Gerhard Rohlfs, l’archeologo delle parole che amò l’Italia come Goethe
Gerhard Rohlfs, «il più calabrese dei figli di Germania»
«Ho avuto il piacere di conoscerlo in occasione di uno dei suoi tanti viaggi di studio in Calabria. Parlava il nostro dialetto come uno di noi. Salutava tutti con un affettuoso: “ne vidimu”», scrive lo studioso cosentino Gianfranco Ferrari in ricordo del glottologo tedesco Gerhard Rohlfs. Rohlfs nacque il 14 luglio 1892 a Berlino e si formò presso l’Università Humboldt di Berlino e l’Università di Grenoble. Insegnò filologia romanza presso l’Università di Tubinga e di Monaco di Baviera. Condusse principalmente studi lessicografici sui dialetti dell’ Italia meridionale, sull’onomastica calabrese, sui dialetti italo-greci della Calabria e del Salento. Si occupò anche di spagnolo e francese antico. Una targa commemorativa a lui dedicata nella piazza del borgo medievale di Badolato, in provincia di Catanzaro, riporta: «il più calabrese dei figli di Germania». Vi raccontiamo 5 cose da sapere su questo grandissimo filologo, linguista e glottologo tedesco.
1. L’amore per l’Italia e la Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti
Nel 1914 Rohls iniziò a viaggiare per studiare e fare ricerca. Trascorse circa cinquanta giorni, visitando quasi duecento paesi tra la Svizzera e Puglia. Si spostava soprattutto a piedi, munito di uno zaino da viaggio, socializzava con gli avventori delle osterie e delle trattorie e dormiva in alberghi modesti. Nel frattempo, maturava il suo interesse per la lingua italiana e per la sorprendente varietà dei suoi dialetti. A essi avrebbe dedicato la sua monumentale opera Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, redatta in tre volumi e pubblicata tra il 1949 e il 1954. Il primo dedicato alla fonetica, il secondo alla morfologia e il terzo alla sintassi e alla formazione delle parole.
2. Il dialetto calabrese
Durante la prima guerra mondiale, Rohlfs prestò servizio sul fronte occidentale. Fu durante questa drammatica esperienza che egli ebbe il suo primo approccio al dialetto calabrese. In un campo di prigionia, infatti, ebbe modo di sentir parlare alcuni giovani. In un primo momento pensò che fossero greci. Scoprì invece che arrivavano dalla Bovesia, un’area grecofona localizzata attorno ai monti di Bova, in provincia di Reggio Calabria. Questa zona costituisce la culla ellenofona della Calabria, in cui il greco è ancora lingua viva. Al tempo di Rohlfs, gli studiosi ritenevano si trattasse di una sopravvivenza del periodo bizantino. Al contrario, i successivi studi condotti da Rohls stesso avrebbero attestato una trasmissione diretta e senza interruzioni con la civiltà della Magna Grecia. Comunque sia, dopo questo primo contatto con i dialetti italiani meridionali, il linguista tedesco avrebbe fatto della glottologia e della dialettologia d’Italia il proprio interesse di ricerca primario.
3. Dizionario dialettale della Calabria
Rohlfs condusse i suoi studi sul campo e il suo legame con la Calabria fu indissolubile. Lo studioso tedesco, infatti, visitò ben 365 paesi calabresi e frequentò i loro abitanti, stringendo talvolta legami di profonda amicizia. Raccolse parole, proverbi, idiomi, motti. Rohlfs fu autore prolifico e lasciò più di 700 scritti, molti tra i quali dedicati proprio alla Calabria. La dedica che Rohlfs appose in apertura al suo Dizionario dialettale della Calabria, testimonia l’amore dell’insigne linguista per questa terra e per i suoi abitanti.
« A voi fieri calabresi
che accoglieste ospitali me straniero
nelle ricerche e indagini
infaticabilmente cooperando
alla raccolta di questi materiali
dedico questo libro che chiude nelle pagine
il tesoro di vita
del vostro nobile linguaggio »
4. Riconoscimenti
Dal 1955 Rohlfs fu socio straniero dell’Accademia della Crusca e dal 1972 dell’Accademia nazionale dei Lincei. Nel 1974, fu insignito del Premio Forte dei Marmi per la sezione di Storia della lingua italiana. Ricevette la cittadinanza onoraria di alcuni comuni calabresi: Bova, Candidoni, Tropea e Cosenza. Inoltre, il 13 aprile 1981 l’Università della Calabria gli conferì la laurea honoris causa in Lettere. Al linguista tedesco è stato anche intitolato il Museo della Lingua Greco-Calabra a Bova, inaugurato il 21 maggio 2016.
5. Il saluto all’Italia
Per i suoi studi pionieristici, Rohlfs è stato soprannominato “l’archeologo delle parole“. Indicative della sua passione e del suo amore per l’Italia sono le parole che lo studioso tedesco rivolse ad un affezionato amico di Anoia Superiore, in provincia di Reggio Calabria, Salvatore Gemelli. Costui ha dedicato a Rohlfs un’opera organica dal titolo Una vita per l’Italia dei dialetti. «Mi saluti l’Italia. Mi saluti gli amici della Calabria. Addio!» avrebbe detto all’amico poco prima di morire.
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Foto copertina:©Calabria On Web.