La Germania ordina a Facebook di smettere di raccogliere dati senza consenso
Un’importante vittoria per il diritto alla privacy e alla concorrenza grazie al lavoro dell’FCO contro il colosso tecnologico
La regolamentazione dei social media è uno dei temi più spinosi dei nostri tempi e porta spesso, soprattutto in Europa, a battaglie legali tra i giganti della Silicon Valley e le corti di giustizia. Martedì scorso, in Germania i difensori della privacy hanno ottenuto un importante vittoria contro il gruppo Facebook. Il Bundeskartellamt – L’Ufficio Federale Tedesco dei Cartelli (FCO) – è l’autorità dello Stato federale tedesco che si occupa di regolare la concorrenza tra le imprese private. A febbraio 2019, l’FCO aveva imposto alcune restrizioni a Facebook circa l’uso dei dati degli utenti. Al colosso americano è stato contestato di combinare i dati raccolti dalle sue altre applicazioni, come Instagram e Whatsapp, e quelli provenienti dai siti di terze parti con i dati dei profili Facebook. La questione sembra tecnica ma riguarda tutti i cittadini da vicino. Combinando i dati esterni con quelli del social media Facebook l’azienda di Mark Zuckemberg è infatti in grado di ottenere informazioni estremamente precise sui suoi utenti. I gusti, le abitudini, i desideri dei cittadini sarebbero così a disposizione del colosso tech e vendibili ad altri privati per ulteriori servizi. L’FCO ha quindi deciso che Facebook debba chiedere il consenso ai suoi utenti per eseguire un tale incrocio di dati e, in mancanza di permesso, non possa eseguire queste operazioni. Oltre alle preoccupazioni per la privacy, la questione riguarda anche l’equilibrio dei mercati. Nelle parole di Andreas Mundt, presidente dell’FCO:
«In futuro, Facebook non potrà più costringere i suoi utenti ad accettare la raccolta e l’assegnazione praticamente illimitata di dati non proprietari ai loro account di Facebook. La combinazione di fonti di dati ha contribuito in modo sostanziale al fatto che Facebook è stato in grado di costruire un database unico per ogni singolo utente e quindi di acquisire potere di mercato. In futuro, i consumatori potranno impedire a Facebook di raccogliere e utilizzare i loro dati senza restrizioni».
Martedì scorso, in un procedimento accelerato, la Corte federale di giustizia tedesca (BGH) si è schierata con l’FCO constatando un abuso da parte di Facebook del suo ruolo dominante sul mercato. «Facebook non permette alcuna scelta» ha dichiarato perentorio il presidente della Corte Peter Meier-Beck nell’aula di Karlsruhe.
Facebook farà ricorso
Il gruppo di Palo Alto ha assicurato che non ci saranno “cambiamenti immediati” per gli utenti in Germania e ha sottolineato che attenderanno ancora l’esito del ricorso. Facebook sostiene di non minare in alcun modo la concorrenza sui mercati. I numeri però danno ragione all’FCO e alla Corte di Karlsruhe: Facebook è di gran lunga il più grande social network in Germania, con oltre 23 milioni di utenti attivi giornalieri che rappresentano il 95% del mercato. Rivali come Snapchat, YouTube o Twitter non offrono tutti i servizi di Facebook e non sono direttamente comparabili secondo l’autorità. Il professor Rupprecht Podszun, esperto di diritto della concorrenza dell’Università Heinrich Heine di Düsseldorf, ha definito la decisione di martedì una “grande vittoria” per la FCO. La battaglia tedesca contro Facebook è vista come una novità giuridica e viene osservata da vicino in tutto il mondo come un esempio per chi sostiene il diritto alla privacy e come una minaccia per le Big Tech americane.
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Immagine di copertina: Pixabay