Rihanna, economia, calcio ed operazione simpatia: la Germania ha un nuovo volto

La vittoria all’ultimo campionato del mondo di calcio? È l’ennesimo tassello di una Germania sempre più consapevole della propria forza e ruolo sulla scena internazionale. La festa di martedì lungo le strade di Berlino è la celebrazione di una generazione che non sente più su di sé il peso del proprio passato. Nessuna ritrosia a sventolare le bandiere nere, rosso ed oro, nessun problema a celebrare una nazionale che al suo interno è piena giocatori di sangue misto o tedeschi solo grazie allo ius soli. Ecco quindi che gli idoli possono essere i vari Boateng (Ghana), Khedira (Tunisia), Ozil (Turchia), Mustafi (Albania) Klose e Podolski (Polonia) senza che nessuno si scandalizzi: ormai anche il multi-kulti fa parte dell’anima della nuova Germania. L’operazione simpatia, se non è completa, lo è quasi. Rihanna, grande esperta di marketing, lo sa bene conscia che il suo nome è tra le venti parole più cercate su Google Germania, domenica si è fatta ritrarre ovunque con i colori di Thomas Müller  & Co. Nessun rischio di contraccolpo d’immagine sul piano internazionale. Tifare Germania è diventato cool quasi quanto tifare Brasile ed immaginarsi a piedi nudi palleggiare a Copacabana.

Con un’economia che continua ad essere la più competitiva dell’Unione Europea (giudizio espresso dall’agenzia di rating Standar & Poor’s che solo la settimana scorsa ha confermato la tripla A ai titoli di stato tedeschi) e una crescita prevista del Pil dell’1,8% nel 2014 e del 2% nel 2015, la Germania può guardare abbastanza serena al futuro. La recente decisione di inserire il salario minimo orario, 8,50 euro l’ora, all’interno del proprio mercato del lavoro non fa altro che ribadire la fiducia nel proprio sistema. Il rischio che salga la disoccupazione e il lavoro nero è alto, ma è una situazione che in questo momento il governo tedesco si sente di potere affrontare senza grossi contraccolpi.

Sul piano internazionale l’allontanamento la scorsa settimana del Capo della Cia di Berlino (qui la storia) ha confermato che la Merkel non ha paura di mostrare i muscoli ad Obama e riaffermare la Germania come un interlocutore primario, e non secondario, sullo scacchiere della politica internazionale. Nessuna sudditanza, “non si spiano gli alleati.” Sul piatto non c’è solo l’approvazione del TTIP (Trattato Transatlantico sul commercio e gli investimenti), ovvero la creazione di un’area di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti pianificata già da due anni ed in queste settimane ostacolata dai dubbi di buona parte della società civile tedesca (in discussione c’è sia il diverso trattamento dei cibi – in particolare dei polli da macello – che le sanzioni per chi non rispetterà il trattato), ma anche la situazione Russia. Se da una parte Putin….

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