Schwesterlein, il film tedesco sull’essere gemelli e dirsi addio.

La drammatica storia di due fratelli e una malattia che non riesce a separarli – Schwesterlein

l’attore tedesco Lars Eidingen veste i panni di Sven, malato di laucemia. Ambientato a Berlino, il film in concorso tratta della stretta relazione tra fratelli. Nonostante il titolo Schwesterlein – la mia sorellina, Lisa, interpretata da Nina Hoss, è decisamente il carattere dominante nella storia. La sorella che fa da collante nelle relazioni familiari, nelle promesse lavorative e nella lotta tra la vita e la morte di Sven. La pellicola racconta anche la forza della creatività e cosa vuol dire essere un artista. Con uno speciale attaccamento alla storia di Hansel e Gretel, i due gemelli si sentono come i due bambini della favola: da soli contro tutti, il teatro è la casa di marzapane e la malattia è la strega cattiva.

Trama di Schwesterlein

Con un sacco di responsabilità sulle spalle, Lisa, interpretata da Nina Hoss, lascia da parte la sua ambizione di diventare una sceneggiatrice a Berlino e si trasferisce in Svizzera per il lavoro di suo marito. Quando scopre che suo fratello Sven, Lars Eidingen, è malato di leucemia, torna nella capitale tedesca per occuparsi di lui. Attore a teatro, potersi immaginare nuovamente sul palco è ciò che gli dà la forza di rimanere aggrappato alla vita e combattere la malattia. Quando le sue condizioni continuano a peggiorare, Lisa decide di portarlo con sè in una clinica in Svizzera, vicino casa, sperando che i nuovi trattamenti e un’aria diversa possano fare la differenza. Il film gioca sulla dualità di fratello e sorella, realtà e teatro, Berlino e la Svizzera. Il film Schwesterlein esplora cosa vuol dire sacrificarsi per qualcosa che si ama e l’integrità di una stretta relazioni tra fratelli adulti.

Conferenza stampa di Schwesterlein

Film di Stèphanie Chuat e Vèronique Reymond, registe svizzere, Schwesterlein è stato scritto pensando proprio all’attrice Nina Hoss. La regista Chuat: «Durante una Berlinale di cinque anni fa ci siamo imbattute in Nina, in un bar, e l’abbiamo subito fermata dicendole che stavamo preparando una sceneggiatura per lei. Abbiamo avuto un approccio diretto, molto svizzero direi. Le abbiamo chiesto di bere un caffè insieme per parlarne e lei ha accettato. Come produttrici siamo affascinate da come gli attori tedeschi si esibiscono, sono degli animali da palcoscenico e ci siamo sentite onorate di aver potuto lavorare con arstisti dal calibro di Lars Eidingen e Nina Hoss.»

 

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Immagine di copertina: ©Berlinale