Germania, dopo 27 anni trovato l’omicida della bambina Stephanie Drews
Il caso dell’omocidio di una bambina tedesca è stato risolto dopo quasi trent’anni.
Il 16 ottobre 2018 è iniziato il processo contro Hans Joachim G., camionista di Berlino, accusato dell’omicidio di Stephanie Drews, una bambina di soli dieci anni. Il 28 agosto del 1991 il corpo della piccola Stephanie viene trovato in un bosco sotto il Teufelstalbrücke. Il ponte si trova a una sessantina di chilometri da Weimar, città dove viveva la bambina, nel distretto di Saale-Holzland in Turingia. Il macabro ritrovamento era avvenuto quattro giorni dopo la scomparsa della bambina e, fino a pochi mesi fa, l’assassino di Stephanie era rimasto senza identità.
[adrotate banner=”34″]
Il fascicolo sulla morte della bambina viene riaperto solo nel 2016
L’omicidio di Stephanie Drews rimane un cold case fino al novembre del 2016, quando è stata fondata la commissione Altfälle a Jena. Gli investigatori hanno riaperto i casi irrisolti di tre bambini, tra cui quello di Stephanie. Durante le indagini la polizia è risalita a Hans Joachim G. L’uomo, nato a Weimar ma trasferitosi a Berlino, ha diversi precedenti per pedofilia. Nei suoi crimini ha sempre seguito lo stesso modus operandi, prima stordendo le sue vittime con calmanti e poi abusandone. Ma Stephanie è l’unica bambina che ha ucciso. Condannato in Turingia, trascorre alcuni anni in carcere, per poi uscire nel 2013. Il 4 marzo 2018 viene arrestato nel suo appartamento di Berlino per l’omicidio di Stephanie Drews e, subito dopo, confessa parzialmente il crimine.
Gli investigatori sono riusciti a ricostruire la dinamica dell’omicidio
Le accuse a carico del camionista berlinese sono molto pesanti. Riguardano l’abuso e l’uccisione di Stephanie Drews gettandola dal Teufelstalbrücke. Secondo gli inquirenti Hans avrebbe adescato la bambina mentre stava giocando con i suoi fratelli nel parco Goethe di Weimar. Per convincerla a seguirlo le avrebbe offerto 50 marchi per mostrargli la strada verso il Palazzo del Belvedere. L’uomo avrebbe dapprima stordito la bambina con dei calmanti e, una volta caricata sul suo camion, avrebbe guidato fino al ponte per poi gettarla da 67 metri di altezza. L’autopsia ha rivelato che Stephanie era ancora viva durante la caduta. La morte sarebbe dovuta alle ferite riportate nell’impatto. Il processo si svolge presso il tribunale regionale di Gera in Turingia. Secondo quando riportato da Focus alla prima udienza in aula è presente anche la madre di Stephanie che, dopo molti anni, può guardare in faccia l’assassino di sua figlia.
[adrotate banner=”39″]
SEGUI TUTTE LE NEWS SU BERLINO, SEGUI BERLINO MAGAZINE SU FACEBOOK
[adrotate banner=”34″]
Immagine di copertina: Il Teufelstalbrücke da Wikipedia ©CC BY-SA 3.0