Sinopoli, la storia della morte sul podio di Berlino del grande direttore d’orchestra 3 giorni prima la laurea in architettura

Nel 2001 Giuseppe Sinopoli moriva sul palco della Deutsche Oper di Berlino stroncato da un infarto

Era la sera del 20 aprile 2001 quando Giuseppe Sinopoli, durante il terzo atto dell’Aida di Verdi, venne stroncato da un infarto sul podio della Deutsche Oper di Berlino, a soli 55 anni. L’occasione fu una serata in memoria del regista Gotz Friedrich un tempo sovrintendente del teatro berlinese. Poco prima di sentirsi male Sinopoli aveva dedicato all’amico parole che sarebbero poi sembrate profetiche: «Mentre Gotz mi accompagna questa sera sul podio, mi sembrerà ripetermi con voce serena e suasiva quanto l’Edipo sofocleo disse alla gente di Colono prima di abbandonare la scena: ‘Tu e questo paese abbiate buona sorte, e nella prosperità ricordatevi di me, quando sarò morto, per sempre felici”». Tre giorni dopo il terribile episodio, Sinopoli avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea in archeologia, titolo che gli fu conferito ad memoriam lo stesso anno.

Un rapporto intenso con la Germania e con Berlino

La relazione tra Giuseppe Sinopoli e la Germania è stata profonda e duratura. Laureato nel 1972 a Padova, la sua iniziale attenzione per la composizione lo portò a insegnare tanto a Venezia che in giro per il mondo, compresa Darmstadt, la stessa città dove durante gli studi, nel 1968, aveva frequentato corsi con i grandi Stockhausen e Ligeti. Nel 1980 fu invitato a dirigere Macbeth alla Deutsche Oper, nel 1981 Lou Salomé a Monaco di Baviera con Lou Salomé. La sua carriera a quel punto era ormai virata quasi esclusivamente alla direzione a scapito della composizione. In Germania diventò una sorta di star. In quel periodo mise in scena sia opere italiane (Verdi e Puccini in particolare) che del repertorio tardoro-mantico e del decadentismo. Il tedesco diventò di fatto la sua seconda lingua . Firmò un contratto di esclusiva con la Deutsche Grammophon fino al 1994. Innumerevoli dal 1985 furono le sue partecipazioni anche al Festival di Bayreuth. Fu il primo direttore italiano a dirigere il Ring nel tempio di Wagner. Nel 1990 fu nominato direttore principale della Deutsche Oper di Berlino, ma interruppe il contratto prima ancora di entrare in carica.  Nel 1992 iniziò invece una lunga e intensa collaborazione con la Staatskapelle di Dresda, diventando di fatto l’orchestra dei suoi ultimi dieci anni di vita e attività e a cui resterà sempre affettuosamente legato. Insieme all’orchestra tedesca, “acqua d’oro” come venne chiamata da Wagner, inizià un approfondimento del sinfonismo bruckneriano. L’esplorazione del repertorio austro-tedesco fu un suo cavallo di battaglia. Le interpretazioni straussiane diventano pietre miliari della musica classica.

Chi era Giuseppe Sinopoli, il direttore d’orchestra italiano amato dai tedeschi

“Di fatto sono nato il 2 novembre del 1946 a Venezia, ma considero come autentica terra natale la parte orientale della Sicilia, che ancora oggi misteriosi legami uniscono con l’originaria cultura degli antichi greci”. Così, nel 1975, in un autoritratto scritto per i Musiktage di Donaueschingen Giuseppe Sinopoli raccontò di sé. Si reputava siciliano perché fu a Messina, città del padre, che crebbe dai 5 anni fino agli anni passati nel Conservatorio cittadino, prima di trasferirsi in quello del capoluogo veneto. Al di là delle sue origini, ciò che emerge leggendo la sua biografia è che fu un genio poliedrico: laureato in antropologia criminale alla facoltà di Medicina e Chirurgia di Padova, morto a pochi giorni dalla seconda laurea in Archeologia e con una passione travolgente per la musica. A Venezia studiò con Bruno Maderna e, soprattutto, con Franco Donatoni, da lui reputato suo vero maestro. Direttore generale a Santa Cecilia a Roma e alla New Philarmonia a Londra, oltre alle già citate esperienze in Germania, fu attivo tra il Covent Garden, il Metropolitan di New York e la Scala di Milano.  Nel 2002 sono state pubblicate due raccolte di scritti del Maestro: Wagner o la musica degli affetti (FrancoAngeli editore) e Wagner  a Roma, edito per iniziativa degli Amici di Santa Cecilia. Roma, città dei suoi affetti, gli ha inoltre dedicato una Sala all’Auditorium Parco della Musica e il vicino  Museo Aristaios allestisce l’esposizione permanente di arte antica del maestro, donata dalla famiglia alla città.

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Immagine di copertina: Giuseppe Sinopoli via Youtube