Terapie intensive: questo grafico di confronto dimostra che in Italia il picco è alle spalle, in Germania deve arrivare
Un analisi dell’attuale situazione nei due Paesi e sul perché la bassa letalità del virus non racconta la gravità della situazione
L’andamento dei nuovi contagi e decessi giornalieri è un dato continuamente fonte di paragoni tra Paesi sia se si parla di numeri assoluti che, più giustamente, facendo la media procapite (ovvero calcolando il numero di abitanti e facendo di conseguenza la media).
Per fare capire meglio la situazione tedesca e quella italiana abbiamo realizzato due grafici che mettono a confronto le situazioni tra i due paesi. Il tutto è possibile grazie al fondamentale aiuto, sia nella raccolta dei dati che della loro interpretazione, di Stefano Gaburro, biologo molecolare di base a Berlino nonché direttore scientifico di Tecniplast Spa, leader mondiale nel settore dello stabulario e ora impegnata anche nei test dei vaccini anti Covid.
Perché è importante vedere i dati sull’affollamento delle terapie intensive
Differentemente dal numero dei contagi o dei decessi, spesso calcolati non esattamente, il numero di persone in terapia intensiva per contagio da Covid è affidabile e documentabile. In quanto tale riesce a spiegare, contemporaneamente, sia la diffusione del virus in un Paese che la gravità con cui attacca la sua popolazione. Il confronto, sia in Italia che in Germania, sui decessi nel 2020 con gli anni passati non ha molto senso. È vero, la letalità del virus è ben al di sotto sotto l’1%, ma gli studi dimostrano che questo Covid lascia spesso, anche sugli asintomatici, “cicatrici” serie come perdita del volume polmonare, del gusto e dell’olfatto aumentando così il rischio di una generale precocità nello sviluppo di demenza, Parkinson ed Alzheimer”. Insomma, non si parla tanto di letalità, ma di conseguenze sulla salute pubblica che purtroppo emergeranno nel corso dei prossimi anni.
Non è tutto, guardando questi dati è necessario ricordarsi che il sovraffolamento degli ospedali blocca e ritarda operazioni importanti e trattamenti legati ad altre patologie.
Cosa si evince dai grafici sul confronto delle persone in terapia intensiva nei due Paesi
Nel primo grafico abbiamo messo i dati assoluti, ovvero senza calcolare il fatto che in Italia ci sono circa 60 milioni di abitanti, in Germania circa 83 milioni. Il secondo invece, più valido, tiene in considerazione i valori pro-capite, ovvero anche la popolazione.
Dai grafici emergono due dati principali:
a) Che in Italia il primo picco è stato analogo a quello della seconda ondata
b) Che in Germania la seconda ondata è più forte della prima e il picco non è ancora arrivato. Ciò significa che le attuali restrizioni in vigore – come annunciato ieri – fino al 31 gennaio prossimo probabilmente verranno prorogate di diverse settimane.
Le fonti con cui sono stati realizzati i grafici
I dati di terapia intensiva riguardo la Germania sono stati dati DIVI e si possono trovare sul sito del Robert Koch Institut.
I dati di terapia intensiva riguardo l’Italia sono stati presi da quando raccolto dal Sole24 ore Lab.
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