delle regioni dell’Est e Ovest Kavango a iscriversi a scuola. In questo modo verrà garantito loro il diritto allo studio. L’ambasciata tedesca ha inoltre riferito che tale progetto intende affrontare quegli ostacoli che impediscono alle ragazze di completare gli studi, in primis i matrimoni minorili e gravidanze precoci. Il progetto intende ridurre il numero di matrimoni infantili e le gravidanze precoci nel periodo compreso tra Aprile e Dicembre 2021. Il nuovo progetto auspica di smantellare vecchie credenze e ideologie che hanno alimentato differenze di genere e pratiche culturali che oramai non sono più tollerabili, soprattutto quando sono a discapito di minori.
I matrimoni minorili in Namibia
Desta preoccupazione la crescita costante di matrimoni minorili in Namibia, nonostante le normative vigenti proibiscano a una persona di età inferiore a 21 anni di sposarsi. Ciò segnala che i matrimoni minorili affondando le radici in tradizioni e costumi sociali più profondi. Questa pratica, infatti, è una consuetudine radicata in Namibia, soprattutto nel Kavango, regione dove il progetto verrà sviluppato. I matrimoni minorili comportano abusi fisici e mentali, privazione dell’età infantile e delle esperienze adolescenziali. L’educazione è quindi un ottimo e valido strumento per contrastare questo fenomeno, oltre allo sviluppo di politiche sociali e previdenziali più efficienti. La popolazione più giovane ha quindi quelle nozioni culturali e scolastiche tali da permettere loro l’emancipazione e l’indipendenza da tradizioni e norme familiari che non consentono loro di scegliere liberamente sul loro futuro.
Le testimonianze, diverse percezioni di un uomo e una donna in un matrimonio forzato
Bernard Namayonga ha 50 anni e vive nella regione dello Zamzezi, in Namibia. L’uomo sostiene che “la mediazione tra mogli” sia la formula vincente in un matrimonio poligamo. Bernard dipinge le mogli in perenne competizione per le sue attenzioni. Le donne sono sotto il suo controllo, lui le ha scelte, sono totalmente dipendenti da lui, quasi smarrite senza la sua presenza salvifica. Tuttavia, le stesse comunità locali della Namibia rigettano la poligamia e i matrimoni minorili, ormai pratica che appartiene al passato. Un matrimonio poligamo comporta più violazioni dei diritti umani sia delle mogli che dei figli minori. La famiglia non è infatti in grado di provvedere al sostentamento di tutti i suoi membri, piombando così nella povertà. Come testimoniato da Albertina Kawayo, ” i matrimoni poligami sono caratterizzati da più violenza e cattive maniere. Anche se dici a tuo marito di cambiare, lui non lo farà”. Albertina non ha avuto scelta, data in sposa da piccola, si ritrova a crescere 13 bambini, condivisi con una seconda moglie del marito, di cui ha appresso l’esistenza solo in un secondo momento.
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Foto di copertina: CC0 (c) Unsplash