Come la pandemia ha colpito economicamente i freelancer di Berlino
I freelancer, tra pandemia ed aiuti economici. Come è stata gestita la situazione dei lavoratori autonomi a Berlino
La categoria dei freelancer è una di quelle che più ha accusato la crisi economica provocata dalla pandemia.
Lo Stato di Berlino si è mobilitato per fare tutto il possibile per attutire i danni in ogni settore, garantendo liquidità e tutelando i posti di lavoro. Ma per molti liberi professionisti l’unica opzione è stata accedere agli aiuti sociali.
In aumento il numero dei freelancer che quest’anno ha chiesto gli aiuti statali
I gestori di piccoli caffè, coloro che lavorano nel settore degli eventi o vivono di arte e tutti gli altri lavoratori autonomi si sentono profondamente frustrati e abbandonati dalla politica. Come riportato da rbb 24, le opzioni che hanno avuto non sono state molte e nemmeno tanto efficaci. Hanno dovuto fare affidamento ai propri risparmi, recedere contratti pensionistici a lungo termine, chiedere soldi in prestito ad amici o familiari o fare richiesta di aiuti sociali.
Tra aprile e novembre sono stati 10.506 i lavoratori autonomi a presentare domanda di previdenza sociale. 8.662 in più rispetto all’anno scorso secondo l’Agenzia federale del lavoro a Berlino.
Nel Brandeburgo in generale, il numero dei lavoratori autonomi che hanno presentato domanda per la previdenza sociale è stato maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. 2.350 lavoratori in più, per un totale di 2.694, secondo l’Agenzia del lavoro.
Differenze fra lavoratori dipendenti ed autonomi
I lavoratori autonomi sono quelli colpiti più duramente dalla pandemia rispetto ai dipendenti. Non hanno diritto ad alcuna indennità di lavoro a breve termine, e solo pochi hanno diritto all’indennità di disoccupazione.
Secondo lo studio DIW, il 15% dei lavoratori autonomi è preoccupato per la propria situazione economica, e, per quanto concerne i dipendenti, solo l’8% di loro è allarmato.
Infatti, mentre per i dipendenti la perdita media è stata di 350 euro, per i lavoratori autonomi è stata in media di 1.000 euro al mese e per i lavoratori autonomi con dipendenti è stato addirittura di 1.300 euro al mese.
Le donne, categoria dei lavoratori autonomi più colpita
Uno studio dell’Istituto tedesco di economia ha dimostrato come, tra i freelancer, sono state le donne ad essere più danneggiate. Questo perchè ricoprono ruoli nei settori più colpiti dalla pandemia, come saloni di parrucchiere o sono titolari di piccoli negozi al dettaglio.
Le donne, dallo studio, hanno avuto il 35% di probabilità in più di perdere il lavoro. Quindi, ad esempio, su un campione di 100 uomini la metà ha perso il lavoro, mentre su 100 donne quelle a perdere l’occupazione sarebbero state 68.
Appello dei lavoratori alla politica
Lars Bosel, dell’Associazione dei lavoratori autonomi della Germania (VGSD), sostiene che nei programmi di aiuto la parte più problematica sia la burocrazia. «I moduli sono così complicati che quasi nessuno li capisce». E aggiunge: «se hai sbagliato, non puoi segnalare una correzione. Quindi corri il rischio di incorrere in una sanzione».
L’appello di Bosel ai politici è per ricevere un aiuto concreto, senza dover ricorrere a consulenti fiscali. «I consulenti fiscali costano centinaia di euro. E, se non riceviamo l’aiuto, dobbiamo comunque pagarlo», ha detto l’imprenditore. «È pazzesco, bisogna compilare una nuova procedura per richiedere ogni aiuto, le persone a un certo punto impazziscono. Questo è il motivo per cui le persone spesso non lo chiedono».
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