Berlino, gli attivisti per il clima bloccano le strade in nome dell’ambiente
Berlino in marcia per il cambiamento climatico
Il movimento di Extinction Rebellion, noto anche come XR, colpisce anche Berlino. La questione “clima” interessa sempre e sempre di persone. Il pacchetto salva-clima varato il 20 settembre non è in grado di sostenere la causa. Nonostante la Germania miri ad una riduzione pari al 25% delle emissioni di CO2 nel 2020, il pretenzioso auspicio di ridurle a 0 sembra essere intransigente. Le proteste si diramano nelle strade principali della capitale tedesca. Lunedì 7 ottobre più di 1000 attivisti hanno occupato la zona del Tiergarden, assediando il Großer Stern, la vasta rotatoria all’interno del quale sporge la Colonna della Vittoria. Durante il weekend i protestanti si sono piazzati dinanzi alla cancelleria della Merkel, ostruendo la zona. All’appello non può mancare Carola Rackete: «Dobbiamo rimanere qui e ribellarci fino a quando il governo proclama un’emergenza ecologica e agire di conseguenza». Il progetto che smuove le folle è sicuramente nobile ma non il metodo che si utilizza per realizzarlo. La costituzione tedesca non prevede un miglioramento della questione e smuovere l’autorità risulterebbe vano al fine di un’azione concreta.
[adrotate banner=”34″]
L’origine del movimento Extinction Rebellion
Il movimento XR nasce in Gran Bretagna con l’intento di bloccare il cambiamento climatico, evitare il collasso ecologico e migliorare le condizioni della vita umana. Fondato nel 2018, l’associazione ha potuto contare sull’adesione e sull’azione di molti partigiani. Purtroppo il tentativo di rivolgersi alle autorità in maniera pacifica non ha ottenuto buon fine, poiché prontamente gli attivisti hanno adottato un atteggiamento aggressivo. La disobbedienza civile si è sviluppata dapprima in alcuni quartieri londinesi e ha, poi, toccato altre città europee e non solo.
La lotta si estende
Attualmente Extinction Rebellion conta circa 50 nazioni in collaborazione per il miglioramento climatico. Londra si posiziona al primo posto nella classifica delle città dove le contestazioni hanno assunto un carattere sanguigno. Nella capitale inglese, infatti, sono state organizzate ben due settimane di attività di protesta, atmosfera che ha provocato circa 135 arresti, tra cui quello di Sarah Lasenby, un’assistente sociale di 81 anni. Anche a New York la lotta si è trasformata in una strage, invadendo Wall Street con una possente statua a forma di toro. A Parigi gli attivisti hanno bloccato l’area circostante della fortezza storica di Châtelet. Ad Amsterdam i protestanti hanno accerchiato il Rijksmuseum, catturando l’attenzione di numerosi turisti. A Madrid i dimostranti hanno opposto resistenza alle forze armate assediando un’arteria, importante centro di traffico. In alcune città i militanti hanno deciso addirittura di stanziarsi e creare degli accampamenti, con la convinzione di poter apportare dei cambiamenti e, se necessario, di avviare una rivoluzione.
Leggi anche: La Germania vara un eccezionale pacchetto riforme salva-clima
[adrotate banner=”39″]
RIMANI AGGIORNATO SU BERLINO, SEGUI BERLINO MAGAZINE SU FACEBOOK
[adrotate banner=”34″]