La storia del Checkpoint Charlie di Berlino
Il Checkpoint Charlie: il piccolo passaggio di confine tra Berlino Est e Berlino Ovest. Il simbolo della Guerra Fredda che incarna un’era passata di tensione
Il Checkpoint Charlie, sulla Friedrichstrasse 43-45, è uno dei luoghi di interesse turistico più interessanti a Berlino. Milioni di turisti ogni anno passano davanti all’ex postazione principale di controllo e punto di passaggio del Muro di Berlino.
Diventato un vero e proprio simbolo della divisione tra Est e Ovest degli anni della tensione, dopo la caduta del Muro il Checkpoint è anche divenuto l’emblema della storia e della riunificazione tedesca.
La Guerra Fredda è un evento storico più vicino nel tempo di quanto spesso ci rendiamo conto. Anche se è finita oltre trent’anni fa, molti dei suoi effetti sono ancora evidenti oggi. Le tensioni geopolitiche che esistono sono un’eredità di quel periodo.
Stiamo tuttora vivendo le conseguenze del conflitto. Il presente che viviamo ora sarà, probabilmente, chiamato nei libri di storia del futuro “gli anni del post guerra fredda”. Istituzioni e situazioni nate in quel contesto continuano a influenzare la politica globale: la Guerra Fredda ha plasmato il mondo moderno in modi che sentiamo quotidianamente.
Una guerra di ghiaccio. Non scoppiata, fortunatamente, in una guerra nucleare come si temeva. Guerra di tensione, di divisione in due blocchi, di competizione delle due superpotenze Usa e Urss. Di due ideologie differenti ed opposte, il capitalismo e il comunismo.
Il Muro di Berlino, di questa contrapposizione tra superpotenze, ne era la rappresentazione fisica. Così tanto da renderla tangibile in mattoni di cemento armato.
Il Checkpoint Charlie era il principale punto di passaggio del Muro. Situato all’incrocio tra Friedrichstraße e Zimmerstraße nella zona di Mitte, rappresentava il simbolo di una frattura artificiale tra le due metà del mondo. Era un punto di sospensione dove Stati Uniti e Unione Sovietica si confrontavano direttamente. Punto di attraversamento più importante tra Berlino Ovest e Berlino Est, era sorvegliato costantemente da soldati armati. In altre parole, rappresentava, e rappresenta ancora, l’emblema di tutta un’era.
La conoscenza della sua evoluzione è fondamentale per chiunque abbia una coscienza storica. Cosa era e cosa rappresenta, dunque, il Checkpoint Charlie?
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Cosa c’era prima del Muro presso il Checkpoint Charlie?
Prima della Seconda guerra mondiale il quartiere di Mitte, dove è situato il Checkpoint Charlie, era un’area in forte sviluppo. Caratterizzata da una crescente popolazione e una rapida urbanizzazione dovuta alla crescita industriale, fungeva da dinamico centro politico e culturale.
La situazione si ribalta allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: questo distretto divenne il cuore del potere nazista. Con importanti edifici governativi, il quartiere del Checkpoint Charlie era il quartiere generale dei nazisti. A partire dal 1943 subì intensi bombardamenti, che lo distrussero in gran parte, e fu teatro di violenti scontri tra le forze sovietiche e tedesche. Al termine della guerra il distretto fu diviso, con la parte più importante sotto controllo sovietico, diventando parte di Berlino Est.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il quartiere del Checkpoint Charlie era devastato. Il quartiere nel quale era situato si trovava sotto controllo sovietico, e il confronto con l’ovest ancora prima del muro era evidente. Restrizioni economiche, razionalizzazione dei beni e costruzione di edifici stile sovietico iniziarono a svilupparsi. I cittadini di Berlino Est notarono sin dal principio questa profonda disparità. Questo portò alla prime migrazioni e di conseguenza alla risposta dei Sovietici con restrizioni sempre crescenti alla libertà.
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Perché il Muro passava proprio lì?
Il Muro di Berlino fu costruito nel 1961 proprio per fermare l’esodo massiccio di cittadini dalla Germania sotto controllo sovietico verso la Germania dell’Ovest. Questi erano attratti da migliori condizioni economiche e libertà politiche. La Repubblica Democratica Tedesca lo eresse per mantenere la stabilità politica e prevenire la fuga di forza lavoro e competenze verso l’Occidente.
Quarantatré chilometri furono innalzati proprio sulla zona di confine stabilita durante i trattati di pace di Potsdam e Yalta del 1945. La notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 la costruzione del Muro cominciò. I soldati della DDR, supportati finanziariamente dai sovietici, terminarono presto la costruzione, ma le fortificazioni furono continue fino al suo abbattimento.
Oltre che un confine fisico era un confine simbolico. Il Muro in realtà era composto da due muri con in mezzo un territorio pieno di postazioni di controllo della Repubblica Democratica Tedesca. Il Muro presentava tre punti di passaggio principali. Tutti ferocemente controllati. Per identificarli si utilizzava l’alfabeto fonetico della NATO. Il primo era il Checkpoint Alpha, il secondo il Checkpoint Bravo e il terzo il Checkpoint Charlie. Quest’ultimo era il più significativo, poiché era edificato proprio nella stessa postazione dove negli anni Quaranta vi era il quartiere generale nazista. Simboleggiava una rottura netta con il passato.
Dal lato della Berlino Est fu simbolo di controllo soprattutto ideologico nei confronti di possibili deviazioni o contrasti alle regole ed imposizioni dettate dal regime socialista. Per quanto riguarda la Berlino Ovest, la struttura semplice e poco elaborata del Checkpoint Charlie era costituita da un piccolo prefabbricato e pochi sacchi di sabbia. Questa contrastava fortemente con il vicino posto di blocco della Germania dell’Est, dotato di torri di guardia e barriere di cemento. Questo contrasto era una scelta intenzionale degli Alleati, per simboleggiare la loro posizione ideologica: per loro il Muro di Berlino non era visto come un confine permanente o legittimo, ma solo temporaneo.
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Come funzionava il confine?
Il confine del Muro di Berlino operava in modo significativamente diverso tra Berlino Est e Berlino Ovest. Nella Berlino Est le autorità esercitavano un rigoroso controllo sui cittadini. Vi erano, come detto sopra, guardie armate e torri di sorveglianza dislocate lungo il muro. La fuga verso Ovest era considerata un reato grave. Solo funzionari e diplomatici avevano il permesso di attraversare i punti di controllo. Come appunto attraverso il Checkpoint Charlie, i veicoli venivano ispezionati. Le politiche repressive punivano severamente coloro che tentavano di attraversare il muro senza autorizzazione. Vi erano arresti e, in alcuni casi, sparatorie da parte delle guardie. Al contrario, Berlino Ovest garantiva un accesso relativamente più libero, sebbene con controlli ai punti di transito.
Presso il Checkpoint Charlie era chiarissimo come la situazione tra una e l’altra parte del Muro fossero contrastanti. Berlino Ovest era vista come un simbolo di libertà e democrazia, attirando persone dalla DDR. Al contrario, i cittadini occidentali potevano visitare Berlino Est, ma dovevano passare attraverso i punti di controllo con documenti di identità. In questo modo, il muro rappresentava non solo una barriera fisica, ma anche una netta divisione ideologica tra i due lati della città.
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Cosa c’è stato da quando è caduto il muro?
I cittadini di Berlino Est cominciarono l’abbattimento del muro nella notte tra l’8 e il 9 Novembre 1989. Subito dopo, il Checkpoint Charlie si trasformò in un luogo carico di significato storico e simbolico. Sebbene il prefabbricato originale del posto di controllo fosse ancora in piedi, a fine anni novanta il muro che separava Berlino Est da Berlino Ovest era stato abbattuto. Questo privava il Checkpoint della sua funzione di barriera. Proprio questo cambiamento portò a un’atmosfera festosa, con cittadini berlinesi e visitatori che si riunivano per celebrare la libertà, vivendo momenti di gioia e riunioni tra famiglie e amici che erano stati separati per anni. Con l’apertura del confine, questo diventò un punto di commemorazione della rivolta per la libertà e per il cambiamento.
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Come appare ora?
Presso Friedrichstraße si diedero vita a musei e installazioni che documentavano la storia del muro e il suo impatto sulla vita delle persone. L’ex Checkpoint Charlie da simbolo di divisione si trasformò in simbolo di libertà e riconciliazione, riflettendo i profondi cambiamenti avvenuti nella Germania e in Europa. A partire dagli anni 90 questo divenne rapidamente una popolare attrazione turistica. Continua ad attirare tutti i giorni visitatori da tutto il mondo, desiderosi di esplorare la sua importanza storica.
Che siano turisti in visita a Berlino per la prima volta, appassionati di storia contemporanea, curiosi o persone con una grande consapevolezza storica, tutti sono affascinati da questa attrazione. E’ un must tra le cose da visitare a Berlino.
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