Sei mesi per un appuntamento: ufficio immigrazione paralizzato a Berlino

Il dramma dell’ufficio immigrazione di Berlino: migliaia di persone rischiano di perdere il posto di lavoro perché non riescono a prendere un appuntamento in comune

L’ufficio immigrazione di Berlino è talmente intasato che è impossibile anche solo prendere un appuntamento. E per chi deve richiedere o rinnovare un permesso di soggiorno è un vero incubo. Senza permesso di soggiorno non è possibile lavorare, perlomeno legalmente. Il disagio enorme che questa situazione sta causando a molti è esemplificato dalla storia di Marwa Barka, una 26enne libica che è a un passo dall’essere licenziata perché non riesce a trovare un appuntamento al Landesamt für Einwanderung (LEA, ufficio immigrazione) per rinnovare il suo permesso di soggiorno.

Il caso di Marwa Barka

Marwa è arrivata a Berlino nel 2015 come rifugiata dalla Libia e due anni fa ha iniziato a lavorare come assistente infermiera in una clinica. Le piace il suo lavoro, ma di recente ha ricevuto una chiamata dai suoi superiori: “a breve dovremo licenziarti” hanno detto. L’azienda infatti non può continuare a tenere Marwa a lavoro se lei non rinnova il suo permesso di soggiorno.

Il problema però è che, a Berlino, è virtualmente impossibile riuscire a prendere un appuntamento con l’ufficio preposto. I tempi di attesa possono infatti arrivare a sei mesi. Tempi che sono ovviamente fuori dal mondo per chiunque si trova in una situazione di immediato bisogno, come Marwa. D’altro canto però, non è che lei non ci abbia provato. Ha dichiarato a RBB24: “Ho provato online, ho scritto una marea di email, ho chiamato e messo la sveglia per le 5 di mattina nella speranza di riuscire a quell’ora a prenotare. Ma niente, è tutto pieno.” Si è anche recata di persona all’ufficio, ma, chi se lo aspettava (sigh), “non è possibile vedere nessuno senza appuntamento“.

Chi ci specula sopra

Allo stesso tempo però, c’è chi ha fatto dell’inefficienza pubblica una fonte di guadagno. È emersa in questi giorni l’esistenza di un vero e proprio “mercato degli appuntamenti“, in cui terzi prenotano appuntamenti e poi li rivendono per cifre dai 50 ai 100 euro. La gente d’altronde è disperata e preferisce pagare quello che è a tutti gli effetti un pizzo piuttosto che perdere il lavoro.

L’ufficio dichiara che il problema è noto, ma da un punto di vista tecnico non è possibile impedire a terzi di prenotare gli appuntamenti. Ad ogni modo il budget dell’ufficio verrà aumentato nel prossimo biennio 2024/25, insieme a nuove assunzioni e ad una maggiore digitalizzazione.

Il problema non è nuovo

La realtà però è che, complice anche il record di ingressi in Germania, il numero di soggetti presi in carico dall’ufficio immigrazione è aumentato dell’80% negli ultimi due anni.

In particolare, sempre secondo quanto raccolto da RBB24, nel mese di luglio il numero di email senza risposta inoltrate all’ufficio immigrazione ammontava a circa 10.000. Martina Maurer, del Refugee Council, sostiene che purtroppo la storia di Marwa è la storia di tanti. “Le persone ci chiamano disperate ogni giorno dicendo che è da mesi che cercano di contattare l’ufficio immigrazione ma non riescono. È un vero dramma, non solo a livello individuale ma anche a livello sociale. Perdere il lavoro per colpa dell’amministrazione pubblica è inaccettabile”. 

Al momento, l’ufficio immigrazione ha disposto in via temporanea che per coloro che prenoteranno un appuntamento per il rinnovo del permesso verrà rilasciato un certificato di avvenuta prenotazione valido per il datore di lavoro, onde dover evitare di aspettare fino al giorno dell’appuntamento. Il problema però è a monte: come faccio se non posso prendere un appuntamento, direbbe Marwa?

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