Collaboratore della Merkel sospettato di essere spia dell’Egitto
Un uomo che lavorava nell’ufficio stampa della cancelliera tedesca Angela Merkel è indagato di spionaggio per conto dell’Egitto
Secondo quando riportato dalle autorità tedesche, un collaboratore della Merkel è stato accusato di aver lavorato per anni per conto dei servizi segreti egiziani. Lo ha dichiarato l’intelligence interna tedesca parlando solamente delle misure adottate dalla polizia nei suoi confronti, senza aggiungere ulteriori informazioni. Il sospettato faceva parte dell’ufficio stampa della Cancelliera con a capo Steffen Seiber. In base alle informazioni rilasciate dal quotidiano tedesco Bild, la spia era un dipendente di livello intermedio. In particolare, egli si sarebbe occupato soprattutto delle visite del centro stampa federale tedesco e dell’accoglienza dei visitatori.
Lo spionaggio da parte dell’intelligence egiziana
L’uomo aveva l’incarico di raccogliere informazioni sui cittadini che vivano in Germania, ponendo maggiore attenzione sui sostenitori della Fratellanza Mussulmana. Tale gruppo era noto per essersi opposto al regime egiziano del presidente Abdel Fattah al-Sisi . Il generale al-Sisi, dopo essere salito al potere rovesciando il governo di Mohamed Morsi nel 2013, si impegnò nella repressione della Fratellanza Mussulmana di cui Morsi era membro. Il suo obiettivo consisteva nell’eliminazione di qualsiasi organizzazione politica che avrebbe potuto ottenere un grande consenso pubblico mettendo in difficoltà il suo regime. Per tale motivo, i servizi segreti del Cairo sono impegnati nel reclutamento di cittadini egiziani residenti in Germania da ingaggiare come spie.
Le persecuzioni dei cristiani copti
Un altro gruppo perseguito da al-Sisi è quello dei cristiani copti. Essi rappresentano solo il 10% della popolazione e sono parte del tessuto sociale del paese da secoli. Tuttavia, sono stati oggetto di numerose discriminazioni e persecuzioni. I copti speravano in un miglioramento delle proprie condizioni in seguito all’arrivo del generale egiziano. Tuttavia, a partire dal nuovo governo del presidente egiziano l’8 giugno 2014, la loro repressione è peggiorata. I loro luoghi sono stati il bersaglio di molti gruppi islamisti, tra cui anche quello della Fratellanza Mussulmana, che cercavano vendetta per il loro supporto nei confronti di al-Sisi.
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Immagine di copertina: Pixabay