Sala conferenze - Castello Cecilienhof a Potsdam (1945) © Amina El Ganadi

Come avvenne l’incontro tra Truman, Stalin e Churchill alla Conferenza di Potsdam del 1945

La storia della celebre Conferenza di Potsdam 1945, lì dove si decisero gli equilibri del mondo post Seconda guerra mondiale

La Conferenza di Potsdam, che andò in scena dal 17 luglio al 2 agosto 1945 presso il Castello Cecilienhof, è uno dei momenti più importanti della storia del XX secolo. Da un punto di vista simbolico questo evento rappresenta la fine della Seconda guerra mondiale ma anche l’inizio della Guerra Fredda. L’incontro avvenne tra i cosiddetti “Tre Grandi”, vincitori del conflitto. Truman per gli Stati Uniti, Stalin per l’Unione Sovietica e Churchill per il Regno Unito. Proprio Churchill però non rimase per tutta la durata dei trattati. Durante la Conferenza, infatti, perse le elezioni e fu immediatamente sostituto da Attlee che era già presente durante le trattative, in qualità di osservatore. Sebbene fosse stata riconosciuta come potenza vincitrice, la Francia di de Gaulle non fu invitata. I capi di stato della Gran Bretagna e dell’Unione Sovietica si erano già conosciuti a Yalta e in Germania si portarono dietro vecchie simpatie e antipatie. Comunicare non fu facile. L’obiettivo della conferenza era discutere di questioni delicate quali il futuro della Germania e la situazione in Asia. Il conflitto era terminato in Europa, ma non nel resto del mondo. Gli Stati Uniti, infatti, non avevano ancora sganciato le bombe atomiche in Giappone. Accadrà poco dopo, il 6 e il 9 agosto di quello stesso anno. Truman cercava l’appoggio di Stalin contro il Giappone, ma come dirlo con le giuste parole?

I tre Grandi - Conferenza di Potsdam 1945 Pubblico dominio da Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Potsdam#/media/File:L_to_R,_British_Prime_Minister_Winston_Churchill,_President_Harry_S._Truman,_and_Soviet_leader_Josef_Stalin_in_the..._-_NARA_-_198958.jpg

I tre Grandi (Winston Churchill, Harry S. Truman e Joseph Stalin) – Conferenza di Potsdam 1945. © Pubblico dominio da Wikipedia 

Le ragioni dell’incontro in Germania

Facciamo un passo indietro. Perché fu scelta Potsdam come sede per questo incontro? Dopo la fine Seconda guerra mondiale, il primo incontro della Grande Alleanza era originariamente previsto a Berlino. Tuttavia, i ripetuti raid aerei e i violenti scontri armati che si erano susseguiti nella capitale, l’avevano lasciata in rovina. A quel tempo, nessun edificio ancora in piedi poteva ospitare una conferenza di questa portata o fornire alloggio alle tre grandi delegazioni degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica. La situazione nella vicina Potsdam non era così grave. Anche se il centro della città era stato gravemente danneggiato dai bombardamenti, diversi palazzi e parchi storici erano rimasti intatti. Il Palazzo Cecilienhof venne quindi scelto come sede della conferenza. La posizione del palazzo, per certi versi isolata, a nord del Giardino Nuovo, rendeva il luogo adatto per l’organizzazione, almeno in termini di sicurezza. Poiché Potsdam si trovava nella zona di occupazione sovietica, L’Unione Sovietica, in qualità di paese ospitante, si occupò di tutti i preparativi organizzativi e logistici. In tutta la città vennero effettuati lavori di ristrutturazione per ripristinare le infrastrutture locali: la rete stradale, l’approvvigionamento idrico, le linee elettriche e le fognature.

Per motivi di sicurezza, l’area in cui si svolse la Conferenza venne suddivisa in tre zone ad anello.  Le sezioni esterne e centrali erano di competenza dell’URSS. Il cerchio interno venne a sua volta diviso in tre settori: ciascuna delle tre potenze occupanti si occupò della sicurezza della propria area. Per ragioni di protocollo, durante la Conferenza, a ciascun Capo di Stato venne assegnato un ingresso separato. Ogni delegazione era, inoltre, responsabile della preparazione dei propri pasti durante la Conferenza. I “padroni di casa sovietici” si occuparono della preparazione del buffet per il giorno dell’apertura della Conferenza.

Castello Cecilienhof - Potsdam © Amina El Ganadi

Castello Cecilienhof – Potsdam © Amina El Ganadi

Cambio della leadership britannica

Un’elezione generale si tenne in Gran Bretagna all’inizio di luglio 1945. Winston Churchill dovette tornare in Inghilterra il 25 luglio per l’annuncio dei risultati. Durante questo periodo proseguirono i colloqui bilaterali tra il ministro degli esteri sovietico e il segretario di stato americano. La vittoria del partito laburista del 26 luglio portarono al cambiamento della leadership politica britannica: Clement Attlee sostituì Winston Churchill come capo del governo. Clement Attlee aveva già partecipato in qualità di osservatore alla Conferenza di Potsdam. In un messaggio al Generalissimo sovietico Joseph Stalin, scrisse:

“In seguito alle dimissioni di Sir Churchill, Sua Maestà il Re mi ha affidato l’incarico di formare il nuovo governo. Sono certo che lei comprenderà che, a causa dei compiti immediati e urgenti che mi attendono, sarò impossibilitato a tornare a Potsdam in tempo per l’Assemblea Plenaria fissata per le ore 17 di venerdì 27 luglio. … Sono molto costernato per l’inconveniente causato da questo rinvio”.

Il 28 luglio 1945, con l’arrivo del primo ministro britannico Clement Attlee in compagnia del nuovo ministro degli esteri, Ernest Bevin, i negoziati a Potsdam poterono riprendere. Con la nuova leadership della delegazione britannica, Stalin era l’unico capo di governo ad aver partecipato a tutte e tre le conferenze di Teheran, Yalta e Potsdam.

Come Clement Attlee, Harry S. Truman era un nuovo arrivato al tavolo delle trattative. Il suo predecessore, il presidente Franklin Roosevelt, che guidò la delegazione statunitense a Teheran e a Yalta, morì il 12 aprile 1945, poco prima della fine della guerra in Europa. Roosevelt aveva sempre mantenuto una posizione decisamente filosovietica. Il suo successore Truman, invece, non ebbe lo stesso atteggiamento a Potsdam. Ma non riuscì ad assumere una posizione apertamente antisovietica. Emersero, tuttavia, notevoli divergenze per via della posizione scettica e allo stesso  tempo allarmata degli americani, dovuta alla pesante influenza sovietica in Polonia. Allo stesso tempo, però, Truman sperava ancora che l’Unione Sovietica entrasse in guerra in Asia contro il Giappone, il prima possibile. A Potsdam gli Stati Uniti erano consapevoli della loro superiorità bellica: la delegazione americana era, infatti, in una posizione negoziale più forte dopo il successo del test della bomba atomica nel deserto del New Mexico.

Winston Churchill e Clement Attlee durante la Conferenza di Potsdam 1945 © Amina El Ganadi

Winston Churchill e Clement Attlee durante la Conferenza di Potsdam 1945 © Amina El Ganadi

Conferenza di Potsdam- luglio 1945. Pubblico dominio da Wikipedia https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Potsdam_Conference_group_portrait,_July_1945.jpg

Seduti nel giardino del Castello Cecilienhof: Clement Attlee, Harry S. Truman e Joseph Stalin (Luglio 1945).Conferenza di Potsdam – Pubblico dominio da Wikipedia 

La Conferenza di Potsdam: le contrattazioni

Durante i trattati di Potsdam, la Conferenza venne presieduta dal presidente americano Truman, in qualità di politico di grado più elevato rispetto agli altri Capi di Stato. I consiglieri militari e politici occuparono le sedie disposte in seconda fila, mentre i verbalizzatori lavorarono ai banchi. I colloqui si tennero in inglese e russo. Hugh Lunghi, interprete della delegazione britannica, descrisse così le sue impressioni sull’atmosfera degli incontri:

“L’atmosfera era, nel complesso, amichevole. Non sono mancati, tuttavia, momenti di tensione. I tre Grandi leader usavano stili linguistici molto diversi l’uno dall’altro. Per un interprete ciò fa molta differenza. Stalin era molto parsimonioso con le sue parole ed era molto preciso. Sembrava sapere esattamente di cosa stava parlando – con assoluta padronanza di sé ma molto tranquillo. … La lingua di Churchill era la lingua di un oratore. Preparava molto accuratamente i suoi discorsi.  Ma molto spesso, come si diceva tra noi – cioè gli interpreti – si poteva quasi vedere la frase giusta come rimbombargli nel cervello e scendere lentamente fino alla bocca. E poi usciva con questa frase meravigliosa, che ti lasciava incantato per un momento – e poi ti rendevi conto che avresti dovuto fare del tuo meglio per interpretare questa meravigliosa frase. E, naturalmente, non eri mai all’altezza della situazione. Ma, in fondo, si diceva che un interprete era un po’ come un musicista in un concerto – e il suo scopo era quello di trasmettere il significato essenziale, di “dare il la”. E ovviamente, di conseguenza, dovevi pensare alla tua interpretazione come a una performance. Ti stavi esibendo. Non eri una macchina per tradurre. Non si poteva essere solo una macchina per tradurre. I lavori di ogni giorno si svolgevano secondo un programma rigoroso. Le sottocommissioni iniziavano le loro sessioni alle 8 del mattino. Seguivano alle 11 le riunioni dei ministri degli esteri. Le sessioni plenarie dei “Tre Grandi” iniziavano di solito alle 17:00.”

Durante le 13 sessioni della Conferenza, le tre delegazioni negoziarono questioni centrali dell’ordine del dopoguerra. L’accento principale venne posto su come trattare la Germania occupata. La vita politica doveva essere trasformata sulla base dei principi democratici. Si decise di divedere il Paese in quattro settori, così come la sua capitale, Berlino. Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Unione Sovietica ricevettero ognuna “un quarto” di Germania. Sebbene la Francia fosse stata riconosciuta come potenza vincitrice e quindi integrata nell’amministrazione della Germania, non fu invitata alla Conferenza: il Governo Provvisorio della Repubblica Francese guidato da De Gaulle approvò parte dell’accordo solo in un secondo momento. Sotto la direzione del neonato “Consiglio di controllo alleato”, il Paese fu smilitarizzato e disarmato, i membri del partito nazista rimossi dai pubblici uffici, tutte le organizzazioni naziste e militari sciolte e i criminali di guerra processati.

Conferenza di Potsdam- mappa suddivisione della Germania © Amina El Ganadi

Conferenza di Potsdam. Mappa della Germania divisa – Castello Cecilienhof, Potsdam © Amina El Ganadi

Nel 1945, il Medio e il Vicino Oriente si trovavano sotto l’influenza delle Grandi Potenze. L’Iran venne occupato da inglesi, americani e sovietici. Dal 1941, e per un certo periodo, gli Stati Uniti consegnarono materiale bellico all’Unione Sovietica attraverso l’Iran. Le ricche risorse petrolifere dell’Iran vennero sfruttate nell’interesse di Londra dalla Anglo-Iranian Oil Company. Alla Conferenza di Potsdam, le potenze alleate discussero di un ritiro anticipato delle truppe. Durante i trattati, Churchill sottolineò ancora una volta la promessa fatta all’Iran di abbandonare il Paese dopo la sconfitta della Germania. Stalin, tuttavia, non rispettò gli accordi, provocando in tal modo la crisi iraniana. Fu solo nel maggio 1946, in seguito alla massiccia pressione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti, che tutte le truppe di occupazione sovietica vennero ritirate. Anche in Siria le truppe britanniche e francesi avrebbero dovuto lasciare il Paese. Tuttavia, il paese raggiunse la completa autonomia solo nelll’aprile del 1946.

Mappa del Medio e vicino Oriente- Castello Cecilienhof, Potsdam © Amina El Ganadi

Conferenza di Potsdam. Mappa del Medio e Vicino Oriente – Castello Cecilienhof, Potsdam © Amina El Ganadi

Poco dopo la mezzanotte del 2 agosto 1945, Stalin, Truman e Attlee (nuovo capo del governo britannico) firmarono il protocollo di Potsdam. In linea con la designazione ufficiale della conferenza, venne citata “Berlino” come luogo e non Potsdam. Il documento venne retrodatato al 1 agosto.

Trattato di Potsdam 1945 @ Amina El Ganadi

Trattato di Potsdam 1945 (facsimile) © Amina El Ganadi

POTSDAM CONFERENCE 1945 – SHAPING THE WORLD

Mostra speciale in commemorazione del 75° anniversario della Conferenza di Potsdam
23-06-2020 al 31-10- 2021

Neuen Garten 11, 14469 Potsdam, Palazzo Cecilienhof

Orario: Lunedì chiuso

martedì-domenica  10 – 17:30
Ultimo ingresso 16:45

Ingresso a pagamento: 14.00 € / ridotto 10.00 €

Altre informazioni disponibili al sito web

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Immagine di copertina:  Castello Cecilienhof a Potsdam – Sala conferenze © Amina El Ganadi