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Astrid Kirchherr, la tedesca che creò il look dei Beatles

La donna che per prima fotografò i Beatles e ne definì lo stile iconico

La fotografa ed artista tedesca Astrid Kirchherr è celebre per i suoi numerosi e orginalissimi scatti ai Beatles nell’Amburgo del 1960. Tra il 1960 ed il 1961, i Beatles, all’epoca ancora conosciuti come “The Silver Beetles”, si esibivano regolarmente ad Amburgo. Kirchherr andava ad ascoltare tutti i concerti con Klaus Voormann e Jürgen Vollmer, due compagni dell’università. «Era come una giostra nella mia testa… sembravano veramente incredibili… La mia vita cambiò in pochi minuti. Il mio unico desiderio era conoscerli e stare con loro», dichiarò in seguito la fotografa riguardo ai Beatles. Dopo aver finalmente conosciuto la band, Kirchherr si offrì di fotografarli. Fu della fotografa tedesca l’idea di lanciare un nuovo taglio di capelli per i musicisti, che ottennero l’aspetto iconico divenuto rapidamente il loro marchio di fabbrica. La sua impronta artistica influenzò il gruppo negli anni formativi e lasciò una traccia indelebile nel loro percorso. George Harrison, chitarrista dei Beatles ed uno degli amici più stretti di Kirchherr, ricorda «Astrid ha influenzato la nostra immagine più di chiunque altro».

Astrid Kirchherr, gli inizi e l’incontro con i Beatles

Astrid Kirchherr nacque ad Amburgo nel 1938. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu evacuata dalla città e vi fece ritorno alla fine della guerra. Frequentò l’istituto artistico “Meisterschule für Mode, Textil, Grafik und Werbung”, dove intendeva specializzarsi in design di moda, ma dove invece scoprì il suo talento per la fotografia, soprattutto in bianco e nero. Il suo insegnante di fotografia, Reinhard Wolf, la convinse a cambiare corso e le promise di assumerla come sua assistente dopo il conseguimento della laurea. Così la giovane artista lavorò con lui dal 1959 al 1963. Nello stesso periodo, Kirchherr, Voormann e Vollmer si inserirono nel movimento esistenzialista europeo ed ispirati dai bohémiennes francesi, iniziarono a vestire di nero. Un giorno, dopo una discussione tra i tre, Voormann, che all’epoca era fidanzato con Kirchherr, si allontanò e trascorse la serata nel Kaiserkeller club nel quartiere di St. Pauli. Lì suonarono i Silver Beetles, composti all’epoca da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, Pete Best e Stuart Sutcliffe. Molte band inglesi erano solite suonare rock’n’roll nel quartiere, specialmente per intrattenere i soldati americani che erano rimasti nella città dopo la Seconda Guerra Mondiale. La Reeperbahn, la via a luci rossi del quartiere, fu il trampolino di lancio per i Beatles. Vivevano in condizioni degradanti e guadagnavano una miseria. Tuttavia, come ricorda Harrison, «Amburgo fu il nostro apprendistato, imparammo a suonare di fronte ad un publico». Voormann rimase così impressionato dal gruppo che avvertì i suoi due amici di raggiungerlo la notte seguente, quando la band avrebbe risuonato. Il trio di Amburgo iniziò a frequentare assiduamente i concerti dei Silver Beetles, tanto che fu notato dal bassista Sutcliffe, che dichiarò in seguito che non riusciva a togliere gli occhi da quei veri bohémiennes. Il trio e i Beatles si conobbero e Sutcliffe e Kirchherr iniziarono a frequentarsi.

 

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Kirchherr ed i Beatles, l’inizio della collaborazione

«I Beatles erano vestiti come degli orsetti, con quelle scarpe a punta che noi ad Amburgo non avevamo mai visto prima. Eravamo affascinati da tutto ciò, come loro lo erano da noi… Ed i loro pantaloni molto stretti e le giacche davvero minuscole. Non avevano molti vestiti. Ed i loro capelli erano pettinati all’indietro con delle basette». Affascinata dalla band di Liverpool, Kirchherr si offrì di fotografarli, cosa che loro non avevano mai fatto professionalmente. La band, infatti, era incredibilmente entusiasta della proposta. Le foto, in bianco e nero, furono scattate con una Rolleicord nel parco giochi di Hamburger Dom. Esse rivelano una giovinezza spensierata ed eterna ed ancora oggi rimangono fotografie iconiche. Kirchherr fece scoprire loro l’arte e la letteratura e sviluppò poi il loro classico stile di capelli mop-top, ovvero caschetto corto. In un’intervista del 2008 la fotografa dichiarò che tutto nacque perché il suo amico ed ex fidanzato Voormann aveva delle grandi orecchie sporgenti. Così, lei ebbe l’idea di coprirle con i capelli. Sutcliffe, il suo compagno all’epoca, fu il primo a notare il look e a volerlo su se stesso. Lo seguirono Harrison, poi Lennon e McCarney quando visitarono Vollmer a Parigi. L’unico che non lo fece fu Best, il quale aveva i capelli ricci. Vollmer ricorda «Non volevo che loro cambiassero stile. Pensavo che avessero un aspetto fantastico. Io, da fotografo, amavo i loro capelli alla Elvis Presley».

 

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Una tragica morte

Nel 1961, la band tornò in Inghilterra e durante l’anno successivo, ritornò ancora qualche volta ad Amburgo. Il motivo della partenza era che Harrison, minorenne, fu cacciato dalla Germania. Best fu sostituito con Ringo Starr, mentre Sutcliffe decise di rimanere ad Amburgo per continuare gli studi d’arte e sposare la sua amata Kirchherr. Prima del matrimonio, i due viaggiarono insieme a Liverpool e fu in quel viaggio che Sutcliffe iniziò ad avere forti mal di testa e svenimenti frequenti. Una volta tornati ad Amburgo, i due stettero con la madre di Kirchherr, che aiutò Sutcliffe a farsi visitare da dottori tedeschi. Il 10 aprile 1962 venne colpito da un’emorragia celebrare e morì in ambulanza prima di arrivare in ospedale. Astrid Kirchherr cadde in depressione, ma venne sostenuta dai Beatles, che erano diventati intanto molto famosi. La fotografa seguì la band negli anni successivi sia in tournée sia in vacanza, immortalando momenti speciali e diventando parte integrante del team.

 

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Gli anni successivi

Intanto, le fotografie di Kirchherr si diffusero in tutto il mondo. Tuttavia, almeno nei primi anni, la fotografa non riuscì a guadagnare su tutte le foto poiché non riuscì a reclamarne i diritti. Nel 1964, divenne fotografa freelance, ma trovò non poche difficoltà ad affermarsi nel campo. Insieme al collega Scheler fotografò i Beatles dietro le quinte del loro film “Tutti per uno” e scattò l’immagine di copertina del primo album da solista di George Harrison, “Wonderwall Music”. Negli anni continuò a fotografare, ma mai così assiduamente quanto nei primi anni ’60. I suoi lavori sono stati esposti ad Amburgo, Liverpool, Brema, Londra, New York, Washington DC, Tokyo, Vienna e nella Rock ‘n’ Roll Hall of Fame. Nel 1994 lavorò come consulente per “Backbeat”, film del capitolo di Amburgo dei Beatles. In quegli anni aprì un negozio fotografico ad Amburgo, il K&K. Ancora aperto oggi, il negozio vende fotografie, libri ed opere d’arte, ed organizza eventi sui Beatles.

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Immagine di copertina: Beatles © Kosta KorcariCC BY-SA 2.0