Il brutale discorso della Von der Leyen in Grecia che mostra chi ha il potere e chi no

Le dure parole della Presidente della Commissione Europea sono state criticate dall’editoriale del TAZ

La situazione al confine greco-turco è drammatica da diversi giorni con diverse migliaia di profughi intrappolati tra i due paesi senza che vengano fatti entrare in Grecia né che possano trovare posto in Turchia. Ci troviamo alla  frontiera di Kastanies, lungo il fiume Evros. I profughi, che scappano soprattutto dalla guerra civile siriana, sono schiacciati tra la polizia turca alle loro spalle e una rete di filo spinato che impedisce loro di entrare nella democratica Europa. Ovunque, poliziotti e militari presidiano il confine. I momenti di violenza sono stati molti: come riportano i giornalisti presenti sul posto, le forze dell’ordine hanno sparato fumogeni, granate stordenti e persino proiettili di gomma sui profughi indifesi, compresi donne e bambini. Lunedì 2 marzo diversi giornalisti sul posto hanno raccontato che le forze dell’ordine greche hanno ucciso un richiedente asilo siriano con un colpo di pistola, un ragazzo 22enne che era partito anni fa da Aleppo. Al momento un portavoce del governo greco ha smentito la notizia. La crudeltà greca, promossa dal premier di centro-destra Kyriakos Mitsotakis, è stata applaudita dall’Unione Europea e dalla tedesca Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea. «Ringrazio la Grecia per essere il nostro scudo europeo», ha detto la presidente della Commissione, dopo aver visitato il confine con gli altri due leader dell’Ue, Charles Michel e David Sassoli. L’editoriale del Die Tageszeitung, firmato Dominic Johnson, attacca duramente la Von der Leyen paragonandola alla leader dell’AfD: «Quella che nel 2015 era solo una richiesta dell’AfD in Germania, sarà realtà nel 2020 al confine greco con la Turchia. E ancora di più: è voluto politicamente ed è espressamente accolto con favore dalla massima autorità tedesca. Chi ha bisogno di una Beatrix von Storch nell’AfD quando si ha una Ursula von der Leyen a capo della Commissione UE».

«Grazie alla Grecia che ci fa da scudo»

Il silenzio delle autorità europee davanti alle crudeltà subite dai rifugiati era stato fortemente criticato. La troika europea ha allora deciso di visitare il confine e organizzare una conferenza stampa. Alla conferenza, oltre alla Presediente Von Der Leyen, sono presenti il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli (che non ha quasi potere esecutivo su tali decisioni) e il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel (che di potere ne avrebbe). Oltre a loro, erano presenti anche Andrej Plenkovic, primo ministro della Croazia, che ha la presidenza di turno dell’Ue, e il premier greco Mītsotakīs. La «protezione dei confini europei è essenziale», dice Michel. Von der Leyen usa un’espressione infelice, quando dice: «grazie alla Grecia che ci fa da scudo». «Le autorità greche hanno un compito molto difficile – continua von der Leyen – Vorrei ringraziare la guardia costiera e guardia di frontiera, i civili, al polizia e Frontex per gli sforzi instancabili. Abbiamo lanciato un meccanismo di protezione civile su richiesta della Grecia, che può ricevere assistenza in termini di medici, tendoni e altro». Come si chiede giustamente Dominic Johnson, è difficile pensare che le violenze delle forze dell’ordine possano meritare applausi. Le violenze sono state anche portate avanti da vere e proprie bande di picchiatori organizzate dal partito fascista di Alba Dorata, che avrebbero ricevuto il via libera dalle forze armate.  Il discorso della Presidente della Commissione rivela la dura verità della ‘Fortezza Europa’: i confini restano chiusi, grazie alla Grecia che fa il ‘lavoro sporco’. Sono parole che ci saremmo aspettati di sentire da Donald Trump o Matteo Salvini ed è una vergogna che la UE si faccia rappresentante di queste idee.

Come si è arrivati a questa situazione

Il percorso che collega Grecia e Turchia è conosciuto come ‘rotta balcanica’. Tale rotta era stata quasi del tutto chiusa all’inizio del 2016, quando i paesi orientali dell’Unione Europea chiusero i confini ai richiedenti asilo, che provenivano soprattutto dalla Siria (in fuga dalla guerra civile) e dal Medio Oriente. Le istituzioni europee, Germania in primis, fecero un accordo estremamente criticato col governo turco affinché impedisse nuove partenze: l’UE si impegnava a versare 6 miliardi di euro alla Turchia entro il 2019 per gestire il grande numero di profughi siriani sul suo territorio mentre la Turchia garantiva di sorvegliare al meglio la propria frontiera con la Grecia e costruire strutture per ospitare in maniera umana i migranti. Tutto è cambiato giovedì 27 febbraio quando il presidente turco  Erdoğan ha annunciato di aver aperto i confini del paese ai migranti intenzionati a raggiungere l’Europa. E’ probabile che la decisione di Erdoğan sia legata alla guerra che il presidente turco sta portando avanti nella zona di Idlib, in Siria, per la quale vorrebbe l’aiuto dei paesi occidentali, per avere più soldi dalla UE o ancora per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica turca dal conflitto, facendo leva su un sentimento anti rifugiati sempre più diffuso fra la popolazione turca.

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Immagine di copertina: Pixabay