Vi raccontiamo The Assistant, il film non banale sul MeToo che sbarca alla Berlinale
The Assistant, il film a cui basta una giornata per far capire cosa c’è alla base del movimento MeToo
The Assistant è la storia di una giovane assistente in una grossa casa di produzione cinematografica, raccontata con toni grigi e ritmi lenti, giustificati al fine di denunciare un grave problema sociale: la condizione della donna nel mondo del lavoro, senza nascondere i riferimenti allo scandalo di Harvey Weinstein. Proiettato alla Berlinale nella sezione Panorama, The Assistant è un film molto intelligente che fa capire tutto senza far vedere troppo.
La trama di The Assistant
Il film racconta una singola giornata di lavoro di Jane, una giovane che lavora come assistente in un importante agenzia di produzione cinematografica. È la prima ad arrivare in ufficio al mattino e l’ultima ad uscire la sera, svolgendo le sue mansioni come fossero automatismi. Parla solo quando è necessario e non ha legato con i colleghi. Il suo sguardo assente lascia intuire che non è così di carattere, ma è stata trasformata dalla routine e dall’ambiente di lavoro maschilista non stimolante. Pur non essendo mai in ufficio, il suo capo è una presenza costante: si fa sentire esclusivamente per telefono e solo per rimproverarla. Improvvisamente compare una nuova assistente, alcuni indizi e strane coincidenze attireranno l’attenzione di Jane.
The Assistant, una denuncia sussurrata
La regista e sceneggiatrice Kitty Green utilizza il suo film per lanciare un messaggio in modo non stereotipato. The Assistant non è un film che comunica chiaramente, ma è un film che sussurra allo spettatore e lascia intendere. Il nome di Harvey Weinstein non è mai pronunciato, così come non compare mai durante gli 87′ di proiezione: qui non si sta parlando di un caso in particolare, si sta parlando di tutti gli Harvey Weinstein. Non sono presenti elementi in grado di stabilire l’anno preciso in cui è ambientato il film, questo serve a indicare l’atemporalità della questione che va ben oltre lo scandalo hollywoodiano. The Assistant allarga il suo campo d’azione e denuncia l’intero sistema. L’ufficio è un ambiente cupo, diametralmente opposto all’ufficio di Mad Men: non c’è nessuna Peggy Olson che si fa strada tra i vari Pete Campbell e Ken Cosgrove per combattere gli stereotipi, ma c’è una Jane sconfitta e scoraggiata da un sistema più grosso di lei. I colleghi sono complici più o meno involontari: gli altri assistenti, tutti uomini, vogliono aiutare Jane ma utilizzano frasi fatte che non fanno altro che alimentare il problema. Nonostante le buone intenzioni, il fatto che Jane voglia diventare una produttrice suscita ancora ilarità nei colleghi.
Quando vedere The Assistant
Martedì 25 febbraio alle 13.30 all’International
Venerdì 28 febbraio alle 21.00 al CinemaxX 7
Domenica 1 marzo alle 22.00 allo Zoo Palast 1
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Immagine di copertina: ©Berlinale