Perché la catena WhatsApp sul boicottare i prodotti tedeschi è cretina (e no, non è dello Spiegel il Bungee Jumping all’italiana)

Andiamo a capire meglio perché la catena sul boicottaggio dei prodotti tedeschi sarebbe un suicidio economico e sbugiardiamo un’altra fake news, quella della vignetta anti-italiana

È un momento difficile per tutti. La tristezza e la frustrazione di non potersela prendere con qualcosa di impersonale come un virus sta portando molte persone a cercare un capro espiatorio verso cui sfogare la propria rabbia. E così, come è nostro solito, il colpevole lo cerchiamo prima di tutto fuori. E chi, visto che l’irrazionalità è la stessa di un ultrà, meglio del nostro rivale calcistico per eccellenza, la Germania? Su WhatsApp e nei gruppo Facebook c’è un mondo parallelo fatto di catene, meme e false notizie alcune (si è già scoperto) propagate da troll finanziati dai russi, altre frutto solo di un mix di ignoranza e facilità nel cliccare sul tasto inoltra. Una delle più stupide punta al boicotaggio dei prodotti tedeschi.

L’assurdo testo della catena sul boicottaggio dei prodotti tedeschi

“Considerato che la guerra è ECONOMICA , e Tedeschi e Austriaci non hanno intenzione, di aiutare coi soldi di tutti e cioè con Eurobond, i paesi più colpiti dell’area Euro come SPAGNA FRANCIA, ITALIA ecc. Soldi che servirebbero a curare malati, a comprare farmaci, a pagare medici, infermieri, sussidi , cassa integrazione, contributi ad aziende e lavoratori, ed attività commerciali oggi chiuse , e ogni misura di sostegno all’economia del nostro paese . Visto che andiamo tutti a far la spesa, VI IMPLORIAMO di far crollare il fatturato delle aziende tedesche e austriache, i vantaggi saranno enormi.. Il primo è per l’occupazione italiana, in secondoluogo le aziende italiane pagano tasse in Italia, molte multinazionali delocalizzano e non producono nulla in Italia, ma inviano solo i loro prodotti al nostro mercato, cioè non producono posti di lavoro in Italia . Altre tramite un gioco complicato ma legale, pagano poche tasse, avendo sede ad Amsterdam o Paesi Bassi. Se le aziende tedesche che hanno dipendenti qui in Italia crollano, altre aziende italiane o di altri paesi assumeranno personale in Italia, quindi tranquilli. La Germania ha avuto un SURPLUS commerciale da quando è entrata in Europa, vantaggio riconosciuto da tutti gli economisti del mondo. Questo anche perchè la gran parte dei nostri politici son tutti senza palle. I vantaggi per le aziende NON GERMANICHE sarebbero enormi, Vi chiediamo di inoltrarlo a 20 persone, di cui 2 almeno fuori dalla vostra città, se ognuno di voi ci riesce in 5 minuti siamo a 400, in un ora a 8.000 persone circa, in un giorno raggiungiamo 192.000 contatti, quindi i numeri si fanno importanti. Massacriamo la Germania, senza missili, senza armi, ma con l’arma che è caratteristica di noi italiani e cioè l’intelligenza. vedi MEUCCI (inventore telefono), E.FERMI, Cristoforo Colombo, Leonardo da Vinci. Boicottiamo quindi: ALDI SUPERMERCATI LIDL , PENNY Market e DESPAR, prodotti: BALSEN biscotti YOGURT MULLER KNORR SUGHI HARIBO caramelle Birra Paulaner , Edelweiss, Goldenbrau, Gosser (BAVARIA e Heineken olandesi) Red bull bevanda austriaca, Henkel group tedesca che detiene: DIXAN, BIO PRESTO, Perlana, VERNEL, PERSIL ,Pril per lavastoviglie, Nielsen sapone piatti . GLISS per capelli, antica Erboristeria che è tutto meno che italiana Breff detergenti prodotti casa VAPE antizanzare HERTZ autonoleggio Ravensburger giocattoli LOCTITE e colla e Pritt Schwarkopf shampoo e Neutromed saponi Continental pneumatici ROWENTA E VORKERK elettrodomestici Marchio Bosch e Aeg Cucine Materiale per bagno edilizia Duravit, Grohe e Knauf , Villeroy & Bosch Wurth viti Junkers e Vaillant caldaie Telefunken televisori Osram e SIEMENS, colossi illuminazione PUMA e ADIDAS ESCADA e MONTBLANC REUSCH e ULHSPORT abbigliamento sport e neve. LANGE & SONHE orologi KTM moto Swaroski gioielli SCI ATOMIC e il marchio HEAD Deustche bank”

Perché la catena è assurda e a perderci sarebbe soprattutto l’Italia.

Sia chiaro: siamo i primi che credono nell’importanza di rifornirsi di prodotti con il minor impatto ambientale possibile. E così, di norma, molto meglio comprare i pomodori del contadino appena fuori città che quelli che vengono dall’Olanda o dalla Spagna, ma prendere di mira i prodotti tedeschi non è la soluzione per risollevare l’economia italiana. L’Italia infatti dipende dalla Germania molto più di quanto la Germania dipenda dall’Italia. Per spiegarlo da un punto di vista tecnico abbiamo chiesto un parere a Luigi Mercuri, esperto di attrazione investimenti e commercio, attuale CFO e Head of Investment di Vessel Global (azienda di consulenza specializzata in processi di internazionalizzazione, business expansion e attrazione investimenti esteri), con un passato anche all’ufficio berlinese dell’ICE/ITA – Istituto del Commercio Estero e alla Camera di Commercio tedesca in Corea del Sud: “Al di là della forma del tono becero, aggressivo, xenofobo e superficiale, nonché della costruzione demagogica, ciò che è preoccupante nel messaggio sono le forzature logiche alla base. Partiamo da un dato di fatto: la Germania è il nostro primo commerciale sia in import che in export (di seguito una panoramica delle esportazioni italiane in Germania, e delle importazioni tedesche in Italia suddivise per settori e prodotti). E se, per assurdo – ma parliamo di ipotesi – fossero i tedeschi a boicottare di riflesso i prodotti italiani? Le esportazioni italiane verso la Germania equivalgono un diciottesimo del nostro Pil. È la prima nazione in Europa in termini di connazionali residenti. C’è un’interdipendenza totale anche sul lato della catena del valore industriale (moltissime PMI italiane fabbricano macchinari e componeneti per le grandi industrie tedesche, dal settore automotive al packaging), senza pensare al turismo: anche in questo caso parliamo del popolo che spende e fa più vacanze nel nostro Paese. I tedeschi hanno anche proprietà in Italia case, investimenti nel nostro sistema produttivo e diverse joint ventures in Italia. Sarebbe un suicidio economico. Passiamo al resto: È molto improbabile, tanto più in un momento di crisi, che boicottando prodotti stranieri sul mercato Italiano si faccia fallire un’azienda e che e i posti di lavoro verrebbero assorbiti dal mercati nazionale. Non solo: non in tutti i settori dei prodotti citati ci sono aziende italiane abbastanza solide da poterne prendere il posto a breve termine. Salirebbero i prezzi dei prodotti in questione e aumenterebbe la disoccupazione. Alcune delle aziende citate sono holding tedesche, ma all’interno contengono diverse aziende italiane acquisite e integrate grazie a operazioni di M&A. Per esempio Lidl, Rowenta, Puma e Adidas da decenni fanno acquisizioni strategiche in Italia. Vi sono addirittura aziende che rappresentano il Made in Italy in tutto il mondo che sono state salvate da investimenti tedeschi quali la Lamborgini e la Ducati, parte del gruppo Volkswagen. Inoltre, diversi investitori e gruppi italiani hanno acquisito quote di aziende tedesche e risiedono nei board. Boicottando i brand citati nel messaggio non si danneggia solo l’azienda madre – che non necessariamente fallirebbe – ma si indebolirebbero di riflesso centinaia di aziende italiane che ne fanno parte o che vendono prodotti o servizi a tali grandi imprese. Arriviamo dunque al concetto di “catena del valore” delle filiere: un numero elevatissimo di aziende italiane contribuisce alla realizzazione di prodotti venduti attraverso i brand citati, direttamente o indirettamente, mettendo a disposizione tecnologie produttive, macchinari, servizi logistici, di stoccaggio o pubblicitari. Chi mette in giro queste idiozie contribuisce a creare un clima avvelenato che sicuramente non aiuta alla creazione di un’Europa unita, e tantomeno alla costruzione di Eurobond (certamente auspicabili ma non dovuti). Tali commenti sono pertanto vergognosi e in contrasto con il mercato unico e il progetto europeo che abbiamo costruito per noi e i nostri figli. Bisogna informarsi, pesare bene le parole, ed essere coscienti delle conseguenze di quello che si scrive online. Propagare ignoranza facilita la manipolazione e, in momenti bui, si contribuisce facilmente a indirizzare la rabbia sociale verso scopi pericolosi e dannosi. Basta guardare a un paese non troppo distante da noi, l’Ungheria, dove Orban ha assunto potere illimitato senza alcun termine temporale da qualche giorno- “.

Le stupidaggini che girano su whatsApp e altri social: la vignetta Bungee jumping auf Italienisch

Tra le altre cretinate c’è quella di un uomo a testa in giù e la scritta “Bungee jumping auf Italienisch” ovvero “Bungee Jumping all’italiana” some se fosse stata usata dal celebre settimanale der Spiegel per ironizzare sul nostro popolo. È una bufala. Non solo non è di oggi, ma del 2019, ed è su Salvini (è lui a testa in giù), non un italiano qualsiasi), ma è frutto dell’artista slovacco e residente in Austria Marian Kamensky che nulla ha a che fare con lo Spiegel. Lo ha dichiarato sia Kamensky che lo Spiegel l’estate scorsa. per carità, rimane una vignetta a nostro modo di vedere di cattivo gusto, ma non ha nulla a che fare con i tedeschi. Noi ne parlammo un anno fa

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