La Germania restituisce opere d’arte alla Namibia

Più di 20 oggetti saccheggiati dalla Namibia e finora esposti al Museo Etnologico di Berlino saranno rispediti al Museo Nazionale della Namibia

23 oggetti tra cui utensili, bambole dai vestiti tradizionali, gioielli, un antico recipiente e varie lance, saranno restituiti alla Namibia sottoforma di prestito a lungo termine, anche se non è prevista la restituzione. Una giuria di esperti namibiani ha selezionato questi particolari oggetti per il loro significato storico, culturale ed estetico. Il progetto di rimpatrio e di ricerca ha un costo di circa €300.000, che verranno utilizzati per il panorama museale della Namibia.

Il progetto

Come annunciato da un comunicato stampa della Prussian Cultural Heritage Foundation, il 27 maggio è iniziato il viaggio di questi artefatti che arriveranno nella capitale della Namibia, Windhoek, l’1 giugno. Il progetto di ricerca che ha permesso questa restituzione è “Confronting Colonial Pasts, Envisioning Creative Futures” in collaborazione con la Museums Association of Namibia (MAN). Nella prima fase del progetto, che si concluderà alla fine di giugno 2022, il focus è il rafforzamento del panorama museale della Namibia. La collezione del Museo Nazionale della Namibia è in fase di rinnovamento da parte di un e restauratore e un museologo. Dal finanziamento di €400.000 necessari per questa prima fase è stato fondato anche il Museo della Moda Namibiana di Otjiwarongo. L’1 giugno 2022 si terrà l’inaugurazione. La seconda fase del progetto ha inizio con il viaggio dei 23 oggetti, con un importo aggiuntivo di quasi €300.000.

Il rapporto tra la Germania e la Namibia

La Germania ha ufficialmente riconosciuto il genocidio in Namibia avvenuto nei primi del 900 soltanto nel 2021. In seguito a quasi sei anni di negoziati, i rappresentanti dei due paesi hanno raggiunto un accordo su una dichiarazione politica ufficiale, coinvolgendo anche i gruppi etnici degli Herero e dei Nama, nonostante questi ultimi ritengano queste dichiarazioni come parte della campagna pubblicitaria del governo tedesco. Nei massacri avvenuti dal 1904 al 1908 i coloni tedeschi uccisero decine di migliaia di indigeni Herero e Nama, eventi etichettati dagli storici come il primo genocidio del 20° secolo. Il rapporto fra i due paesi continua ad essere complicato, ma questo sembra essere un primo passo per un cambio di paradigma. Per decenni, esperti d’arte e storici africani hanno richiesto che venissero restituiti in quanto parte dell’identità del paese, che oggi sembrano aver raggiunto un primo obiettivo.

La Germania e il passato coloniale

Il riconoscimento del genocidio in Namibia fa parte di un più grande percorso che la Germania sta conducendo nei confronti del suo passato coloniale. Il Museo Etnologico di Berlino in cui sono conservati gli artefatti che verranno restituiti ne è una prova. Le questioni relative al privilegio occidentale e alle conseguenze del colonialismo sulle popolazioni colonizzate sono centrali nell’esposizione peramanente. Mnyiaka Sururu Mboro, insegnante, attivista e fondatore della ONG Berlin Postkolonial e.V., considera questa restituzione come un passo nel processo di risanamento, un’ispirazione per ridare indietro tutti quegli artefatti di cui ci si è appropriati nel tempo. Lo scorso anno il Museo Etnologico ha raggiunto un accordo anche con la Nigeria riguardo alla restituzione dei Bronzi del Benin, delle preziose opere d’arte saccheggiate durante il XIX secolo.

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Immagini di copertina: Humboldt Forum / Peter Y. Chuang da Unsplash.