75 anni dalla liberazione di Buchenwald
Il campo di concentramento di Buchenwald festeggia in silenzio il suo 75° anniversario dalla liberazione
Il Covid-19 ha cancellato la maggior parte degli eventi pubblici in Germania. Il memoriale dell’ex campo di concentramento di Buchenwald ha segnato il 75° anniversario della sua liberazione sabato scorso in un modo nuovo. Ha pubblicato online una “Dichiarazione della Turingia” – in tedesco, inglese e francese – che avverte che “i diritti umani, la democrazia e la libertà non possono assolutamente essere dati per scontati”, dal momento che “il radicalismo di destra e l’autoritarismo sono in aumento”. La dichiarazione è firmata da personalità della politica e della società civile: il premier della Turingia Bodo Ramelow e il sopravvissuto di Auschwitz e Buchenwald Ivan Ivanji. Il testo descrive una grave minaccia “una forma di populismo incoraggiata da un complesso di superiorità a sfondo razziale, dal nazionalismo e dalla volontà di indebolire l’unità europea”. La dichiarazione è molto chiara e precisa. Non lascia fraintendimenti al caso. E’ una lotta contro il razzismo e l’antisemitismo, veleni distruttivi, che oggi, come ieri, purtroppo, sono propagandati come rimedio contro i mali della società.
All’interno della dichiarazione si leggono piccoli interventi di ex detenuti che in un periodo come questo donano speranza
Sono state pubblicate anche brevi dichiarazioni di persone sopravvissute a Buchenwald, nello stato della Turingia, nella Germania orientale, dove circa 56.000 persone sono morte nel campo principale e 20.000 nell’installazione satellitare Dora tra il 1937 e una rivolta dei prigionieri nell’aprile 1945. Jack Unikoski, ex detenuto polacco di 93 anni che oggi vive in Australia, ha dichiarato “non tutti possono essere un eroe, un politico, un filosofo, un aiutante. Ma ognuno di noi può rispettare la dignità di ogni altro individuo e dare una mano a chi ha bisogno di aiuto”. E ancora Chava Ginsburg, donna ungherese di 90 anni sopravvissuta ad Auschwitz, Bergen-Belsen e al campo femminile Markkleeberg (campo satellite di Buchenwald) “Sii amichevole e tollerante verso gli altri. L’odio per un gruppo può facilmente diffondersi agli altri. Abbiamo imparato nel modo più duro – Può succedere anche a te”. Insieme ad altre 40 persone provenienti da 14 Paesi che hanno vissuto i campi di concentramento, i due erano tra gli invitati alla commemorazione originariamente prevista per il 5 e 7 aprile a Buchenwald e Dora. Gli eventi pubblici previsti per diversi giorni in occasione della liberazione sono stati tutti cancellati a causa della pandemia di Covid-19. Ma il direttore del memoriale Volkhard Knigge ha comunicato che saranno tutti riprogrammati per l’anno prossimo. Nel frattempo, ha chiesto ai membri del pubblico di mettere dei fiori agli ingressi di entrambi i campi sabato – “nel rispetto delle regole della distanza sociale”.
Si tratta di un anno difficile in cui cade l’anniversario della liberazione dei campi di concentramento
Il 75° anniversario della liberazione dei campi cade in un anno in cui la Germania ha visto una serie di attacchi di estrema destra e antisemiti. A febbraio, un teorico della cospirazione estremista di estrema destra ha sparato a nove persone, in una rara sparatoria di massa che ha sconvolto la nazione. Lo scorso autunno, un altro tiratore ha ucciso due persone in un tentato attacco a una sinagoga di Halle, una città tedesca dell’est. E nel giugno 2019, un politico locale del partito conservatore di Angela Merkel è stato ucciso a casa sua. Il servizio di intelligence nazionale tedesco VS ha avvertito che il terrorismo e la violenza di estrema destra rappresentano “il più grande pericolo per la democrazia” del Paese.
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Immagine di copertina: Pixabay