Pia Klemp, la capitana tedesca scelta da Banksy per la sua nave salva-migranti
È tedesca la capitana scelta da Banksy per la guida della sua nuova nave salva-migranti
Banksy ha finanziato la Louise Michel, una nave che sarà impegnata nel salvataggio delle persone che migrano attraverso il Mediterraneo. Secondo quanto riportato dal The Guardian, tutto è iniziato quando, nel settembre del 2019, Banksy ha inviato questa mail a Pia Klemp: «Ciao Pia, ho letto della tua storia sui giornali. Mi pare tu sia tosta. Sono un’artista della Gran Bretagna e ho fatto alcuni lavori a proposito della crisi dei migranti, ovviamente non posso tenermi i soldi. Potresti usarli per comprare una nuova nave o qualcos’altro? Per favore fammi sapere. Ben fatto. Banksy». La sua donazione si è tradotta, così, nell’acquisto di una di uno yacht a motore di 31 metri a disposizione di un equipaggio esperto. La squadra, infatti, è composta da sole donne, le quali hanno già presto servizio di soccorso in operazioni di recupero naufraghi. La decisione è dovuta al fatto che si tratta di un progetto femminista: il nome stesso della barca, infatti, è un tributo all’anarchica francese Louise Michel.
Chi è Pia Klemp?
La capitana della nave Louise Michel finanziata da Banksy si chiama Pia Klemp, è nata a Bonn ed è laureata in biologia. In seguito, ha iniziato a lavorare come attivista in progetti per la conservazione della fauna marina. Il conseguimento del brevetto di capitana risale al 2011, quando entrò a far parte del gruppo ambientalista Sea Shepard, associazione che si occupa di contrastare le attività illegali in mare. È nel 2017 che decide di impiegare quanto appreso dall’esperienza con la Sea Shepard in favore del salvataggio di chi, in cerca di salvezza, si imbarca alla volta dell’Europa attraverso il Mediterraneo. Impegno che ha suscitato reazioni opposte: da un lato, Klemp è stata premiata insieme a Carola Rackete con la medaglia Gran Vermeil per “la solidarietà e l’impegno di Parigi nel rispetto dei diritti umani”; dall’altro, la capitana è stata indagata, dichiarando lei stessa, in un’intervista al Basler Zeitung, che sarebbe stata processata. Se in un primo momento la sua attività di soccorritrice era cessata, gli ostacoli incontrati non l’hanno spinta a rinunciare al proprio impegno umanitario. «Non andrò mai in prigione per aver salvato persone in difficoltà» ha detto la capitana in un’intervista al The Guardian. Così, grazie a Banksy ha cominciato il lavoro per la Louise Michel, che naviga per questo motivo sotto la bandiera tedesca.
Le missioni di soccorso della Louise Michel
La pianificazione della missione non è stata subito resa di dominio pubblico: Berlino, Burriana e Londra, infatti, hanno preferito lavorare inizialmente in segreto. Un’eccessiva esposizione mediatica avrebbe comportato il rischio di essere ostacolati dalle autorità europee. Il progetto, pertanto, è stato reso pubblico solamente dopo aver effettuato il primo salvataggio. La nave è partita in segreto il 28 agosto scorso dal porto spagnolo di Burriana, vicino a Valencia, e si trova ora nel Mar Mediterraneo. La prima operazione di soccorso ha aiutato 89 persone, incluse 14 donne e 4 bambini. La nave, inoltre, ha già preso parte ad altri due soccorsi che hanno visto coinvolte 105 persone, ora imbarcate sulla ONG Sea Watch 4. La Louise Michel è ora in attesa di un porto sicuro in cui attraccare.
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Immagine di copertina: Pixabay