Stoa169, il portico nel sud della Germania dove ogni colonna è inventata da un artista diverso e sarà sempre così
Si trova in Germania, a 50 km da Monaco di Baviera, la Stoa169: una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto
Nel cuore delle campagne bavaresi, nel piccolo villaggio di Polling, l’artista Bernd Zimmer ha dato forma ad un interessante progetto. L’istallazione parte dalla forma architettonica del portico, costruzione tipica nell’antica Grecia, in cui i filosofi erano soliti passeggiare e discutere le proprie idee con i loro discepoli. Ma la particolarità dell’opera di Zimmer è sicuramente nelle colonne che compongono il portico. Infatti ognuna di queste è realizzata da un artista e rappresenta un unicum; nell’insieme danno vita all’espressione corale di centinaia di maestri provenienti da tutto il mondo. Finora hanno aderito al progetto numerosi artisti, tra cui spiccano i nomi di Herbert Brandl, Peter Halley, Rebecca Horn, Brigitte Kowanz, Erwin Wurm e degli italiani Mimmo Paladino ed Enzo Cucchi. Il progetto è ancora in evoluzione: nella prima fase sono state installate le prime 80 colonne realizzate, le restanti verranno aggiunte gradualmente. Il completamento dell’istallazione è previsto per la fine del 2021. La novità più assoluta è il libero accesso all’opera: non vi sono limitazioni di orario per le visite o biglietti da pagare.
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Policromatica e multiculturale: il progetto dietro la Stoa169
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Le parole dell’ideatore del progetto: Bernd Zimmer
Dalle parole di Bernd Zimmer concesse a Merkur si possono comprendere le motivazioni che hanno spinto la realizzazione dell’opera. «Nel 1990 ho visitato per la prima volta l’India meridionale per visitare i templi indù» ha dichiarato l’artista. «Per raggiungere il centro dei Calderoni si attraversano grandi padiglioni che servono alla meditazione, ma anche per proteggere i pellegrini dal sole e dalla pioggia. Ho notato che ogni colonna è diversa: raccontano storie scolpite nella pietra della famiglia divina, di battaglie e combattimenti, del desiderio e dell’amore.»
Inoltre «il progetto ha chiaramente uno scopo educativo» ha affermato Zimmer in un’intervista con Artribune .« Ci sono ciclisti che si trovano a passare da qui, entrano per caso e magari si confrontano per la prima volta con alcune espressioni artistiche, quali l’arte astratta e quella concettuale oppure con le più “comprensibili” pittura e scultura. Inoltre non si paga l’ingresso, si può venire quando si vuole e non si viene sorvegliati, e tutto ciò ha un valore importante. In linea di principio si potrebbe visitare la Stoa169 anche di notte con la torcia e in quel momento incontrare un capriolo o a una volpe.»
L’artista ha continuato parlando della scelta del coinvolgimento di alcuni artisti italiani: « Sono stato molto felice della loro partecipazione, soprattutto da parte di Paladino che so condurre una vita molto ritirata. Mi sarebbe piaciuto molto che aderisse Giuseppe Penone, abbiamo provato a coinvolgere anche Maurizio Cattelan, purtroppo senza riscontro positivo. L’assenza di Penone mi ha fatto male, ma per l’Italia potremo presto contare su una presenza femminile: Monica Bonvincini.»
Considerando l’emergenza sanitaria che sta colpendo l’intero globo, Zimmer ha espresso dunque la propria opinione personale al riguardo. «Penso che la crisi attuale dovuta al Coronavirus ci accompagnerà a lungo; oggi ha questo nome e domani ne avrà un altro. Trovo che i giovani stiano pagando un prezzo pesante, soprattutto nel come vivere la socialità. Forse il presente mi ricorda il dopoguerra, quando noi bambini di allora non avevamo molte possibilità di svago. Pensi che come unico bambino di confessione protestante della classe, non mi era permesso giocare con i compagni cattolici. Rappresentavo l’eresia in Baviera».
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Chi è Bernd Zimmer
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Immagine di copertina: Stoa169 – screenshot da YouTube
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