Al Gropius Bau di Berlino una mostra affronta la violenza e le persecuzioni subite dalla comunità queer
Da novembre il Gropius Bau di Berlino ospiterà la prima mostra nella capitale tutta dedicata al fotografə Zanele Muholi
Dal 26 novembre 2021 al 13 marzo 2022, il Gropius Bau di Berlino aprirà le porte alla prima grande mostra dedicata al fotografə di fama internazionale Zanele Muholi. L’artista, originariə del Sud Africa, negli ultimi anni ha infatti acquisito particolare notorietà anche in Europa e in tutto il mondo. Questa mostra rappresenta la prima grande occasione per poter fruire di una selezione completa delle sue opere a Berlino. I suoi lavori, che sono riusciti a distinguersi nel mondo della fotografia per la loro eccezionalità, restano un punto di riferimento per la lotta contro le discriminazioni rivolte alla comunità LGBTQ+. Muholi stessə si può considerare un attivista che, attraverso le sue fotografie, affronta temi legati alla violenza e alla persecuzione subite dalla comunità queer, creando allo stesso tempo uno strumento di emancipazione.
La redazione di Berlino Magazine metterà in palio due biglietti (uno a testa) per il Gropius Bau. I biglietti comprenderanno l’ingresso alla mostra di Zanele Muholi e alla mostra The Cool and the Cold. Come vincerli?
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- Ricevere il quesito sulla mostra di Zanele Muholi nella newsletter di martedì 23 novembre
- Scriveteci la risposta al quesito alla mail info@berlinomagazine.com
I primi due lettori che risponderanno al quesito in modo corretto vinceranno i due biglietti.
Le fotografie di Zanele Muholi raccontano storie della comunità LGBTQ+
Zanele Muholi ha iniziato proprio così il suo percorso artistico: raccontando storie di persone nere gay, bisessuali, transgender e queer. Ha voluto raccontare le loro vite in Sud Africa, ma quello che comunicano le sue opere si può estendere al vissuto di tutte le persone queer indipendentemente dal luogo in cui si trovano. Il lavoro di Muholi ci parla di violenza, discriminazione, persecuzione, ma anche di lotta comune e auto-affermazione, nel tentativo di sfuggire all’onnipresente sguardo etero-normativo. Muholi è capace di catturare l’interezza delle esperienze vissute dalle persone della comunità LGBTQ+. Le immagini creano infatti un’alternanza tra momenti di amore e di intimità e altri che sprigionano l’intensità degli eventi traumatici vissuti dai loro protagonisti.
Nella mostra ospitata dal Gropius Bau saranno esposte più di 200 fotografie, attinte sia dalla sua vecchia raccolta Only Half the Picture sia dalla sua più recente serie Somnyama Ngonyama. “Le opere di Muholi mostrano come il prendersi cura di sé, l’empatia e l’empowerment possano persistere nonostante il trauma collettivo” così la direttrice del Gropius Bau Stephanie Rosenthal ha introdotto l’esposizione. Ha poi aggiunto che Muholi è un esempio di come “la fotografia possa essere un mezzo per affrontare il trauma e canalizzare il proprio attivismo.”
Cosa troverete alla mostra
La mostra di Zanele Muholi includerà oltre 200 opere. Questa sono prese sia dai suoi progetti più vecchi che più recenti. La selezione forse più riconoscibile è Faces and Phases, una serie di ritratti che celebrano persone nere transgender, lesbiche e non conformi al binarismo di genere. In questa selezione ciò che colpisce particolarmente sono gli occhi di ogni partecipante, che guardano dritti nell’obbiettivo, sfidandoci a tenere lo sguardo. L’esposizione include inoltre molte altre serie, tra cui Being che mostra immagini di vita di coppia tra persone dello stesso sesso, e l’acclamata serie di autoritratti Somnyama Ngonyama. Quest’ultima selezione comprende numerosi autoritratti dell’artista, che si trasforma in diversi personaggi per affrontare il problema del razzismo e di rappresentazione delle persone di colore.
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Immagine di copertina: Zanele Muholi, Bona, Charlottesville, 2015, ©️Zanele Muholi, Purchased with funds provided by the Africa Acquisitions Committee 2017, per gentile concessione del Gropius Bau