Statistica OCSE sul tempo trascorso a tavola: Italia seconda, Germania nella top 10
Francia, Italia e Grecia sono i Paesi in cui si trascorre più tempo seduti a tavola durante il giorno. Primato negativo per gli Stati Uniti, dove i pasti della giornata durano nel complesso solo un’ora
Una statistica dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, mostra quanto tempo impiegano mediamente le persone nei vari Paesi del mondo per mangiare e bere nel corso della giornata: la Francia è in vetta alla classifica seguita dall’Italia e dalla Grecia. Gli Stati Uniti invece si piazzano in fondo alla lista e tra i Paesi considerati dall’indagine si configurano come quello con le abitudini alimentari più frenetiche.
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La statistica
Secondo la statistica pubblicata dall’OCSE, il popolo francese è quello che spende più tempo per consumare i pasti durante la giornata. Nella regione europea una volta abitata dai Galli si trascorrono circa 2 ore e 13 minuti seduti a tavola per consumare colazioni, pranzi e cene nel corso delle 24 ore. Un lasso di tempo di molto superiore alla media dei Paesi presi in esame che si aggira intorno ad un’ora e mezza. Al secondo posto si trova l’Italia con le sue 2 ore e 11 minuti. La Grecia si posiziona al terzo posto con 2 ore e 7 minuti quotidiane spese per gustare una moussakà, un gyros o dei buoni formaggi. Anche la Spagna si trova tra i Paesi più inclini alla lentezza nelle abitudini alimentari, con una media di 2 ore e 2 minuti. La Germania si trova classificata all’ottavo posto con un’ora e 34 minuti, mantenendosi comunque di poco sopra la media complessiva. In fondo alla classifica si trovano Canada e Stati Uniti, rispettivamente con una media di un’ora e 4 e un’ora e un minuto.
Fonte: OCSE
Fast Food vs Slow Food
Nel corso degli anni le pratiche alimentari hanno subito delle variazioni a causa dello svilupparsi di stili di vita frenetici, sopratutto nelle città. Le giornate sono scandite da ritmi serrati e questo ha delle ripercussioni su alcuni momenti fondamentali della nostra vita come il sonno e l’alimentazione. Le abitudini alimentari hanno subito cambiamenti sia in termini di tempo speso nel consumo dei pasti, sia in termini di qualità del cibo che giornalmente si mangia. Dal 1989 l’associazione Slow Food di occupa di contrastare la diffusione del concetto di “cibo veloce”, informando i consumatori sui rischi che derivano da questo tipo di alimentazione, diffondendo il verbo del mangiar sano a sostegno della propria salute e dell’ambiente. Anche l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si è espressa contro i fast food, scagliandosi contro le pubblicità del cibo “mordi e fuggi” dirette ai bambini ai quali vengono proposti alimenti nocivi alla salute, ricchi di zuccheri, sale e grassi. A sostengo della filosofia dello slow food, uno studio del Department of Health Care Administration and Management dell’Università di Kyushu (Giappone) riportato su Repubblica sostiene che consumare pasti lentamente riduce del 42% il rischio di obesità.
Dedicare tempo al cibo in Italia
“Paese che vai, usanze che trovi” recita un antico detto. In Italia il pranzo e la cena non rappresentano solo i momenti della giornata in cui viene placato il bisogno di nutrirsi, ma costituiscono una parte importante dell’organizzazione quotidiana di molte famiglie. Quello che oggi viene chiamato slow food è concretamente rappresentato dalle signore che ogni mattina si recano al mercato rionale per fare la spesa, scegliendo con cura i prodotti tra i banchi di frutta e verdura. Poi si passa alla preparazione dei piatti che può richiedere anche diverse ore, e se il tempo non c’è, ci si attrezza per cucinare nel fine settimana. In Italia si parla di cibo in ufficio, a scuola e anche dal parrucchiere. Ci si siede a tavola per il pranzo e può capitare di parlare già di cosa si mangerà la sera, magari incalzati dalla mamma o dalla nonna di turno. Del resto lo sosteneva persino Virginia Woolf: “Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene”.
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